
SE ANCHE IL GIAPPONE VUOLE LE ARMI NUCLEARI, SIAMO MESSI MALISSIMO – IL TABÙ DELL’ATOMICA SI STA SPEZZANDO NEL PAESE DEL SOL LEVANTE: NELL’ANNO DELL’80ESIMO ANNIVERSARIO DELLA BOMBA CONTRO HIROSHIMA, IL PARTITO SOVRANISTA “SANSEITO”, CHE DI RECENTE HA AVANZATO LA PROPOSTA DI SVILUPPARE ARMI NUCLEARI AUTOCTONE, È IN CRESCITA NEI SONDAGGI – LE GUERRE IN CORSO E I RISCHI PER LA SICUREZZA, INSIEME ALLA SCOMPARSA DEI SOPRAVVISSUTI ALL’ATTACCO (HANNO UN’ETÀ MEDIA DI 86 ANNI), STA SPINGENDO SEMPRE PIÙ GIOVANI A...
Estratto dell’articolo di Lorenzo Lamperti per “la Stampa”
«Alcuni sostengono che la deterrenza nucleare sia più cruciale che mai. Ma non ha forse fallito in passato, vanificata dall'ego? Leader politici di tutto il mondo, non vi rendete conto che le politiche di sicurezza, frutto di ristretti interessi personali, stanno fomentando conflitti internazionali?». Quando Kazumi Matsui, sindaco di Hiroshima, pronuncia queste parole, le telecamere delle tv giapponesi si soffermano su Sohei Kamiya.
È il leader del partito sovranista Sanseito che ha di recente rotto uno storico tabù, avanzando la proposta di sviluppare armi nucleari autoctone. Il Giappone, simbolo del disarmo e unico Paese ad aver conosciuto la devastazione delle bombe atomiche, che pensa al nucleare. O quantomeno una sua parte. Eppure, la commemorazione dell'80° anniversario della bomba contro Hiroshima mantiene sempre gli stessi, solenni e commossi, rituali. I fiori dedicati agli hibakusha, i sopravvissuti, che sono scomparsi nell'ultimo anno. Stavolta sono quasi cinquemila.
E quelli ancora vivi sono meno di centomila, con un'età media superiore a 86 anni. Poi si prova a esorcizzare la paura di veder svanire il ricordo dell'orrore, fin qui baluardo contro il riarmo. […] Poi tocca a Shigeru Ishiba. «La missione del Giappone è guidare la comunità internazionale verso un mondo libero dalle armi nucleari», dice il traballante premier di minoranza, senza mai alzare l'emozionato sguardo dai suoi appunti. […]
Eppure, non tutti in Giappone sono d'accordo. «Se le potenze nucleari hanno il diritto di armarsi per autodifesa, perché non dovrebbe averlo anche il Giappone?», si chiede il Sanseito, che ha visto passare da 2 a 14 i suoi seggi in parlamento dopo le elezioni del 20 luglio. Saya, esponente di punta, ha dichiarato che «sviluppare armi nucleari è una delle misure più economiche ed efficaci per garantire la sicurezza». Subito dopo, è stata eletta con un record di preferenze.
Si tratta dell'espressione più estrema di una sensazione comunque assai diffusa nella politica giapponese, secondo cui gli attuali rischi per la sicurezza (tra guerra in Ucraina, ascesa militare cinese e asse militare tra Russia e Corea del Nord) richiedano almeno un parziale superamento del pacifismo imposto nel secondo dopoguerra.
Già da qualche anno, si discute di una possibile revisione costituzionale che elimini alcuni vincoli al potenziamento militare Il Sanseito non è, quantomeno non ancora, una forza dominante della politica giapponese, ma la sua crescita nei sondaggi e il seguito tra i giovani rendono significativo il suo appoggio alle armi nucleari.
È una svolta […] che, qualora dovesse guadagnare consensi, rischierebbe di erodere il ruolo fondamentale del Giappone nel mantenimento del tabù delle armi nucleari. Un tabù che rischia di indebolirsi tra la progressiva scomparsa della voce degli hibakusha e l'avanzata di generazioni insoddisfatte dalla stagnazione economica che vedono l'orrore di Hiroshima e Nagasaki come un'eco lontana.