stefano colasanti esplosione sulla salaria

“SI ERA FERMATO PER AIUTARE” – LA STORIA DEL VIGILE DEL FUOCO MORTO NELL’ESPLOSIONE SULLA SALARIA – SINDACALISTA E ALLENATORE, IL GIORNO PRIMA IN UN’ESERCITAZIONE INTERPRETAVA IL RUOLO DELLA VITTIMA - NON ANCORA IDENTIFICATA L'ALTRA PERSONA MORTA NELLO SCOPPIO: SI IPOTIZZA SI TRATTI DI UN...

stefano colasanti esplosione sulla salaria

Maria Egizia Fiaschetti per “Corriere della Sera”

 

Il giorno prima, per la festa di santa Barbara protettrice dei vigili del fuoco, Stefano Colasanti in caserma impersona il morto nella simulazione dello scoppio di un' autocisterna. Ieri, mentre è alla guida di un camion da Poggio Mirteto, nel Reatino, a Monterotondo per la revisione in officina, la realtà supera l' immaginazione. Alla vista delle fiamme il pompiere, 50 anni, sindacalista della Uil e allenatore della squadra di calcio a 5 femminile Cittaducale che gareggia in serie D, si ferma.

 

stefano colasanti esplosione sulla salaria

Non è in servizio operativo, ma intuisce il pericolo e chiama i rinforzi. È ancora lì all' arrivo della prima squadra di soccorso e dell' autoambulanza. Troppo vicino all' esplosione che lo travolge all' improvviso, con un' onda d' urto così dirompente da scaraventarlo a decine di metri di distanza. Malgrado l' esperienza nel valutare il rischio potenziale, Colasanti, come confermeranno più tardi alcuni suoi colleghi, è sopraffatto dalla dinamica imponderabile della deflagrazione. Quando è ormai troppo tardi al distributore arriva il fratello poliziotto, autista del questore di Rieti Antonio Mannoni, che non sa ancora nulla.

 

esplosione cisterna gpl salaria

Dell' altra vittima, non ancora identificata e sottoposta al test del Dna, si ipotizza si tratti di un automobilista forse fermatosi perché incuriosito dalla colonna di fumo. In serata i feriti salgono a 18, tutti soccorritori, ricoverati negli ospedali di Rieti e della Capitale. Quelli con le ustioni più gravi, in alcuni casi sopra il 50%, vengono trasferiti nel reparto specializzato del Sant' Eugenio (sono tre i pazienti in prognosi riservata). Nel frattempo al Pronto soccorso del Sant' Andrea, nel quadrante nord di Roma, i parenti aspettano notizie dei quattro vigili del fuoco affidati alle cure mediche. Fabio Giuliani freme. Vuole sapere del padre Lorenzo, 54 anni, di Poggio Mirteto, che oltre alle bruciature ha riportato fratture alle costole: «Non sono ancora riuscito a parlargli, appena mi hanno avvertito mi sono catapultato qui». Com' è crescere con un papà che rischia ogni giorno la vita?

 

esplosione cisterna gpl salaria

«Sono orgoglioso del suo lavoro, l' ho sempre visto come un supereroe... Ho già fatto i test per entrare nel Corpo, voglio seguire il suo esempio». Fabrizio, il fratello del caposquadra, lo descrive come «molto spaventato». E ammette, mentre si stringe alla cognata con gli occhi rossi di pianto: «È stata una botta tremenda».

 

esplosione cisterna gpl salaria

Nel limbo di chi aspetta che si aprano le porte arancioni del triage, presidiate da guardie giurate, siede la moglie di un altro pompiere ferito, Fabio Matteozzi, 47 anni, di Monte Libretti: «Mi ha detto di non preoccuparmi, che ha solo qualche ustione sulle gambe... ma è tosta, siamo distrutti».

 

esplosione cisterna gpl salaria

A tenere i contatti con i familiari e aggiornarli sulle condizioni dei propri cari è Stefano Tomaselli, funzionario di guardia al comando provinciale di Roma: «I soccorritori sono stati colti di sorpresa - racconta -. In casi come questo si fa sempre una stima del rischio, ma l' evoluzione è stata talmente rapida da annullare qualsiasi previsione». Come stanno i colleghi? «Sono molto provati, parlano poco, ma gli occhi dicono tutto... sono occhi che hanno visto la morte in faccia. Stanno vivendo un doppio trauma, fisico ed emotivo, difficile da rimuovere».

 

Come si supera uno choc di questa portata? «Ci si ributta nella mischia, per cancellare i ricordi ma anche per confermare gli ideali di soccorso, salvataggio e servizio. Come un bambino che cade e deve rialzarsi per continuare a correre», è la metafora che ha il sapore di una carezza. Tra le poche parole che Tomaselli riesce a raccogliere, a colpirlo è un' immagine ricorrente: «Il boato, l' onda di calore, corpi scagliati dall' altra parte della strada...». E poi le grida, il fumo nero.

l'autocisterna esplosa sulla salaria 1l'autocisterna esplosa sulla salaria 2l'autocisterna esplosa sulla salaria 3l'autocisterna esplosa sulla salaria 4stefano colasanti

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…