putin korobov

SERVIZI E SEGRETI – MUORE A 62 ANNI IL CAPO DELL’INTELLIGENCE MILITARE RUSSA - IL MINISTERO DELLA DIFESA PARLA DI 'GRAVE MALATTIA' – L’UOMO AVREBBE INIZIATO A STARE MALE DOPO UNA SFURIATA DI PUTIN PER IL CASO SKRIPAL – INTANTO SEUL SI PRENDE L'INTERPOL (DOPO CHE DELL'EX CAPO HONGWEI SI SONO PERSE LE TRACCE), SCHIAFFO AL CREMLINO: BOCCIATO L'UOMO DELLO 'ZAR VLAD' – ECCO PERCHE’

putin korobov

(ANSA) - Igor Korobov, il capo del Gru, l'intelligence militare russa, è morto a 62 anni "a causa di una lunga e grave malattia". Lo ha fatto sapere un portavoce del ministero della Difesa a Ria Novosti. Korobov, stando a quanto riporta Meduza, ha iniziato a stare male in seguito a una sfuriata di Vladimir Putin, a metà dello scorso settembre, dopo che il Gru era stato indicato come il responsabile dell'operazione contro gli Skripal a Salisbury.

 

 

2. SEUL SI PRENDE L’INTERPOL

Manuela Gatti per il Giornale

 

«Sarebbe come mettere una volpe a controllare un pollaio», aveva denunciato pochi giorni fa un gruppo bipartisan di senatori statunitensi. Un russo alla guida dell' Interpol, l' organizzazione internazionale di polizia: Mosca ci sperava, il resto del mondo un po' meno, in primis dissidenti e attivisti anti-Putin.

putin korobov

 

Alexander Prokopchu, fino a ieri numero due dell' agenzia ed ex funzionario del ministero dell' Interno russo, sembrava il candidato favorito. E invece l' assemblea generale, che ieri ha riunito a Dubai i delegati dei 195 Paesi membri, alla fine gli ha preferito l' unico sfidante, il sudcoreano Kim Jong-yang. Un fantoccio, secondo il Cremlino, messo lì all' ultimo momento dietro pressione degli Usa per non far eleggere Prokopchu. Una mossa, per l' Interpol, che mira a riconquistare un po' di quella trasparenza e di quella credibilità perse negli ultimi tempi.

 

I problemi, per l' organizzazione, non sono cominciati con le ultime elezioni. Perché se di elezioni c' è stato bisogno, è perché il presidente uscente è sparito nel nulla. Di Meng Hongwei, cinese, si sono perse le tracce a settembre; alcuni giorni dopo il governo di Pechino ha fatto sapere che l' uomo era stato arrestato con l' accusa di corruzione.

KIM JONG-YANG

 

Non esattamente il bigliettino da visita che ci si aspetterebbe dal coordinamento mondiale di polizia e contrasto del crimine. Soprattutto se all' affaire Hongwei si aggiungono le denunce portate avanti da istituzioni e organismi sovranazionali: l' Interpol avrebbe abusato dei red notice, i «bollini rossi», mandati d' arresto internazionali emessi sulla base delle segnalazioni delle polizie degli Stati membri o anche dell' Onu o di tribunali internazionali, passati da 1.378 nel 2003 a 13.048 nel 2017.

 

Ad aprile il Consiglio d' Europa ha bacchettato l' organizzazione sostenendo che questo strumento viene usato troppo spesso per «perseguire obiettivi politici, reprimere la libertà di espressione e perseguitare gli oppositori anche oltre confine».

 

Il principale accusato di abusare dei bollettini rossi è proprio Mosca, che secondo gli oppositori ha potuto agire indisturbata finora grazie alla presenza di Prokopchu nel ruolo di vicepresidente. Denunce in questo senso sono arrivate da ambienti diversi. I senatori Usa - che si sono appellati a Donald Trump per non far eleggere l' uomo del Cremlino - hanno dichiarato che «la Russia abitualmente abusa dell' Interpol per avere vantaggi e molestare avversari politici, dissidenti e giornalisti».

 

MENG HONGWEI

Ucraina e Lituania hanno minacciato di ritirarsi dall' agenzia se fosse stato eletto il candidato russo. In prima persona è intervenuto Alexei Navalny, il blogger e attivista anti-Putin: «La nostra squadra ha sofferto gli abusi dell' Interpol per le persecuzioni politiche da parte russa», ha twittato. E a esporsi sono stati anche il dissidente russo Mikhail Khodorkovsky e Bill Browder, finanziere e promotore negli Usa del «Magnitsky Act», legge che sanziona i funzionari moscoviti accusati di violazione dei diritti umani e che l' ha reso inviso al Cremlino.

 

alexander prokopchu

Browder ha detto di essere stato fermato dall' Interpol (e poi rilasciato) già sei volte. Prese di posizione che hanno convinto il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, a ufficializzare l' appoggio di Washington al sudcoreano Jong-yang, già presidente ad interim dell' Interpol dalla scomparsa di Hongwei.

 

La sua elezione è uno schiaffo alle mire di Vladimir Putin che Mosca fatica a mandare giù. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, pur riconoscendo la «legittimità» del risultato, ha denunciato «forti pressioni» da parte di Paesi membri prima del voto. Il Regno Unito - le cui relazioni con Mosca sono ai minimi storici dopo il caso Skripal - ha invece parlato di «una notizia eccellente per lo stato di diritto».

 

«Il mondo affronta oggi dei cambiamenti senza precedenti, che rappresentano enormi sfide alla sicurezza pubblica - ha detto Jong-yang dopo la vittoria -. Per vincerli abbiamo bisogno di una visione chiara, dobbiamo costruire un ponte verso il futuro».

putin

In nome della credibilità.

MENG HONGWEI

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....