“SONO COME UN SOLDATO IN TRINCEA. ASPETTO CHE PASSI” - ANDREA SEMPIO A “CHI L’HA VISTO?” CONFERMA CHE LO SCONTRINO DEL PARCHEGGIO DI VIGEVANO È SUO E SMONTA LE SUGGESTIONI SULL’’OMICIDIO DI CHIARA POGGI COLLEGATO ALLO SCANDALO DEL SANTUARIO DELLA BOZZOLA: “STIAMO PARLANDO DI UNA NORMALISSIMA RAGAZZA DI PROVINCIA NON DI UN APPARTENENTE ALLE FORZE DELL'ORDINE CHE HA SCOPERTO UN GIRO STRANO. MI SEMBRA UNA IPOTESI MOLTO TIRATA PER I CAPELLI”. MA IL NIPOTE DI FLAVIUS SAVU, L’UOMO CONDANNATO PER I RICATTI A SFONDO SESSUALE DELLA BOZZOLA, SOSTIENE CHE ALL’EPOCA IL ROMENO SCAPPÒ DALL’ITALIA "PER PAURA DI FARE LA STESSA FINE DI CHIARA POGGI…”
GARLASCO, SAVU 'AVEVA PAURA DI FINIRE COME CHIARA POGGI'
(ANSA) - Flavius Savu aveva paura di "fare la fine di Chiara Poggi" tornando in Italia e per questo si era dato latitante dopo la condanna per i ricatti economici a sfondo sessuale al santuario della Bozzola finiti tra le piste del caso Garlasco (Pavia). Lo afferma il nipote, Cleo Kolundra Stefanescu, anch'egli in carcere a Pavia, in una lettera inviata al quotidiano Il Tempo.
Sull'omicidio della giovane, avvenuto il 13 agosto 2007 e per il quale è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi, è aperto un nuovo filone d'inchiesta che vede indagato Andrea Sempio per omicidio in concorso.
Un'estorsione, quella di Savu, che è costata cara al romeno, condannato a 5 anni e in fuga fino a un mese fa, in Svizzera, per essere poi estradato in Italia e recluso nel carcere di Torre del Gallo di Pavia, nella stessa cella con il nipote.
SANTUARIO DELLA BOZZOLA - GARLASCO
"Il nipote di Savu - scrive oggi Il Tempo - premettendo che un maresciallo dei carabinieri un giorno intimò allo zio 'di non avvicinarsi più al Santuario e di non dover più mettere piede a Garlasco' precisa che 'già nel 2006 don Cervio aveva denunciato gli scandali a sfondo sessuale che avvenivano al Santuario'".
"Un giorno per curiosità chiesi a mio zio quanti soldi era riuscito a prendere da don Gregorio - racconta ancora nella lettera - e lui mi disse: 'Con tutti i soldi che girano al Santuario non ho preso nemmeno le briciole!'".
SEMPIO, STO COME I SOLDATI IN TRINCEA, ASPETTO CHE PASSI
(ANSA) - Le ipotesi di festini o altro scoperti da Chiara Poggi al Santuario della Bozzola "mi sembrano tutte grosse suggestioni". Andrea Sempio a Chi l'ha visto? ha detto di non credere a questa pista per l’omicidio.
"Stiamo parlando di una normalissima ragazza di provincia non stiamo parlando di un appartenente alle forze dell'ordine che ha scoperto un giro strano. Mi sembra una ipotesi molto tirata per i capelli, mi sembrano suggestioni nulla di reale" ha osservato.
LO SCONTRINO DEL PARCHEGGIO DI ANDREA SEMPIO
Per quanto riguarda invece l'atteggiamento tranquillo, Sempio ha detto di essere "un po' come quei soldati nelle guerre di trincea. Devi star lì, devi aspettarti che possa capitare di tutto e basta. Sei rassegnato - ha concluso - ad aspettare che passi".
NUOVI DUBBI SULLO SCONTRINO. SEMPIO, 'L'HO PRESO IO'
(di Francesca Brunati e Igor Greganti) (ANSA) - Spunta un nuovo testimone nella lunga storia giudiziaria dell'omicidio di Chiara Poggi, costellata fin da subito da deposizioni ritrattate o di cui, in corso d'opera, è stato corretto il tiro: si va dall'operaio che 18 anni fa aveva rivelato di aver visto il giorno del delitto una delle sorelle Cappa aggirarsi in bici nei pressi della villetta di Garlasco con un'asta in mano, al signor Gianni che i suoi segreti li ha detti in tv.
Da un sedicente contadino che aveva assicurato di aver sentito le grida di un litigio tra Chiara e il suo killer, fino al pompiere amico della madre di Andrea Sempio, l'indagato nell'ultima inchiesta sulla morte della giovane: Antonio avrebbe parlato in merito all'ormai noto scontrino-alibi del parcheggio mostrato agli inquirenti dallo stesso Sempio.
ANDREA SEMPIO A POMERIGGIO CINQUE
Ed è proprio lo scontrino la materia del contendere tra accusa, in questo caso i carabinieri del nucleo investigativo di Milano che conducono la nuova inchiesta dei pm di Pavia, e la difesa dell'amico storico di Marco Poggi. Da quanto è trapelato e riportato da alcune testate, una persona, non si sa quando, si è presentata negli uffici della caserma di via Moscova per smontare, pure lui, l'alibi di Sempio: il biglietto del posteggio di Vigevano, datato 13 agosto 2007, fornito un anno dopo l'omicidio, non è suo. Rivelazioni che arrivano dopo anni, una serie di gradi di giudizio che hanno portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi a 16 anni di carcere, e tre indagini che hanno acceso i riflettori sul 37enne della Lomellina. Il quale ancora oggi ha ripetuto che lo scontrino l'aveva preso lui.
"Quandanche fosse un alibi, è un mero indizio e non una prova - ha spiegato oggi il suo legale Liborio Cataliotti -. Quindi che valore probatorio vogliamo dare a tutto questo bailamme? Nella migliore delle ipotesi, dal punto di vista dell'accusa, pochissimo". L'avvocato che con Angela Taccia assiste Sempio, e che hanno nominato la genetista Marina Baldi che lavorerà al fianco di Armando Palmegiani, ha poi aggiunto: "l'esperienza mi insegna che talvolta", quando "trasudano mediaticamente notizie riservate" questa "sia una scelta processuale di chi dispone dell'atto segreto per misurare le reazioni" che "qui non ci sono".
Perchè lui e la collega si sono imposti un "modus operandi. Commentare gli atti se e quando li vedremo in quanto atti processuali", con la firma dell'investigatore e del pm che ha raccolto la deposizione. Quel verbale, dunque, "non lo voglio mettere in discussione ma neanche commentare perché non è in nostro possesso".
In attesa di leggere le carte 'ufficiali', ossia depositate alle parti secondo le regole dettate dal codice, Cataliotti è intervenuto su un altro punto: l'eventuale richiesta di trasferimento dell'indagine a Brescia per connessione con quella sull'ex procuratore di Pavia, Mario Venditti. "Da parte nostra non c'è alcuna volontà di trovare un escamotage per sottrarci al giudice naturale, non è nella logica delle cose. - ha affermato - A meno che non ci sia un motivo giuridico fondato, e ad oggi non si va in questa direzione, allora sarebbe doveroso".
GARLASCO E LA DIATRIBA SUL TICKET DEL PARCHEGGIO SEMPIO: «LO PRESI IO»
Estratto dell’articolo di Cesare Giuzzi per il “Corriere della Sera”
Di chi è lo scontrino di Vigevano? Di Andrea Sempio, che continua a giurare che la mattina di lunedì 13 agosto 2007, mentre Chiara Poggi veniva uccisa, lui era alla ricerca di un libro a 18 chilometri da Garlasco dopo aver parcheggiato la sua auto in piazza Sant’Ambrogio trovando poi la biblioteca chiusa? Oppure, come sostiene la procura di Pavia, di qualcun altro che — in modo consapevole o inconsapevole — ha fornito a posteriori l’alibi perfetto a un (presunto) assassino?
gli scontrini del parcheggio di vigevano a casa della famiglia di andrea sempio
Diciotto anni dopo quel pezzetto di carta di pochi centimetri resta uno dei punti più controversi della nuova indagine sul caso Garlasco.
[…] i pm di Pavia hanno fin da subito dubitato che quel ticket […] Oggi la convinzione degli investigatori, forti anche della testimonianza di una persona che avrebbe avuto conoscenza diretta dei fatti, è che Sempio non sia mai andato a Vigevano.
Le tracce telefoniche, del resto, non lo collocano mai altrove rispetto a Garlasco. Alle 9.58 fa una telefonata di un secondo a Mattia Capra, alle 11.10 viene contattato con un messaggio dall’amico, in entrambi i casi il cellulare aggancia le celle di Garlasco. Parlando con «Chi l’ha visto?» (prima che venisse rivelata l’esistenza del testimone) lo stesso Sempio conferma la sua versione già messa a verbale nel 2008 e nel 2017: «Quello scontrino l’ho preso io».
E anzi rilancia: «Sarebbe stato meglio che, se avessero avuto dei sospetti su di me all’epoca, avessero cercato se nelle telecamere in piazza a Vigevano c’erano delle riprese su di me. Lo scontrino me l’hanno chiesto un anno dopo e probabilmente non c’erano più i video».
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La sua legale Angela Taccia ribadisce che quello scontrino «è di Andrea» e parla di notizie riservate «trasudate sui media» come un escamotage di chi indaga «per misurare le reazioni».
L’altro avvocato, Liborio Cataliotti, taglia corto: «È improprio definirlo alibi», perché quando venne esibito «Andrea Sempio non era nemmeno indagato».
Ma lo scontrino, come detto, è solo una tessera del puzzle dell’inchiesta. La più importante è quella del Dna sulle unghie di Chiara Poggi. I difensori hanno nominato la nuova genetista che prenderà il posto di Luciano Garofano.
PROVETTE DEL MAXI INCIDENTE PROBATORIO SUL DELITTO DI GARLASCO
Si tratta di Marina Baldi, esperta molto nota in tv, e che nel 2017 intervistata da Giallo si era espressa sul reperto definendolo «perfettamente confrontabile».
andrea sempio
chiara poggi 1
FLAVIUS SAVU
FLAVIUS SAVU
chiara poggi 7
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