smart working

SMART WORKING, FAR WEST – LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SI PREPARA A RIPARTIRE, MA UN DIPENDENTE PUBBLICO SU TRE POTREBBE NON DOVER TIMBRARE PIÙ IL CARTELLINO - I COSIDDETTI LAVORI SMARTABILI SONO QUELLI DELLE FUNZIONI CENTRALI: CIRCA 800MILA STATALI, COMPRESI QUELLI DEGLI ENTI LOCALI, SUI TRE MILIONI TOTALI – MA OCCHIO AL FAR WEST: SPETTA ALLE SINGOLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE INDIVIDUARE, IN PIENA AUTONOMIA, QUALE SONO LE MANSIONI CHE…

Francesco Bisozzi per "il Messaggero"

 

smart working 1

Mascherina, visiera e termoscanner. Così la Pa si prepara a ripartire. Sta prendendo forma in queste ore la direttiva con cui il ministero della Pubblica amministrazione disciplinerà la riapertura degli uffici pubblici dal 31 luglio in poi per garantire il ritorno in sicurezza degli statali sul luogo di lavoro, ma uno su tre non dovrà più timbrare il cartellino.

 

LE VERIFICHE

All'ingresso degli uffici pubblici verrà rilevata la temperatura corporea delle persone in entrata. Gli orari di apertura verranno estesi per evitare assembramenti. Obbligo d'indossare dispositivi di protezione individuale per il personale interno. Se negli spazi comuni non sarà possibile rispettare la distanza interpersonale allora anche gli utenti dovranno mettere la mascherina.

 

smart working con i figli

Oggi lo smart working è diventato la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa in seno alla Pa, al punto da aver toccato punte dell'90 per cento nel momento di massima emergenza, ma l'obbiettivo della ministra Fabiana Dadone è ora quello di abbassare gradualmente l'asticella delle attività poste in smart working, per permettere alla macchina pubblica di tornare a lavorare a pieno regime entro la fine dell'anno. Adesso lavorano da remoto sette statali su dieci, mentre nel 2021 solo il trenta per cento sarà in smart working stando ai piani del ministero della Pa.

 

MEME SMART WORKING

I SERVIZI

Nella Capitale, per intenderci, si contano 400 mila dipendenti pubblici, di cui 100 mila hanno già fatto rientro nei ministeri, negli enti pubblici, nelle agenzie fiscali e all'Inps.

In autunno altri duecentomila andranno accompagnati progressivamente sul luogo di lavoro, garantendo il rispetto delle regole di sicurezza imposte dal Covid-19. Nella bozza del provvedimento contenente le linee guida anti-contagio alle quali dovranno attenersi le amministrazioni pubbliche si legge per esempio che sarà obbligatorio «l'uso di mascherine chirurgiche da parte dei lavoratori che svolgono attività in presenza o che lavorano in maniera ordinaria in postazioni di lavoro in spazi condivisi» e che se necessario dovranno essere utilizzate anche delle barriere separatorie nei locali più affollati, mentre per i «lavoratori che svolgono attività a contatto con il pubblico, in aggiunta alle mascherine, potrà essere previsto l'impiego di visiere».

 

smart working 4

Dovranno indossare dispositivi di protezione individuale negli spazi comuni pure gli utenti «qualora non sia possibile mantenere il distanziamento interpersonale». E ancora. All'ingresso degli uffici verrà rilevata la temperatura corporea delle persone in entrata e «nel caso in cui sia superiore ai 37.5 gradi non sarà consentito l'accesso del lavoratore o dell'utente».

 

 smart working 6

Nella bozza si parla anche dell'orario dei servizi erogati al pubblico e di quello di lavoro che dovranno «essere organizzati in maniera più flessibile» e di altre «misure per favorire la fruizione alternata degli spazi comuni». Per quanto riguarda la pulizia e l'igiene degli ambienti lavorativi e di quelli dedicati all'accoglienza sarà necessario invece prevedere «frequenti interventi sia sugli spazi di fruizione condivisa che sulle dotazioni strumentali ed effettuare operazioni routinarie di sanificazione sugli impianti di condizionamento dell'aria, in funzione dell'orario di attività». In Italia nel frattempo circa il 25 per cento dei dipendenti pubblici che lavoravano in modalità agile durante il lockdown è tornato in ufficio.

 smart working 7

 

LA PLATEA

I cosiddetti lavori smartabili in seno alla Pubblica amministrazione sono quelli delle funzioni centrali, che inglobano 230 mila lavoratori pubblici, e degli enti locali, altri 600 mila dipendenti, per un totale di circa 800 mila statali sui tre milioni totali. Il comparto scuola, dove ci sono più di un milione di dipendenti pubblici, una volta accantonata la didattica a distanza è difficilmente smartabile. Lo stesso vale per la Sanità e per le Forze dell'Ordine.

 

Ecco perché non sarà una passeggiata far sì che lo smart working diventi una regola per uno statale su tre il prossimo anno. Altro scoglio: spetta alle singole amministrazioni pubbliche individuare, in piena autonomia, quale sono le mansioni al loro interno che possono essere smartate e quanti sono i lavoratori coinvolti da tali attività lavorative. In questo modo però si rischia un autentico Far West. Insomma, c'è il nodo dei controlli da sciogliere. Lo smart working nella Pa andrà contrattato con i sindacati e quando ripartirà il negoziato con l'Aran per il rinnovo del contratto per il pubblico impiego occuperà un ruolo centrale nella trattativa.

smart working 2smart working 1

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”