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“SEMBRA CHE DUE RIVALI SI FOSSERO TRASFORMATI IN COMPLICI” – NELLA MORTE DI PATRIZIA NETTIS, LA GIORNALISTA 41ENNE TROVATA MORTA A GIUGNO A FASANO, BRINDISI, SPUNTA LA PISTA DELL’ISTIGAZIONE AL SUICIDIO DA PARTE DI DUE UOMINI, CON CUI LA DONNA AVEVA AVUTO UNA RELAZIONE: UN NOTO POLITICO LOCALE E UN IMPRENDITORE – LA SERA PRIMA DEL DECESSO, I TRE AVEVANO AVUTO UN CHIARIMENTO “VIOLENTO”. POI, I DUE UOMINI HANNO CHATTATO PER ORE: “FARÒ DI TUTTO PER INFANGARLA, NON MERITA DI ESSERE DEFINITA DONNA, AVRÀ UNA PUNIZIONE ESEMPLARE…”

Estratto dell’articolo di Chiara Spagnolo per “la Repubblica”

 

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«Le chat tra i due uomini sono agghiaccianti, sembra che due rivali si fossero trasformati in complici»: nel commento di un amico d’infanzia di Patrizia Nettis c’è un sentimento comune a chi conosceva la giornalista pugliese 41enne, trovata morta il 29 giugno scorso nella sua casa di Fasano.

 

Ma anche il filo rosso di un’indagine che mira a chiarire se per quel decesso ci siano responsabili. Se Patrizia sia stata “istigata” al suicidio, come si dice in gergo giudiziario in riferimento a uno dei reati più difficili da dimostrare.

 

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O se abbia deciso da sola di togliersi la vita, impiccandosi con un lenzuolo […]. Nel nido che si era scelta a pochi metri dal Comune, dove era stata assunta da qualche mese come responsabile ufficio stampa.

 

In via Madonna della Stella la sera del 28 giugno ci sarebbe stato un chiarimento tra lei e i due uomini con cui, in momenti diversi, aveva avuto una relazione: prima un noto politico locale, poi un imprenditore.

 

Tutto dopo la fine del matrimonio con un concittadino di Gioia del Colle, dal quale Patrizia ha avuto un figlio che oggi ha nove anni e vive con i nonni paterni. Se quell’ultimo incontro a tre sia stato talmente violento da spingere Patrizia al suicidio è presto per dirlo. Di certo c’è che quella sera i due uomini […]  sono andati via e si sono scambiati dei messaggi ora all’attenzione della Procura di Brindisi.

 

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Le frasi tra i due sono forti, soprattutto le parole dell’imprenditore, che chiama Patrizia «cosa», perché «non merita di essere definita donna», probabilmente dopo aver capito che era ancora legata sentimentalmente all’altro. E promette vendetta: «Farò di tutto per infangarla, so già come muovermi, stavolta avrà una punizione esemplare. Questa è pericolosa, io farò in modo di farle attorno terra bruciata, tanto per iniziare».

 

Proprio questa chat […] dimostrerebbe che «nelle ore antecedenti al fatto è avvenuto qualcosa di molto violento dal punto di vista psicologico». Il punto ora è capire se quel “qualcosa” abbia influito sulla scelta di Patrizia di togliersi la vita, «ammesso che di suicidio si tratti […]».

 

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Dopo l’incontro chiarificatore, ci sono state almeno tre telefonate con il politico, qualcuna con l’imprenditore, molte senza risposta. Un testimone ha parlato di una voce maschile proveniente dalla casa della giornalista che diceva: «Basta con queste sceneggiate ». Poi il rumore di un portone sbattuto, quindi il vuoto, fino al pomeriggio del 29, quando un amico preoccupato si è fatto aprire la porta dalla colf e la giornalista è stata trovata morta.

 

[…] il padre di Patrizia, Vito Nettis […],fin dall’inizio ha chiesto indagini più approfondite […], puntando il dito contro il politico, e che ancora oggi dice: «La conoscenza di relazioni sentimentali della vittima non ne scalfisce il ricordo, in quanto è nel pieno diritto di una donna separata, mentre potrebbe disturbare molto le persone vive, soprattutto quelle sposate, eventualmente coinvolte nella vicenda... E forse il vero problema è proprio questo! ».

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Ovvero, a suo dire, il fatto che uno degli uomini legati a sua figlia sia una figura molto in vista in paese. L’uomo è stato sentito dagli investigatori subito dopo la morte di Patrizia, ma non è indagato. Di lui la giornalista era innamorata, raccontano gli amici di Gioia del Colle.  […]

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