giorgio di galles india caccia grossa

SAFARI TAROCCATI – SU INTERNET SI POSSONO PRENOTARE ANIMALI DI OGNI TIPO DA CACCIARE – PER UN LEONE DELLA SAVANA SI SPENDONO ANCHE 45MILA EURO, 12 MILA PER UN BUFALO AMERICANO DEL QUALE POI PORTARSI A CASA LA TESTA IMBALSAMATA – MOLTE “BELVE” SONO CRESCIUTE IN RISERVA E SONO AGGRESSIVE COME GATTI DI CASA

1.BIG FIVE DA TROFEO, IL BUSINESS MILIONARIO DELLA CACCIA GROSSA

Pietro Del Re per “la Repubblica

 

sabrina con leonesabrina con leone

Chi volesse sparare a un leone durante le vacanze di Natale deve darsi una mossa perché le prenotazioni online scadono a metà agosto. Per dieci giorni nella savana, con la preda assicurata a fine soggiorno, si spende attorno ai 45mila euro. Altrimenti c’è un pacchetto scontato per l’ammazzamento di un bufalo africano: 12mila euro e ti riporti a casa pure la testa imbalsamata del grasso ruminante. O anche, per i principianti di quest’attività vagamente neandertaliana, si offre l’uccisione di una piccola antilope a soli 5mila euro.

 

casimir seski  9casimir seski 9

Infinite sono le possibilità di safari venatori che propongono in rete i venditori di grande fauna da impallinare. Tutto è sparabile: dal leopardo all’elefante, dal coccodrillo all’ippopotamo e alle decine di ungulati d’ogni dimensione che popolano il Continente nero.

 

Il giro d’affari è miliardario, soprattutto se si contano le strutture illegali, ossia quelle che operano senza licenza o in riserve private, alle quali si rivolge la maggior parte degli aficionados della carabina d’alta precisione perché molto meno care. Dice Fabrizio Bulgarini, responsabile della biodiversità del Wwf: «Assieme al traffico d’armi e di droga, quello dei trofei di animali cacciati in Africa è uno dei più floridi perché genera enormi volumi di denaro. Solo dall’Italia partono ogni anno 50mila cacciatori per massacrare, spesso impunemente, migliaia di animali in Paesi dove i controlli sono carenti ».

casimir seski  6casimir seski 6

 

Basta digitare su Internet “caccia” e “estero” o, in inglese, “hunting” e “big five” (leone, elefante, leopardo, rinoceronte e bufalo) che sono le cinque prede più ricercate da questi rambo e pitonesse della caccia grossa, per scoprire che Walter Palmer, il dentista del Minnesota che pochi giorni fa ha massacrato Cecil, il leone più amato dello Zimbabwe, è solo uno dei tanti, e che quello degli assassini dei grossi mammiferi africani è un esercito popolosissimo. I siti specializzati offrono pacchetti scontati, viaggi last minute o indimenticabili quanto costosissime vacanze.

 

casimir seski  5casimir seski 5

 L’anno scorso, la licenza per poter abbattere un rinoceronte bianco in Namibia fu messa all’asta dal Safari Club di Dallas: il vincitore se l’aggiudicò per 350mila euro. In rete le offerte mostrano foto di giocondi cacciatori trionfalmente seduti sulle loro ormai esangui prede. Ma la maggior parte di questi siti sono anche infarciti di bugie. Molti sostengono che di elefanti in Africa ce ne siano anche troppi, e che decimando pachidermi si aiutano anche agli africani. Lo stesso vale per i leoni, che i tour operator del big game dicono essercene una pletora. «Ora, negli ultimi 20 anni la popolazione totale è diminuita del 30 per cento», dice ancora Bulgarini.

 

casimir seski  18casimir seski 18

Dal 2005 in America sono stati esportati dall’Africa 2.800 leoni imbalsamati; 400 in Spagna e altrettanti in Francia; 200 in Messico; e 150 in Germania. Sono i dati che registrano soltanto gli animali uccisi legalmente. Il nord del Kenya, ma anche lo Zimbabwe e il Sud Africa contano centinaia di riserve private dove si allevano “big five” soltanto per offrire facili prede ai Tartarini di Tarascona di turno.

 

casimir seski  10casimir seski 10

 Vicino al parco Kruger ce n’è una specializzata nella caccia al leone. Pur trattandosi di esemplari con possenti muscolature e affilatissimi canini, questi leoni sono cresciuti e pasciuti dall’uomo, che hanno imparato quanto meno a rispettare. Quando arriva il “cacciatore bianco”, sia esso americano, francese o messicano, questi imponenti felini, aggressivi come un gatto domestico, vengono impietosamente abbattuti a pallettoni prima di finire tra le mani del tassidermista. Oggi, la maggior parte delle caccie africane somiglia a quello che accade in questa riserva. È un po’ come sparare in una conigliera.

 

 

2. SE LE VITE DEI LEONI CONTANO PIÙ DI QUELLE DEI NERI AMERICANI

Arturo Zampaglione per “la Repubblica

Tutti i giorni vengono organizzati safari Tutti i giorni vengono organizzati safari

 

«Che devo fare per proteggermi dalla violenza della polizia, mascherarmi da leone?». È un giovane afro-americano ad affidare al web il suo stupore e la sua irritazione per la mobilitazione mondiale a favore dei leoni africani, dopo la uccisione nello Zimbabwe di Cecil da parte di un dentista del Minnesota, mentre il dilagante razzismo della polizia americana continua a fare vittime nell’indifferenza generale. 

 

Il commento del giovane non è affatto isolato. Su Twitter c’è da qualche giorno un apposito hashtag, #All-LionsMatter (tutti i leoni sono importanti), che raccoglie opinioni sull’argomento in chiave ironica: anche perché il nome del hashtag ne ricorda altri due, #BlackLivesMatter (le vite dei neri sono importanti) e #AllLivesMatter (tutte le vite sono importanti), nati sull’onda degli episodi di sangue e di razzismo che turbano l’estate americana.

 

KENYA LE MERAVIGLIE DEL SAFARI FOTO DI DAVID LLOYD KENYA LE MERAVIGLIE DEL SAFARI FOTO DI DAVID LLOYD

Ci sono state le vittime della chiesa nera di Charleston, uccise dal giovane suprematista. Ci sono stati gli automobilisti afro-americani disarmati, uccisi in modo sbrigativo dai poliziotti bianchi. Ma secondo molti neri e secondo alcuni media, lo sdegno per quelle vicende non è stato paragonabile, pur trattandosi di esseri umani e non di animali, all’offensiva su Facebook e altri social media contro l’assassino di Cecil e gli amanti della caccia grossa.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....