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SI PUÒ ANDARE IN CONGEDO DI PATERNITÀ ANCHE SENZA PENE? - LEGGETE LA STORIA DI GAIA, 41ENNE TORINESE, CHE CON LA COMPAGNA È DIVENTATA MADRE DI UNA BIMBA ATTRAVERSO LA PROCREAZIONE ASSISTITA IN SPAGNA - DOPO UN PRIMO RIFIUTO, L’AZIENDA LE HA RICONOSCIUTO IL CONGEDO DI PATERNITÀ (E NON DI MATERNITÀ VISTO CHE LA MAMMA BIOLOGICA È LA COMPAGNA), MA PER L’ANAGRAFE RIMANE UNA SCONOSCIUTA: “SE A MIA MOGLIE SUCCEDESSE QUALCOSA, POTREBBERO PORTARMELA VIA E AFFIDARLA AI GENITORI DI MIA MOGLIE…”

Filippo Femia per “La Stampa”

 

coppia lesbica con figlio 8

Gaia scorre sullo smartphone le foto in cui regge in braccio la piccola Nora. A due settimane dalla nascita è ancora incredula, gli occhi sorridenti: ma l'emozione di essere diventata mamma si scontra con la consapevolezza di non essere considerata tale dalla legge italiana. L'azienda per cui lavora questa 41enne torinese, però, le ha concesso il congedo parentale: di paternità, non maternità.

 

Una contraddizione apparente che fotografa il limbo in cui si trovano ingabbiate migliaia di coppie dello stesso sesso che decidono di avere figli. Stavolta, però, c'è stata un'inattesa sorpresa a lieto fine.

coppia omosessuale

 

Nel 2019 Gaia si sposa con Sara, la compagna di una vita, due anni più giovane. «Stiamo insieme dal '98 e qualche tempo dopo le nozze è arrivato il desiderio di mettere su famiglia», ricorda. Nell'estate 2021 la coppia vola a Madrid per la procreazione assistita (vietata in Italia alle coppie non etero).

 

Poi la notizia tanto attesa: il grembo di Sara custodisce il loro sogno, si chiamerà Nora. Gaia, direttrice di una filiale di Intesa Sanpaolo nell'hinterland torinese, comunica la notizia a colleghi e superiori e inoltra la richiesta per poter usufruire del congedo parentale. «Le prime risposte sono state negative. Tutti ripetevano la stessa cosa: "È assurdo che tu non ne abbia diritto, ma purtroppo queste sono le regole"».

coppia lesbica con figlio 7

 

Nora nasce il 13 maggio all'ospedale Mauriziano di Torino e Gaia prende ferie per stare vicino alla moglie e alla bimba. Una settimana dopo arriva una mail aziendale: «La sua richiesta di congedo parentale è stata accettata». Una rivoluzione, che amplia notevolmente la normativa nazionale.

 

Per la prima volta un colosso privato, con 90 mila dipendenti in Italia, riconosce il congedo di paternità a una donna (perché tecnicamente la mamma biologica è Sara). Nel frattempo, infatti, Intesa Sanpaolo ha firmato un accordo sindacale che segna un passo storico nel riconoscimento della genitorialità inclusiva: tutti gli strumenti di welfare aziendale vengono estesi alle coppie dello stesso sesso.

coppia lesbica con figlio 6

 

«Si tratta di un ulteriore passo verso l'inclusione di ogni tipo di famiglia», si legge in una nota della banca, che ricorda come di recente sia stata creata «una community interna Lgbtqi+ e nel 2021 è stato definito uno specifico processo per supportare chi ha intrapreso un percorso di transizione di genere».

 

Ora Gaia si trova sospesa in un limbo fatto di angosce e timori. L'apertura dell'azienda per cui lavora la considera "papà" di Nora, mentre tecnicamente per l'anagrafe è una completa sconosciuta. «Non mi serve di certo un pezzo di carta per sentirmi madre - si sfoga -, ma i miei diritti e quelli di Nora non sono tutelati. Se a mia moglie succedesse qualcosa, potrebbero portarmela via e affidarla ai genitori di mia moglie».

 

coppia lesbica con figlio 5

La distanza tra il mondo reale e la legge italiana è apparsa in tutto il suo stridore quando Nora è stata registrata all'anagrafe. «Sapevamo che solo mia moglie poteva comparire come mamma, ma è stato tristissimo leggere quei documenti», racconta Gaia. Sara ha dovuto firmare l'atto in cui dichiarava che Nora era nata «dall'unione naturale con uomo non parente né affine nei gradi che ostano al riconoscimento ai sensi dell'articolo 251 del codice civile», come recita la formula ufficiale.

 

coppia lesbica con figlio 4

Un'offesa più che una discriminazione, secondo la coppia. «Parole che sembrano arrivare dal paleolitico: come se nel 2022 non esistessero figli nati con la procreazione assistita ma soltanto da "un'unione naturale". È assurdo».

 

Da anni le famiglie arcobaleno attendono che il Parlamento accolga i solleciti della Corte costituzionale e approvi una legge ad hoc. «Non dico che il legislatore debba essere precursore - ragiona Sara -, ma almeno leggere la realtà esistente e adeguarsi: le coppie arcobaleno e i loro figli non sono un'entità astratta, siamo persone in carne e ossa e meritiamo gli stessi diritti di tutti».

coppia lesbica con figlio 3

 

Le cose si sono complicate quando a marzo il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha interrotto la trascrizione dei figli nati da coppie dello stesso sesso in seguito a un parere della Prefettura che imponeva lo stop. Gaia sta studiando l'ipotesi dell'adozione di Nora per poter essere riconosciuta come mamma. Sara fa la maestra in una scuola elementare e quando gli alunni hanno visto comparire il pancione le hanno domandato chi fosse il padre: «Ho detto la verità: nessuno si è scandalizzato, nemmeno tra i genitori. Ci sono bimbi di 8 anni più avanti dei politici che governano». È pensando a queste nuove generazioni che Gaia e Sara guardano al futuro con ottimismo.

coppia lesbica con figlio 1coppia lesbica con figlio 2

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