
SALUTI E BEZOS ALL’INDIPENDENZA DEI MEDIA - SPUTTANATION PER WILL LEWIS, L’EDITORE E CEO DEL “WASHINGTON POST” NOMINATO DAL BEZOS NEL NOVEMBRE 2023: IL “GUARDIAN” HA RIVELATO CHE LEWIS “FORNÌ AMPIO SOSTEGNO A BORIS JOHNSON COME CONSIGLIERE POLITICO SEGRETO QUANDO ERA PRIMO MINISTRO” - LEWIS, ALL'EPOCA VICEPRESIDENTE DELL'ASSOCIATED PRESS, LAVORÒ DIETRO LE QUINTE CON JOHNSON PER PROVARE A SALVARE IL SUO GOVERNO TRAVOLTO DA UNA SERIE DI SCANDALI: GLI AVREBBE FORNITO ALMENO 15 ORE DI CONSULENZA POLITICA E…
(ANSA) - Nuovi motivi di imbarazzo per l'editore del Washington Post Will Lewis: il britannico, nominato da Jeff Bezos nel novembre 2023 dopo esser stato direttore del Telegraph, del Sunday Times, Ceo di Dow Jones ed editore del Wall Street Journal, si trova ad affrontare nuovi dubbi sulla sua indipendenza dopo che un insieme di file governativi ottenuti dall'organizzazione Distributed Denial of Secrets e visionati dal Guardian hanno rivelato che fornì ampio sostegno a Boris Johnson come consigliere politico segreto quando Johnson era primo ministro.
I documenti rivelano che Lewis, che all'epoca era vicepresidente dell'Associated Press, lavorò dietro le quinte con Johnson il cui governo era travolto da una serie di scandali.
Gli incontri di Lewis con Johnson, avvenuti nell'arco di sei mesi nel 2022, non furono riportati nei registri ufficiali di trasparenza in apparente violazione delle regole del governo del Regno Unito.
Nel luglio 2022, alla vigilia dell'annuncio delle dimissioni di Johnson, Lewis trascorse l'intera giornata a Downing Street a stretto contatto con il premier e i suoi consiglieri prendendo parte ad almeno sei riunioni compreso un incontro con gli assistenti di Johnson per prepararlo alle domande di un cruciale Question Time alla Camera dei Comuni.
Sempre secondo i file, Lewis parlò o si incontrò con Johnson in almeno 11 occasioni tra febbraio e luglio 2022 offrendogli almeno 15 ore di consulenza politica.
Le rivelazioni sollevano ombre sulla vicinanza dell'executive e potenziale conflitto di interesse con la sua posizione ai vertici dell'Ap, scrive il Guardian.
Due anni fa Lewis, con il suo stretto collaboratore Robert Winnett, era finito sotto inchiesta sul New York Times per gli anni in cui aveva lavorato nei media britannici: sia lui che Winnett avrebbero usato informazioni ottenute fraudolentemente per fare scoop. Winnett, che Lewis aveva poi nominato alla direzione del Washington Post, era stato costretto a ritirarsi dalla posizione.