leonardo caffo

IO SO' IO E VOI NON SIETE UN CAFFO – IL FILOSOFO TANTO CARO A CHIARA VALERIO, DOPO LA CONDANNA A QUATTRO ANNI IN PRIMO GRADO PER VIOLENZE NEI CONFRONTI DELLA SUA EX COMPAGNA, HA DETTO “NON HO PICCHIATO NESSUNO, CHIEDO SCUSA MORALMENTE MA NON PENALMENTE” – CAPPELLINI: “NON È FACILE ORIENTARSI NEL CAFFO-PENSIERO E NELLE SUE CONNESSIONI LOGICHE. SE NON HA PICCHIATO NESSUNO PERCHÉ DOVREBBE SCUSARSI? E POI CHE SIGNIFICA SCUSARSI ‘MORALMENTE’ ANZICHÉ ‘PENALMENTE’? RESTA UN PROBLEMA: PER I GIUDICI UNO SCHIAFFO E UN DITO ROTTO NON SONO INCIDENTI DA SCUSE MORALI…”

Estratto dell’articolo di Stefano Cappellini per www.repubblica.it

 

LEONARDO CAFFO

Da quando il caso Caffo si è arricchito della voce di Caffo medesimo è diventato ancora più rivelante. La vicenda, a grandi linee, la conoscete. Caffo, che di mestiere fa il filosofo, è stato appena condannato a quattro anni in primo grado per violenze nei confronti della sua ex compagna.

 

Pochi giorni prima della sentenza, il suo invito alla fiera romana Più libri più liberi da parte della curatrice del programma Chiara Valerio, aveva scatenato proteste e diserzioni, in cima alle quali era quella di Zerocalcare. Dopo il pronunciamento dei giudici, e a differenza della vittima, Caffo ha preso la parola e ha cercato di difendersi – resta, bene ricordarlo, innocente fino a sentenza definitiva.

 

Non è facile orientarsi nel Caffo-pensiero e nelle sue connessioni logiche, ma questo potrebbe essere un limite espistemologico di chi filosofo non è. C’è il Caffo che dice: “Non ho picchiato nessuno”. E c’è il Caffo che aggiunge: “Chiedo scusa moralmente ma non penalmente”.

 

 

chiara valerio

[…] se non ha picchiato nessuno, a dispetto di quel che hanno ritenuto i giudici milanesi di primo grado, perché dovrebbe scusarsi? E poi che significa scusarsi “moralmente” anziché “penalmente”? Ci sta dicendo che non si è comportato bene con la sua compagna ma nessuno dei suoi comportamenti aveva rilievo penale? Resta un problema: per i giudici uno schiaffo e un dito rotto non sono incidenti da scuse morali, o meglio, possono anche esserlo, dopo, a patto che lo spostamento sul piano morale non sia un espediente per rimuovere il codice penale.

 

Che Caffo ammetta a modo suo di non essersi comportato in modo irreprensibile parrebbe confermato da quest’altra frase: “La filosofia e la cultura la fanno persone con contraddizioni, perché se uno si leggesse le biografie dei pensatori…”. Qui Caffo dice una cosa verissima: le vite non sono perfette, nemmeno quelle di chi è capace di trovare perfezione di pensiero nei propri libri. Poi c'è il dramma di chi è imperfetto nella condotta e nel pensiero, ma non divaghiamo.

 

Leonardo Caffo Zerocalcare Fumettibrutti

Qui il problema sembra un altro, e cioè che la sua affermazione smentisce un decennio abbondante di cancel culture, quella pratica intellettuale fondata sulla pretesa di giudicare la letteratura, l’arte, il cinema e in generale il pensiero altrui partendo proprio da un giudizio morale sulla vita degli autori, giudizio peraltro maturato applicando categorie e griglie contemporanee anche a gente di quattro, sei o dieci secoli fa.

 

Caffo nelle interviste ricorda la sua amicizia con Michela Murgia, scrittrice scomparsa, e difensora della cancel culture. O meglio, sostenitrice della tesi secondo cui la cancel culture è un’invenzione reazionaria di chi non tollera la battaglia senza esclusione di colpi contro la misoginia e il patriarcato. Murgia, nella sua frenetica attività intellettuale, si era occupata molto anche di violenza contro le donne e aveva scritto un manuale per contestare il lessico che spesso accompagna le cronache giornalistiche dei femminicidi.

 

LEONARDO CAFFO

Guai a parlare di “amore” o “amore malato”, no a “gelosia”, vietato il termine “raptus”. Murgia considerava giustificazioniste tutte quelle ricostruzioni che inquadravano il femminicidio nella sua cornice di partenza. L’idea era che qualsiasi accenno a una base emotiva del fatto di sangue fosse sempre, senza eccezioni possibili, ciarpame per assolvere il maschio.

 

Necessario, nelle regole dettate da Murgia, era lasciare in campo solo l'unica cornice capace di dare spiegazioni: la sopraffazione patriarcale. Secondo Murgia qualsiasi contestualizzazione era una scappatoia.

 

Detto che qui non è morto nessuno, per fortuna, l’allievo di Murgia parrebbe rivendicare il contrario: contestualizziamo, ridatemi la mia umanità, posso aver sbagliato ma non riducete tutto a teatrino ideologico. Per Caffo sarebbe un atto di umanità opporsi alla sua “mostrificazione”. “Siamo un Paese cristiano, esiste il perdono?”, ricorda, e anche qui resta il dubbio: ma perdono per cosa se non ha fatto niente?

 

michela murgia

Caffo spiega pure che Murgia se ne sarebbe fregata delle polemiche, lo avrebbe difeso a oltranza: “Michela l’ho sentita il giorno prima che morisse, sapeva tutto di me. Mi avrebbe invitato alla fiera, se ne sarebbe sbattuta delle critiche e li avrebbe asfaltati tutti. E penso che la fiera l’avrebbe dedicata a me”. Anche qui è probabile che Caffo abbia ragione.

 

Però i non filosofi si ritrovano a chiedersi: ma allora le patenti di moralità le dà un gruppo di autoproclamati illuminati? Gente che bacchetta per ideologia gli altri e si autoassolve se inciampa nei medesimi problemi per cui lincia il prossimo?

 

LEONARDO CAFFO

Dice Caffo: “Vorrei ricordare che oggi vale uno strano mito della purezza, che tra l’altro è in totale contraddizione con la storia dell’umanità”. Verissimo. Il talebanismo di certe crociate moralistiche è evidente, sarebbe utile se il concetto fosse condiviso non solo quando rischia di ritorcersi contro gli ideologi delle crociate.

 

[…]  Caffo ci tiene molto a incorniciare i suoi ragionamenti dentro una premessa politica: lui non è di sinistra, anzi ha buttato giù il telefono quando lo hanno chiamato giornali di sinistra e ha invece risposto con piacere a quelli di destra perché, spiega a Libero, i giornali di destra “sono l’ultima architrave del libero pensiero”.

 

Le femministe? “Il femminismo classico l’ha inglobato il capitalismo”, dice Caffo, neanche avesse ingoiato un libricino di Fusaro. Quasi contiana la spiegazione del perché Caffo si sfila dall’album di famiglia: “Non sono di sinistra, infatti ho scritto un libro sull’anarchia”. Non è di sinistra, è “anarchico”. Siamo noi non filosofi a essere rimasti indietro, fermi a quando si dichiaravano “anarchici” in questo modo solo quelli di destra che non avevano il coraggio di dirsi tali.

 

ROBERTO SAVIANO CHIARA VALERIO

Non sappiamo se Caffo sia un Bakunin, per certo è un emulo di Giulio Base (il neodirettore del Festival del cinema di Torino, nominato dalla destra, ha subito voluto smentire: “Io di destra? No, sono anarchico”).

 

Caffo ha bisogno di qualcuno che gli dica che ha comunque ragione: ieri era Murgia, oggi è Mario Sechi su Libero. E allora? Conclude Caffo: “Ho sia idee di destra che idee di sinistra”. L’ultima flebile speranza di noi non filosofi è che non intenda questo: che è di destra quando dice che non ha fatto niente e di sinistra quando chiede perdono.

LEONARDO CAFFOChiara Valerio e Michela Murgia

Ultimi Dagoreport

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...