papa francesco via crucis

 “SI CERCANO PIÙ RISPOSTE SUL WEB CHE DAVANTI AL CROCIFISSO” – ALLA MESSA PER I CARDINALI E I VESCOVI MORTI NELL'ULTIMO ANNO, PAPA FRANCESCO HA SOTTOLINEATO LA NECESSITA' DI AIUTARE I MIGRANTI (UN MESSAGGIO AL GOVERNO MELONI?). HA PARLATO DI MORTE: “MAI ANTEPORRE LE ASPETTATIVE DEL MONDO ALL'ATTESA DEL SIGNORE. CARRIERE, SUCCESSI, RICCHEZZE: TUTTO SVANIRÀ” – E SI È COMMOSSO CITANTO LA LETTERE RICEVUTA DA UN CAPPELLANO LUTERANO DI UNA CASA PER BAMBINI ORFANI DI GUERRA IN UCRAINA

Domenico Agasso per www.lastampa.it

 

PAPA FRANCESCO

Niente compromessi con il Vangelo, bisogna aiutare bisognosi e migranti. Mai anteporre le aspettative del mondo all'attesa del Signore, «carriere, successi, riconoscimenti, ricchezze: tutto svanirà». Il Papa lo afferma alla Messa in suffragio dei cardinali e vescovi defunti nel corso dell’anno. Il Pontefice osserva che «si cercano più risposte sul web che davanti al Crocifisso». E racconta la sua commozione per la lettera che ha ricevuto dal cappellano luterano di una casa per bimbi orfani di guerra in Ucraina.

 

All’«Altare della Cattedra» della basilica di San Pietro Francesco nell’omelia esordisce dicendo le due parole che le Letture ascoltate «suscitano in me: attesa e sorpresa. Attesa esprime il senso della vita, perche viviamo nell’attesa dell’incontro: l’incontro con Dio, che e il motivo della nostra preghiera di intercessione oggi, specialmente per i Cardinali e i Vescovi defunti nel corso dell’ultimo anno, per i quali offriamo in suffragio questo Sacrificio eucaristico».

 

il papa udienza settimanale in vaticano

Tutti viviamo «nell’attesa, nella speranza di sentirci rivolte un giorno quelle parole di Gesu: “Venite, benedetti dal Padre mio”. Siamo nella sala d’attesa del mondo per entrare in paradiso, per prendere parte a quel “banchetto per tutti i popoli” di cui ci ha parlato il profeta Isaia. Egli dice qualcosa che ci scalda il cuore perche portera a compimento proprio le nostre attese piu grandi: il Signore “eliminera la morte per sempre” e “asciughera le lacrime su ogni volto”». Papa Francesco aggiunge senza leggere il testo scritto: è «bello quando il Signore viene ad asciugare le lacrime! Ma e tanto brutto quando speriamo che sia qualcun altro, e non il Signore, ad asciugarle. E piu brutto ancora, non avere lacrime».

 

 Allora si potrà «dire: “Questi e il Signore in cui abbiamo sperato – quello che asciuga le lacrime –; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza”. Si, viviamo nell’attesa di ricevere beni cosi grandi e belli che nemmeno riusciamo a immaginarli, perche, come ci ha ricordato l’Apostolo Paolo, “siamo eredi di Dio, coeredi di Cristo” e “aspettiamo di vivere per sempre, aspettiamo la redenzione del nostro corpo”. Fratelli e sorelle, alimentiamo l’attesa del Cielo, esercitiamoci nel desiderio del paradiso. Ci fa bene oggi chiederci se i nostri desideri hanno a che fare con il Cielo».

 

papa francesco a santa maria maggiore

Perche si rischia di aspirare continuamente a «cose che passano, di confondere i desideri con i bisogni, di anteporre le aspettative del mondo all’attesa di Dio». Ma perdere di vista ciò che «conta per inseguire il vento sarebbe lo sbaglio piu grande della vita. Guardiamo in alto, perche siamo in cammino verso l’Alto, mentre le cose di quaggiu non andranno lassu: le migliori carriere, i piu grandi successi, i titoli e i riconoscimenti piu prestigiosi, le ricchezze accumulate e i guadagni terreni, tutto svanira in un attimo».

 

E rimarra «delusa per sempre ogni attesa riposta in esse. Eppure, quanto tempo, fatiche ed energie spendiamo preoccupandoci e rattristandoci per queste cose, lasciando che si affievolisca la tensione verso casa, perdendo di vista il senso del cammino, la meta del viaggio, l’infinito a cui tendiamo, la gioia per cui respiriamo! Chiediamoci: io vivo quello che dico nel Credo, “aspetto – cioe – la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verra”? E come va la mia attesa? Vado all’essenziale o mi distraggo in tante cose superflue? Coltivo la speranza o vado avanti lamentoso perche do troppo valore a tante cose che non contano e che poi passeranno?».

 

il papa si fa aiutare ad alzarsi

Nell’aspettativa di «domani, ci aiuta il Vangelo di oggi». E qui emerge la seconda «parola che vorrei condividere con voi: sorpresa. Perche e grande la sorpresa ogni volta che ascoltiamo il capitolo 25 di Matteo. E simile a quella dei protagonisti, che dicono: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. Quando mai? Cosi si esprime la sorpresa di tutti, lo stupore dei giusti e lo sgomento degli ingiusti. Quando mai? Lo potremmo dire anche noi: ci aspetteremmo che il giudizio sulla vita e sul mondo avvenga all’insegna della giustizia, davanti a un tribunale risolutore che, vagliando ogni elemento, faccia chiarezza per sempre sulle situazioni e sulle intenzioni».

 

il papa si fa aiutare ad alzarsi 3

Invece, nel «tribunale divino, l’unico capo di merito e di accusa e la misericordia verso i poveri e gli scartati: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piu piccoli, l’avete fatto a me”, sentenzia Gesù. L’Altissimo sembra che stia nei piu piccoli. Chi abita i cieli dimora tra i piu insignificanti per il mondo. Che sorpresa! Ma il giudizio avverra cosi perche a emetterlo sara Gesu, il Dio dell’amore umile, Colui che, nato e morto povero, ha vissuto da servo».

 

La sua misura e un «amore che va oltre le nostre misure e il suo metro di giudizio e la gratuita. Allora, per prepararci sappiamo che cosa fare: amare gratuitamente e a fondo perduto, senza attendere contraccambio, chi rientra nella sua lista di preferenze, chi non puo restituirci nulla, chi non ci attira, chi serve i piu piccoli».

 

il papa udienza settimanale in vaticano 2

Parlando ancora a braccio il Pontefice svela che «questa mattina ho ricevuto una lettera da un cappellano di una casa di bambini, un cappellano protestante, luterano, in una casa di bambini in Ucraina. Bambini orfani di guerra, bambini soli, abbandonati. E lui diceva: “Questo e il mio servizio: accompagnare questi scartati, perche hanno perso i genitori, la guerra crudele li ha fatti rimanere soli”. Quest’uomo fa quello che Gesu gli chiede: curare i piu piccoli della tragedia. E quando ho letto quella lettera, scritta con tanto dolore, mi sono commosso, perche ho detto: “Signore, si vede che tu continui a ispirare i veri valori del Regno”».

 

E poi Francesco sottolinea: «Quando mai?, dira questo pastore quando incontrera il Signore. Quel “quando” meravigliato, che ritorna ben quattro volte nelle domande che l’umanita rivolge al Signore, arriva tardi, solo “quando il Figlio dell’uomo verra nella sua gloria”. Fratelli, sorelle, non lasciamoci sorprendere anche noi. Stiamo ben attenti a non addolcire il sapore del Vangelo».

 

il papa udienza settimanale in vaticano 6

Perche spesso, per «convenienza o per comodita, tendiamo ad attenuare il messaggio di Gesu, ad annacquare le sue parole. Ammettiamolo, siamo diventati piuttosto bravi a fare compromessi con il Vangelo. Sempre fino a qui, fino a la... compromessi. Dare da mangiare agli affamati si, ma la questione della fame e complessa e non posso certo risolverla io! Aiutare i poveri si, pero poi le ingiustizie vanno affrontate in un certo modo e allora e meglio attendere, anche perche a impegnarsi poi si rischia di venire disturbati sempre e magari ci si accorge che si poteva fare meglio!».

 

Stare vicini ai malati e ai carcerati «si, ma sulle prime pagine dei giornali e sui social ci sono altri problemi piu urgenti e dunque perche proprio io devo interessarmi a loro? Accogliere i migranti si, certo, pero e una questione generale complicata, riguarda la politica… Io non mi mischio in queste cose… Sempre i compromessi: “si, si...”, ma “no, no”. Questi sono i compromessi che noi facciamo con il Vangelo. Tutto “si” ma, alla fine, tutto “no”.».

 

papa francesco con la bandiera ucraina di bucha

E cosi, a forza di «“ma” e di “pero” – tante volte noi siamo uomini e donne di “ma” e di “pero” – facciamo della vita un compromesso con il Vangelo. Da semplici discepoli del Maestro diventiamo maestri di complessita, che argomentano molto e fanno poco, che cercano risposte piu davanti al computer che davanti al Crocifisso, in internet anziche negli occhi dei fratelli e delle sorelle; cristiani che commentano, dibattono ed espongono teorie, ma non conoscono per nome neanche un povero, non visitano un malato da mesi, non hanno mai sfamato o vestito qualcuno, non hanno mai stretto amicizia con un bisognoso, scordando che “il programma del cristiano e un cuore che vede”», scandisce citando l’enciclica di Benedetto XVI Deus caritas est.

 

Insiste il Vescovo di Roma: «Quando mai? – la grande sorpresa: sorpresa dalla parte giusta e dalla parte ingiusta – Quando mai? Si chiedono sorpresi sia i giusti che gli ingiusti». La risposta e una sola: «Il quando e adesso, oggi, all’uscita di questa Eucaristia. Adesso, oggi. Sta nelle nostre mani, nelle nostre opere di misericordia: non nelle puntualizzazioni e nelle analisi raffinate, non nelle giustificazioni individuali o sociali. Nelle nostre mani, e noi siamo responsabili».

papa francesco con una bandiera ucraina proveniente da bucha

 

Oggi il Signore ricorda che la morte «giunge a fare verita sulla vita e rimuove ogni attenuante alla misericordia. Fratelli, sorelle, non possiamo dire di non sapere. Non possiamo confondere la realta della bellezza con il trucco fatto artificialmente. Il Vangelo spiega come vivere l’attesa: si va incontro a Dio amando perche Egli e amore». E, nel giorno del «nostro congedo, la sorpresa sara lieta se adesso ci lasciamo sorprendere dalla presenza di Dio, che ci aspetta tra i poveri e i feriti del mondo. Non abbiamo paura di questa sorpresa: andiamo avanti nelle cose che il Vangelo ci dice, per essere giudicati giusti alla fine. Dio attende di essere accarezzato non a parole, ma con i fatti».

 

bergoglio in carrozzina 1

Al termine della Celebrazione, in forma strettamente privata, segue un momento di preghiera presieduto da Jorge Mario Bergoglio nel Campo Santo Teutonico.

papa francesco

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