SALUZZO-HORROR! – SESSO ESTREMO CON LE SUE ALLIEVE. SUICIDI A CATENA, CON L’OMBRA DEL SATANISMO. AL CENTRO UN PROF CHE FRIGNA: “SONO MALATO DI SESSO, CURATEMI”

Vera Schiavazzi per La Repubblica

Ragazzine sedotte con "abuso di autorità" e spinte a fare sesso, anche violento, estremo, nella casa e nell'auto del loro professore. Suicidi a catena di adolescenti, addirittura cinque, con l'ombra del satanismo sullo sfondo. Un uomo fragile, fragilissimo, forse a sua volta abusato quando era un bambino, e che ora piange e chiede scusa nella cascina gestita dalle suore in aperta campagna dov'è agli arresti: «Sono malato di sesso, curatemi».

C'è tutto questo e ancora di più nel film dell'orrore di cui, a Saluzzo, preferirebbero non parlare. Una bella, orgogliosa cittadina di provincia dove soltanto gli inquirenti - uomini e donne che hanno dovuto per dovere d'ufficio mettere quei microfoni ascoltare quelle intercettazioni - non riescono a nascondere l'indignazione: «Dicono che al Sud la gente non parla, ma dovrebbero venire qui, dove nessuno, per anni, ha mai denunciato quell'uomo», si sfoga un giovane carabiniere.

Il professore indagato perché plagiava le sue allieve per portarsele a letto è Valter Giordano, 57 anni, un aspetto qualunque ma la straordinaria capacità di affabulare, di fare amicizia con gli studenti del liceo "Soleri", suscitando rispetto, ammirazione. Forse addirittura amore. Infanzia difficile, poi quei dieci anni da allievo al seminario di Cuneo. Nessuna intenzione di fare il prete, ma la possibilità di studiare e finire il liceo.

Racconterà: «Terrore psicologico. La Colpa, il Peccato, sempre presenti. Sono scappato come da Alcatraz». Ora che lo hanno arrestato per avere «costretto con abuso di autorità a compiere ripetuti atti sessuali» le due ragazze di 17 anni che ogni mattina incontrava in classe, si scopre che la Procura di Saluzzo lo conosceva già da tempo. Da quel dicembre del 2004 in cui un'altra ragazza, Paola Vairoletti, aveva deciso di farla finita e dopo due giorni di mistero (chi l'ha ospitata? dove si è rifugiata? nel film dell'orrore c'è anche questo) si era gettata dalla torre dell'acquedotto di Savigliano, a pochi chilometri da Saluzzo.

Prima di morire, Paola aveva scritto al "suo" professore: «Sono una satanista». L'ultima lettera, ma non certo la prima: Giordano le aveva catalogate, le teneva in casa, ma non le consegnò subito al magistrato che indagava sul suicidio. Solo nel 2012 le indagini sulla morte di Paola, su quella di Kim e forse di altri giovanissimi ripartono, e il professore di lettere con la passione per Dante e per gli antichi greci torna nel mirino.

Si scoprono così migliaia di sms, inviati e ricevuti dalle due diciassettenni che credono di amarlo, e si lasciano fare qualunque cosa da lui: c'è l'infatuazione, c'è la fragilità, ma anche la paura dei brutti voti e la voglia di farsi dare con un giorno di anticipo «qualche dritta sul compito di storia». Il prof non si protegge, non si cautela, scrive liberamente come solo una persona disturbata potrebbe fare: "mi mandi in paradiso", "sei la mia schiava", "dolce e obbediente, mai un no", e aggiunge faccine sorridenti.

Ognuna delle due malcapitate, scoprendo perfino di non essere l'unica nel suo cuore (via sms, una arriverà a minacciare il suicidio per questo, e si sentirà rispondere di non parlare e di non scrivere più) replica sullo stesso tono: tra paura e lusinga, tra la voglia di essere grande e desiderata, di condividere un segreto che nessuno deve conoscere, e il timore di rivedere un 5 in italiano sulle pagella (non a caso sono proprio i voti e i documenti scolastici a essere allegati all'ordinanza di custodia).

Racconteranno: «Mi faceva male ma non dicevo nulla», «quando non resistevo più gli chiedevo di smettere e mi slegava ». Tutto è rimasto, tutto è agli atti, compreso quel dischetto di cotone con le tracce di sangue di una verginità perduta presto e per sbaglio che una sventurata ragazza ha appiccicato sull'agenda, non senza prima averci disegnato, anche qui, le inevitabili faccine. I carabinieri piazzano le pulci nell'appartamento di Giordano a Manta, subito fuori Saluzzo, ai piedi di un bellissimo castello.

La moglie, anche lei professoressa, se ne è andata tre anni prima, stufa dei tradimenti conosciuti, quelli con donne adulte e consenzienti. Ciò che dice lui si sente benissimo: è la colonna sonora di un piccolo film porno che la Saluzzo elegante non vuole sentire nemmeno da lontano. Quello che dicono le ragazze, purtroppo, è "incomprensibile" nel linguaggio dei carabinieri. Sbotta al telefono la mamma di una delle due "fidanzate": «Lasciateci stare, è una vergogna, mia figlia non ha fatto niente di male».

Giustissimo. Ma perché ancora non c'è un avvocato, una parte civile, una voce ufficiale delle vittime? Sussurra Vanna Vairoletti, la mamma di Paola che non c'è più: «Mia figlia era bella e buona. Non giudico, soltanto Dio può farlo. Il professor Giordano? Siamo stati contenti quando ci è stato vicino...». Lui, il professore, era in ospedale quando i carabinieri hanno perquisito la sua casa, trovato le foto e le lettere e sono venuti a arrestarlo. Forse aveva tentato di morire, sapeva di essere alla fine del film, forse anche per questo si sta curando. Suo figlio e la sua ex moglie erano e sono con lui.

«La nostra - racconta con sofferenza Erich Giordano - non è stata una vita familiare facile. Mio padre aveva un'enorme passione per il suo lavoro, ma a casa a volte era a disagio e non parlava anche per giorni e giorni. Mi ha insegnato che per essere cattivi bisogna essere intelligenti. Credo che lui sia intelligente, ma non c'è alcuna cattiveria negli errori che può avere fatto».

 

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