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SALVINI FESTEGGIA IL COMPLEANNO ALL’HOTEL PRINCIPE DI SAVOIA A MILANO, CIRCONDATO DALLE “SCIURE” DEGLI “AMICI DELLA LIRICA” E MOLTI BORGHESONI EX BERLUSCONES - PER I 46 ANNI DEL LEGHISTA ACCORRONO 250 INVITATI, UN MEGA TORTA E RACCOLTA FONDI PER "CITY ANGELS" DI MILANO: 120 EURO DI QUOTA DI PARTECIPAZIONE - IL REGALO PER SALVINI? UNA COPPA DEI CAMPIONI MADE IN CINA, FAC-SIMILE DI UNA DI QUELLE VINTE DAL MILAN - FRANCO BARESI GLI DONA LA SUA MAGLIA - TRA GLI OSPITI IL CONSOLE RUSSO NURIZADE - ECCO CHI C'ERA...

1 - SALVINI: «L' OPERA NON SI FERMA E CONTE NON POTRÀ BLOCCARLA»

Mario Ajello per “il Messaggero”

 

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«Questa cosa non la dico, sennò i 5Stelle si arrabbiano...». Da dietro a un cespuglio, nel giardinetto dell' hotel Principe di Savoia, tradizionale salotto milanese da sciure non in stile pratone di Pontida, si sente la voce di Matteo Salvini che ha appena spento 46 candeline su una torta di crema chantilly per il suo compleanno. La buona borghesia un po' attempata degli Amici della lirica gli ha organizzato la festa - 250 invitati - che è anche un evento di beneficienza. La svolta sulla Tav, quasi più del risotto milanese con l' ossobuco, è la pietanza forte.

 

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Arriva fino a qui l' eco delle parole di trionfo di Di Maio e si vede benissimo che il leader leghista non vuole infierire. Perché il trionfo di Luigi, nella lettera sulla Tav e sugli sviluppi che ci saranno, non lo vede granché. «Mi sembra che l' opera non sia stata bloccata», spiega Salvini ai suoi interlocutori: «Conte non potrà bloccarla, le procedure vanno avanti, e i bandi o come li vogliamo chiamare non si possono fermare con una lettera. Ma soltanto tramite un voto del Parlamento, visto che si parla di un trattato internazionale, o con un atto del Consiglio dei ministri». E dunque, il capo del Carroccio sembra tranquillo.

Fa festeggiare i 5Stelle, e non vuole rovinargli la festa. E quando dice «ci vediamo lunedì», sta dicendo che dal Cda di Telt si capirà che nulla è stato stoppato e «la società italo-francese farà partire i bandi».

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Di Maio celebra ad uso propagandistico e Salvini capisce e avalla questa esigenza, la finta vittoria utile a tenere buoni i suoi, ma sa bene il capo leghista che le cose stanno andando nel verso da lui prediletto. Sta molto attento comunque a coprire le difficoltà interne di Di Maio e a non provocare una crisi di governo che «nessuno vuole». E anche i presenti al suo compleanno non hanno fatto che dirgli di evitare la crisi, sfondando una porta aperta: «Ma figuriamoci, stiamo facendo un sacco di cose e tra poco, solo, per dirne due, Quota cento e il passaggio finale della legittima difesa».

 

E comunque: «Sulla Tav, nessuno vince o perde. La Lega governa perché vincano gli italiani. Non so se sorridere o arrabbiarmi, quando leggo sui giornali l' assurdità che sarebbe in corso una crisi di governo o, chissà che cosa vuol dire, una pre-crisi. Vabbé, prendiamola a ridere.

 

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Ma se dobbiamo parlare seriamente, mi sembra che anche stavolta, come sulla manovra, sull' immigrazione, sulla legittima difesa e su tutte le altre cose che abbiamo fatto mentre tutti dicevano a vanvera che ci stavano scannando, l' accordo si sta trovando. E mi dispiace per quelli che vedono la crisi dappertutto. Si rassegnino. Anche perché, nel caso non si dovesse raggiungere un accordo dentro il governo, si può trovare in Parlamento o nel Paese facendo esprimere gli italiani con un referendum consultivo».

Una frase questa, però, che suona più come una minaccia che come un emolliente nel confronti dei 5Stelle.

 

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Il cui leader, Di Maio, fino al primo pomeriggio non ha ancora fatto gli auguri di compleanno a Matteo. «Ma Luigi è una persona a cui sono legato da stima e affetto e me li farà». Mentre Conte - pur non cantando «tanti auguri a teeeee...», come il coro delle anziane e degli incravattati del Principe di Savoia, ma in fondo è un incravattato (della provincia meridionale con pochette) anche lui - si è felicitato al mattino per i 46 anni del leader del Carroccio.

 

PIENA FIDUCIA

Qui al Principe di Savoia la fiducia della buona società milanese in Salvini è totale. «Lo conosciamo bene e da tanto tempo. Soltanto lui, che è un mediatore e non un irruento come può sembrare, è in grado di trattare e di convivere con i grillini che sono un po' cosi», dice Miriam Belleri, una degli Amici della lirica, signora ingioiellata di 75 anni. Gli altri, per la festa del Capitano, prima di spegnere le luci della sala per l' arrivo della torta, gli hanno regalato una coppa dei campioni made in Cina, fac-simile di una di quelle vinte veramente dal Milan, con la dedica: «Al nostro grande Capitano, auguri Matteo».

 

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E l' antico capitan Baresi, ossia Franco, mitico rossonero e azzurro, gli ha donato tra gli applausi la sua maglia con il numero 6 e con le firme di Gullit, di Van Basten e degli altri campioni milanisti.

 

«Come Baresi, io non cambio squadra», dice Matteo a proposito di un ritorno con Berlusconi a scapito del patto con Di Maio. Sono arrivati anche gli auguri del Cavaliere (quello vero) e c' è fuori dalla sala il sosia di Silvio che dice a Matteo: «Ma perché non vuoi fare il governo con me?».

 

Salvini sorride e gli dà una pacca sulla spalla. E poco prima, a un paio di sciure che gli dicono «torna con Silvio», lui racconta: «Dopo le elezioni del 4 marzo, parlando con Berlusconi gli ho detto, se faccio un passo indietro e non nasce il governo, poi viene un esecutivo tecnico che spremerà l' Italia, come con Monti che ha fatto stramazzare il nostro Paese. Ed è stato Berlusconi a dirmi di andare a fare il governo». Che ora Matteo non vuole disfare, ma che fatica!

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2 - IL COMPLEANNO ROVINATO E L'ASSILLO DI SALVINI: "È MEGLIO SE STO ZITTO"

Niccolò Zancan per “la Stampa”

 

Con la cravatta regimental e un completo blu istituzionale, Matteo Salvini si era presentato all' Hotel Principe di Savoia cercando di spargere serenità. «Nessuna crisi in vista. La situazione economica è tale che nessuno può permettersi di giocare con il futuro degli italiani.

 

Io continuo a pensare che la Tav vada fatta. Serve per collegarci al resto d' Europa. Nel contratto di governo c' è scritto "revisione" dell' opera, ma non troverete da nessuna parte la parola "cancellazione" dell' opera. Adesso il dibattito è sul nulla. Le aziende interessate si faranno avanti. Tutto verrà deciso fra sei mesi».

 

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IL CONSOLE RUSSO

Era il pranzo per il suo quarantaseiesimo compleanno organizzato dall' associazione Amici della Lirica, una raccolta fondi per i City Angels di Milano. Centoventi euro la quota di partecipazione. Una Porsche gialla campeggiava davanti all' ingresso dell' hotel. Una signora con anfibi bianchi e minuscolo cane al collarino varcava l' ingresso di porte girevoli.

 

Arrivava il console generale della Russia Aleksander Nurizade, l' imprenditore Arturo Artom, il personaggio televisivo Raffaello Tonon. Arrivavano abiti da sera e tacchi sperticati. Primo piatto della tradizione cittadina: risotto allo zafferano con ossobuco.

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Ma mentre iniziavano i brindisi, mentre preparavano la torta con le candeline rosse e le fontane luminescenti, mentre Franco Baresi regalava al ministro dell' Interno la maglietta del Milan con il numero 6, i parlamentari dei 5 Stelle festeggiavano quella che volevano raccontare come una loro vittoria. Essere riusciti a togliere la parola «bandi» sostituendola con la dizione «atti preliminari», grazie a quella lettera spedita a Telt.

 

In quel momento il ministro dell' Interno, seduto a tavola fra l' organizzatrice della festa Daniela Javarone e il giornalista Claudio Brachino, aveva appena finito di rassicurare tutti ancora una volta: «La Tav si farà». Stava parlando d' altro. Argomenti disparati. «Fino a quando sarò al governo io, non metteremo nessuna patrimoniale.

Nessuna nuova tassa sulla casa». Oppure: «È stato Berlusconi a dirmi di fare il governo con i 5 Stelle di fronte al rischio di un governo tecnico».

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Oppure ancora: «Fabio Fazio prende 4 milioni per fare lo showman della sinistra. Io amo troppo questo lavoro. Non lo cambierei neppure per quella cifra».

 

Pranzo veloce, un selfie dopo l' altro. Ma a un certo punto gli hanno riferito i commenti dei 5 Stelle, che alludevano a una loro vittoria. Cioè a uno slittamento delle procedure per l' avvio delle gare d' appalto. Le parole esatte del vicepremier Luigi Di Maio scritte su Facebook: «Sulla Tav la situazione si sta risolvendo positivamente. Quindi ora andiamo avanti e parliamo d' altro». Positivamente? È stato in quel momento che la festa di compleanno del ministro Salvini si è un po' oscurata. Replicare o non replicare?

 

Le sigarette e i fedelissimi Ogni tanto qualcuno dei fedelissimi usciva a fumare una sigaretta, e si sfogava con i giornalisti. Il deputato della Lega Igor Iezzi, dopo aver letto la lettera inviata dal premier Giuseppe Conte, ha detto queste parole: «Bene così.

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Non c' è nessun no alla Tav. Scavalliamo fino a dopo le elezioni europee». Alessandro Morelli, già direttore di Radio Padania: «Siamo convinti che la Tav si farà. Nessun passo indietro. Porteremo a casa un risultato fondamentale per l' Italia e per l' Europa». E lui, il festeggiato? Qual era il commento del ministro Matteo Salvini di fronte alle dichiarazioni dei parlamentari del Movimento 5 Stelle che sembravano smentirlo?

 

"Non voglio farli arrabbiare" Al riparo di una siepe a fumare un' altra sigaretta, circondato dagli agenti della scorta, si poteva ascoltare una specie di tormento: «No, non dico niente. Nessuna replica adesso, altrimenti li faccio incazzare». Gli avevano appena consegnato una riproduzione della coppa dei campioni, avevano cantato per lui tanti auguri in coro. Usciva la signora Miriam Belleri degli Amici della Lirica: «Una giornata meravigliosa». E poi Mario Furlan, il capo dei City Angels: «È stato un pranzo con molte personalità, organizzato splendidamente. Un grande successo con 250 persone.

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Non ci siamo accorti della minima tensione fra alleati di governo». Il ministro è salito sull' auto blu. Gli invitati lasciavano l' hotel. E ancora qualcuno ti raccontava del suo aneddoto preferito, di quando cioè Matteo Salvini aveva spiegato che da ragazzo, in camera sua, aveva due grandi poster: «Quello di Miriana Trevisan e quello di Franco Baresi».

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