STEFANIA CRAXI SI TOGLIE I MACIGNI DALLE SCARPE E NE HA PER TUTTI: “USANO CRAXIANO COME INSULTO SOLO PER CHI NON STA A SINISTRA - MARIA GIOVANNA MAGLIE RACCOMANDATA? E ALLORA MENTANA O LA GRUBER? OGGI TUTTI SMEMORATI, COME GIULIANO AMATO - CE N'È STATA TANTA DI GENTE CHE HA FATTO FINTA DI ESSER VISSUTA SULLA LUNA, COME PIERO MARRAZZO E LORENZA FOSCHINI - PER IL COGNOME A ME FU IMPEDITO DI FARE LA GIORNALISTA INVECE BIANCA BERLINGUER…”

Daniele Capezzone per “la Verità”

 

stefania craxi

«Io sono una craxiana». Pausa. «Anzi, sono una Craxi». Stefania Craxi (fondatrice della Fondazione Craxi, senatrice per Forza Italia) affronta in modo forte e ironico lo stravagante uso dell' aggettivo «craxiano» come se fosse un insulto, che qualcuno ha scagliato contro Maria Giovanna Maglie.

 

«Vede, a me non stupisce che Craxi sia considerato un eretico. Craxi lo è sempre stato.

Quando ha osato sfidare la cultura comunista e i suoi tabù. Quando ha spiegato che leninismo e libertà non erano compatibili. Quando ha affermato che la ricchezza va prodotta, prima di essere distribuita. Quando ha affermato di avere a cuore, più che la massa, l'individuo, da premiare nei suoi talenti e nei suoi meriti, e da soccorrere nei suoi bisogni».

maria giovanna maglie

 

E allora cosa la stupisce?

«Mi stupiscono i sepolcri imbiancati. Cosa non si perdona a Maria Giovanna Maglie? Di essere una grande giornalista? Di essere una donna? Di non stare a sinistra?».

 

Immagino che i «capi di imputazione» siano questi

«E allora scusi: per la Maglie essere stata una "pericolosa craxiana" è una colpa E come mai questo non vale per Enrico Mentana? Non si capisce. Anzi, un po' si capisce»

ENRICO MENTANA

 

Ce lo spieghi lei

«Eh, certa sinistra ritiene di avere il dono di mondare i peccati del mondo, e - prim' ancora - di stabilire cosa sia peccato. Hanno perdonato le stagioni fasciste di Eugenio Scalfari e Giorgio Bocca, che anzi sono divenute icone della sinistra».

 

Doppio standard

«Peggio. Dovrebbero spiegarmi che cosa intendono per "raccomandato". Nella prima Repubblica c'era la vituperata lottizzazione, che non ha certo inventato Craxi, e che però era più democratica dell' occupazione sistematica della Rai che si è fatta nella seconda».

 

E cos' era quella lottizzazione?

lilli gruber otto e mezzo

«Spesso era una gara a scegliere i migliori. Mio padre aveva l' ansia di attrarre a sé le personalità migliori, non solo nel giornalismo. Lasciamo da parte la Rai. Craxi volle nell'assemblea del Psi Giulio Tremonti, Vittorio Gassmann, Paolo Portoghesi, Marcello Pera. Si sarà infilato qualche nano e qualche ballerina, ma il bilancio è largamente positivo».

 

Torniamo ai raccomandati.

«Le racconto una cosa. Ha presente Antonio Ghirelli? Grande intellettuale, direttore, giornalista. Ecco, chiamò a Roma una giovane giornalista dalla sede Rai di Bolzano. Sa chi era?».

piero marrazzo

 

Ho un sospetto

«Lilli Gruber. Era una giovane promettente. Fece bene lei e fece bene Ghirelli a chiamarla.

Certo, la si può raccontare in un altro modo: la Gruber raccomandata dal portavoce di Craxi. Vede che, a seconda delle convenienze, una cosa può essere descritta in un modo o nel modo opposto?».

 

E qual è il criterio?

«Semplice. Se uno adesso sta con certa sinistra oppure no».

 

Vada avanti.

«Qualcuno può pensare che Enrico Mentana non sia stato caldeggiato - in quanto bravo e capace - alla direzione del Tg5? Aspetti che le racconto una cosa personale».

 

lorenza foschini

Che riguarda lei?

«Sì, certo. Mi ricordo il casino pazzesco che si scatenò perché, volendo fare la giornalista, Gianni Bisiach mi fece collaborare al programma Pillole di Storia, una cosa da 50 euro a pezzo come valore attuale. Alla terza puntata, tale fu il caos che, mortificatissimo, Bisiach mi disse che era meglio interrompere Alcuni anni dopo ho visto che una grande professionista che si chiama Bianca Berlinguer ha diretto un tg Allora il pregiudizio vale solo in una direzione?».

 

Altri smemorati?

GIULIANO AMATO

«Ah, il campione degli smemorati è Giuliano Amato. Merita un premio alla carriera. Craxi lo definiva "extraterrestre". Ma ce n' è stata tanta di gente che ha fatto finta di esser vissuta sulla luna. Tornando alla Rai, Piero Marrazzo e Lorenza Foschini. E in politica tanti dirigenti socialisti che accettavano di abiurare pur di essere imbarcati».

 

La sento più ironica che indignata.

«Ma infatti. La viltà va guardata con carità. Qualcuno rischiava di perdere il lavoro, qualcun altro ha pensato di far carriera. È la categoria della debolezza umana, a cui guardare con occhi compassionevoli».

 

bianca berlinguer

E Craxi come la pensava al riguardo?

«Parla la sua scelta. È stato l' unico politico in quel mezzo secolo italiano a rinunciare alla sua vita pur di non rinunciare alle sue idee. Altro che fuga, come ancora incredibilmente leggo. Secondo lei, non sapeva che, restando in Tunisia, sarebbe morto?».

 

Dunque, se «craxiano» è un insulto, chi sarebbero i «giudici»?

«Quelli che negli anni Ottanta preferivano Leonid Breznev e qualche anno prima volevano solo la tv in bianco e nero, o non volevano le autostrade. Guardi, Enrico Berlinguer è stato una grande personalità della sinistra, ma le sue posizioni erano quelle».

 

GIORGIO BOCCA ED EUGENIO SCALFARI

E che mi dice di quei dirigenti comunisti che per trent'anni facevano viaggetti a Mosca, e non si erano accorti di nulla, a partire dai finanziamenti sovietici?

«Prendevano soldi e ordini da potenze militari nemiche. Poi sono venuti dei libri coraggiosi, ma infilati negli scaffali delle librerie in fondo in fondo».

 

Eppure ora molti di quelli pretendono di giudicare

«La sinistra dopo la caduta del Muro ha fatto finta che una certa storia italiana non sia mai accaduta. E ora quella cultura moralista, giustizialista, è stata ereditata anche dal grillismo».

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…