san marino

SAN MARINO, GRAN CASINO – GUAI IN ARRIVO PER 27 MILA ITALIANI CHE HANNO PORTATO SOLDI DI NASCOSTO SUL TITANO – LA PROCURA DI FORLÌ HA IN PIEDI UNA MAXI-INCHIESTA PER EVASIONE – E CASUALMENTE IL 30 SETTEMBRE SCADE IL TERMINE PER LA VOLUNTARY DISCLOSURE CON IL FISCO ITALIANO. MESSAGGIO AGLI INDECISI?

Giacomo Amadori per "Libero"

 

SAN MARINOSAN MARINO

Gli italiani che negli anni scorsi hanno scelto San Marino per portare fuori dall' Italia i loro soldi o per aprire società anonime si saranno certo pentiti. Il motivo? Sul Monte Titano nel 2010 hanno cancellato l' anonimato societario e adesso anche il segreto bancario.

 

Ma la piccola repubblica non ha garantito nessuna uscita di sicurezza ai migranti finanziari come hanno invece fatto altri ex paradisi fiscali o bancari. Risultato: i presunti evasori del Belpaese si trovano ora tra l' incudine sammarinese e il martello italiano. Vediamo perché.

 

Ieri un comunicato stampa della Guardia di finanza ha annunciato che il nucleo di polizia tributaria di Forlì e la locale procura della Repubblica, guidata da Sergio Sottani, hanno messo sotto osservazione oltre 58.000 persone (di cui 27 mila italiani) che negli anni dal 2009 al 2014 hanno effettuato movimentazioni finanziarie tra l' Italia e San Marino per oltre 33 miliardi di euro.

 

SAN MARINOSAN MARINO

Questo esercito di frontalieri della finanza è stato individuato grazie a un' articolata indagine in materia di riciclaggio, evasione fiscale e altri reati. Le prime verifiche condotte dalla Guardia di finanza nei confronti di circa 1.050 posizioni (tra essi moltissimi imprenditori e nessun politico) avrebbero consentito di constatare la mancata dichiarazione al fisco per oltre 850 milioni di euro di redditi e un' evasione dell' Iva per un importo superiore ai 153 milioni di euro.

 

Gli accertamenti sono tutt' altro che conclusi, ma questa diffusione agostana di risultati parziali ha insospettito alcuni osservatori.

 

SAN MARINOSAN MARINO

Infatti l' ufficializzazione dell' indagine delle Fiamme gialle potrebbe funzionare da stimolo per convincere i clienti italiani delle banche sammarinesi ad aderire entro il 30 settembre alla «collaborazione volontaria» (voluntary disclosure) con il Fisco italiano, uno strumento che consente ai contribuenti che detengono illecitamente patrimoni all' estero di regolarizzare la propria posizione.

 

Purtroppo qui sorge l' altro problema: chi vuole riportare i propri capitali in Italia, rischia di non farcela e di assistere al loro sequestro. Infatti le banche sammarinesi già dissanguate dallo scudo fiscale voluto da Giulio Tremonti (rientrarono in Italia da San Marino 7 miliardi) non sembrano in grado di affrontare il nuovo probabile salasso causato dalla voluntary, anche a causa della recessione.

 

Per questo il Tribunale sammarinese, per evitare la fuga di capitali, ha avviato una serie di azioni penali per riciclaggio, che hanno comportato il sequestro, e in alcuni casi la confisca, di rilevanti somme.

 

In poche parole chi chiede indietro i propri soldi rischia di essere accusato di riciclaggio.

SAN MARINOSAN MARINO

Da notizie ufficiose sembra che il valore complessivo dei patrimoni congelati sino a oggi abbia superato i 50 milioni di euro.

 

Sebbene questi procedimenti rispettino le normative europee sul contrasto ai capitali illeciti, c' è qualcosa che non quadra. In fondo sino all' anno scorso i depositi dei clienti (compresi quelli italiani) venivano accettati solamente dopo la cosiddetta «adeguata verifica».

 

Quindi o la verifica non era adeguata o quei correntisti adesso vengono trattati da mariuoli per pura convenienza. Con la conseguenza che chi chiede di disporre dei propri soldi, negli ultimi mesi vede scattare le verifiche e le azioni penali sopra citate.

 

Il motivo di questo voltafaccia è presto detto: il governo della piccola Repubblica non sembra aver messo in campo contromisure adeguate per affrontare le gravi difficoltà dovute alla carenza di liquidità delle banche.

 

STATI MENO POPOLATI AL MONDO SAN MARINO STATI MENO POPOLATI AL MONDO SAN MARINO

La sola iniziativa concreta adottata è stata la richiesta all' Italia di un cospicuo prestito. La cui entità non è stata resa pubblica. Due giorni fa il ministro dell' economia Pier Carlo Padoan sul punto ha risposto con un «no comment», ma a Libero risulta che l' aiuto ammonti a circa un miliardo e che dovrebbe servire alle banche per onorare gli obblighi verso la clientela e al governo per il pagamento di stipendi, pensioni, cassa integrazione e finanziamento della sanità.

 

In pratica il governo Renzi è pronto a prestare un miliardo a San Marino per consentire agli italiani di riportare il proprio denaro in Italia; e implementare la voluntary.

Una soluzione che assomiglia tanto al classico gatto che si morde la coda.

 

pier carlo padoanpier carlo padoan

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”