sebastiao salgado

“DOVREI AVERE SENSI DI COLPA PERCHÉ FOTOGRAFO I POVERI? NON NE HO. FOTOGRAFO IL MIO MONDO, CHE VOI CHIAMATE TERZO MONDO” – SEBASTIAO SALGADO, IL GRANDE FOTOGRAFO BRASILIANO MORTO IERI A 81 ANNI, ERA UNO DEGLI ARTISTI PIÙ RICONOSCIUTI AL MONDO, MA ANCHE UNO DEI PIÙ CRITICATI – SMARGIASSI: “’ESTETIZZAZIONE DELLA MISERIA’, ‘SFRUTTAMENTO DELLA SOFFERENZA’, INSOMMA IMPUTATO DI DELITTO DI BELLEZZA, COME SE FOSSE SCONTATO CHE L’ETICA È NEMICA DELL’ESTETICA E IL BELLO È NEMICO DEL BUONO. LA FOTOGRAFIA FU LA SUA MEDICINA. LA BELLEZZA IL SUO LINGUAGGIO, SCEGLIENDO PERÒ DI USARLO PER RACCONTARE LE GRANDI CRISI PLANETARIE…”

Estratto dell’articolo di Michele Smargiassi per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/cultura/2025/05/24/news/sebastiao_salgado_chi_era_fotografo_occhi_mondo-424625243/

 

[…] Sebastião Salgado, il più epico fra i fotografi, è morto a 81 anni, a Parigi, dove viveva con la moglie Lélia Wanick e i due figli, Juliano e Rodrigo. […]

 

sebastiao salgado

Visionario dei due mondi, nato nel cuore del Brasile, fuggito nel cuore dell’Europa, tornato a casa per costruire un’utopia, recuperare alla foresta la fazenda semidistrutta della sua famiglia, ripiantando due milioni di alberi. E in tutto questo, decenni di peregrinazioni sulla crosta del pianeta, cercando di guardare in faccia i dolori e le speranze degli uomini, che erano per lui Il sale della terra , titolo del film sul suo lavoro girato dal figlio Juliano e prodotto da Wim Wenders.

 

Né missionario né rivoluzionario, “né gesuita né militante” per autodefinizione, diceva di sé: «Ho avuto una grande fortuna, nascere dove sono nato. Quello che poi ho fotografato, prima l’ho vissuto». Nel Minas Gerais, a otto ore di cavalcata dalla città più vicina, bambino sognò di fare il pilota d’aereo, ma il giorno dell’esame d’ammissione al corso, a Rio de Janeiro, lo prese l’angoscia e tornò di corsa a casa. […]

 

esule politico a Parigi, economista, specializzato nella filiera del caffè, inciampò nella fotografia solo perché Lélia, architetto, nel ’73 gli prestò la sua fotocamera di lavoro; e lui, folgorato: «Con questa cosa, puoi far vedere quello che senti». Che lo avesse preventivato o no, quel che ci lascia è un compiuto poema omerico sul pianeta, composto con la lentezza di chi lavora per la storia lunga e non per la notizia che brucia

.

sebastiao salgado 1

Dopo un’esperienza nelle agenzie francesi Gamma e Sygma, e un passaggio non felice in Magnum, scelse di lavorare per conto proprio, da “cowboy solitario”, e di farlo per grandi progetti, destinati a grandi libri. Ogni singolo lavoro gli ha richiesto anni di tempo, da sei a otto ciascuno, finanziati da sponsor e dalla vendita di anteprime a grandi testate internazionali (in Italia Repubblica ), per sfociare in mostre e libri, in un progetto di comunicazione di cui Lélia è stata sempre la indispensabile, sapiente regista.

 

sebastiao salgado foto di bacco

Guardandoli tutti assieme, quei lavori compongono un racconto che sembra risalire, a ritroso, i grandi libri dell’Antico Testamento: se La mano dell’uomo , narrazione globale dell’umanità al lavoro, era la biblica condanna alla sudor della fronte, Exodus , l’epopea dei migranti, era la cacciata dal paradiso terrestre, e dopo ancora, cioè idealmente prima, ecco Genesi , viaggio nei recessi ancora primordiali del pianeta, ovvero il ritorno nell’Eden. […] l’ultimo grande lavoro è corso dall’altro capo della storia, all’apocalisse, con Amazzonia, omaggio dolente all’umanità primigenia degli indio condannati alla scomparsa.

mostra fotografica di sebastiao salgado (9)

 

Un programma da brividi, sui cui scherzava: «Dicono che sono un megalomane, non è colpa mia, sono nato in un Paese immenso». Salgado è uno dei due o tre fotografi del Novecento che l’uomo della strada saprebbe nominare a memoria. Il successo delle sue mostre ha fatto di lui una celebrità popolare, ma anche il bersaglio delle accuse più velenose del suo stesso mondo. «Estetizzazione della miseria», «sfruttamento della sofferenza», insomma imputato di delitto di bellezza, come se fosse scontato che l’etica è nemica dell’estetica e il bello è nemico del buono.

 

mostra fotografica di sebastiao salgado (5)

Accuse che lo ferirono, ma che considerava «polemiche da Paesi ricchi»: «Dovrei avere sensi di colpa perché fotografo i poveri? Non ne ho. Forse perché non sono europeo. Quando fotografo il mio mondo, che voi chiamate terzo mondo, fotografo la mia parte, vista dalla mia parte, e la trovo bella. La bellezza non è un diritto di proprietà esclusiva della bella gente nel nord del pianeta».

 

Per proteggere i suoi indio amazzonici indifesi dalle aggressioni dei colonizzatori, delle sette religiose e da ultimo pure del Covid, attaccò duramente il presidente brasiliano Bolsonaro, mettendo a rischio di ritorsione il suo Instituto Terra, concreta utopia ambientalista di ripristino delle foreste. Nelle sue mostre, la documentazione e la testimonianza non mancano mai. […]

 

sebastiao salgado 14

Non furono le polemiche ma la realtà a ferirlo quasi mortalmente: dopo il suo reportage nell’inferno della carestia del Sahel, nel 1984, il suo fisico crollò sotto il peso delle cose viste, sentì «la morte dentro». Si riprese a fatica. La fotografia fu la sua medicina. La bellezza il suo linguaggio, scegliendo però di usarlo per raccontare le grandi crisi planetarie. «Mi dicono spesso Sebastião, tu sei un artista, io rispondo, no, sono un fotografo, è una fortuna, è una cosa unica nella storia, noi fotografi esistiamo da meno di due secoli, forse fra vent’anni non ci saranno più fotografi, tutto cambia». […]

sebastiao salgado attentato a reagan 3sebastiao salgado salgado 2sebastiao salgado 10sebastiao salgado 13sebastiao salgado 11sebastiao salgado 12sebastiao salgado 6mostra fotografica di sebastiao salgado (6)sebastiao salgado 15sebastiao salgado 19sebastiao salgado 16sebastiao salgado 18sebastiao salgado 17mostra fotografica di sebastiao salgado (7)sebastiao salgado 20sebastiao salgado 3sebastiao salgado 4sebastiao salgado 5mostra fotografica di sebastiao salgado (12)mostra fotografica di sebastiao salgado (13)mostra fotografica di sebastiao salgado (14)mostra fotografica di sebastiao salgado (15)mostra fotografica di sebastiao salgado (2)mostra fotografica di sebastiao salgado (3)mostra fotografica di sebastiao salgado (4)mostra fotografica di sebastiao salgado (8)sebastiao salgado oliviero toscani foto di baccosebastiao salgado attentato a reagan 2

Ultimi Dagoreport

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...