ILVA FUNESTA PER URSO – LO STABILIMENTO DI TARANTO HA RIDOTTO AL MINIMO LA PRODUTTIVITÀ, LA TRATTATIVA PER LA VENDITA DEL GRUPPO SIDERURGICO È IN ALTO MARE E COSÌ I SINDACATI SFIDUCIANO IL MINISTRO DEL MADE IN ITALY E CHIAMANO IN CAUSA GIORGIA MELONI: “SULL'EX ILVA SI È CONSUMATO L'ENNESIMO TRADIMENTO, LA PREMIER AVOCHI A SÉ LA VERTENZA” – PER FIM CISL, FIOM CGIL E UILM IL NUOVO PIANO DI DECARBONIZZAZIONE, ILLUSTRATO DA URSO, PORTA DRITTO ALLA CHIUSURA E L’UNICA STRADA È L’INTERVENTO DELLO STATO PER GESTIRE LA TRANSIZIONE….
Estratto dell’articolo di Raffaele Lorusso per “la Repubblica”
I sindacati sfiduciano il ministro Adolfo Urso e chiamano in causa la presidente Giorgia Meloni. «Sull'ex Ilva si è consumato l'ennesimo tradimento, la premier avochi a sé la vertenza», chiedono i segretari di generali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm.
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Per i rappresentanti dei lavoratori, il nuovo Piano di decarbonizzazione, illustrato l'altra sera, porta dritto alla chiusura. A loro giudizio, non c'è alternativa, almeno in questa fase, all'intervento da parte dello Stato con una società pubblica per gestire la transizione.
stabilimenti ex ilva a taranto
Non è soltanto l'aumento della cig, che passerebbe dagli attuali 4.450 a 5.700 unità da sabato prossimo per salire a 6mila dal primo gennaio, ad allarmare i confederali. Pesa l'incertezza sulla procedura di vendita. Il fatto che, oltre ai fondi Bedrock e Flacks, ci sarebbe un terzo potenziale acquirente, un produttore di acciaio extraeuropeo con il quale sarebbe stato sottoscritto un accordo di riservatezza (si è parlato di Qatar Steel) non contribuisce a rasserenare il clima.
La tensione resta altissima perché, come si evince dallo schema di otto pagine consegnato ai sindacati, la ricerca del compratore è in alto mare. I commissari stanno verificando con Bedrock Industries il livello effettivo dell'impegno finanziario e i livelli occupazionali e attendono da Flack Group un business plan più dettagliato.
altoforno 1 - stabilimento ex ilva di taranto
Quanto all'altro "operatore estero", come lo definisce il governo, c'è stato un primo incontro operativo, cui è seguita un'ulteriore richiesta di chiarimenti. A preoccupare i sindacati è soprattutto un altro aspetto. Il fatto, cioè, che rispetto all'intesa raggiunta nello scorso agosto, il governo preveda di dimezzare i tempi del processo di decarbonizzazione, portandoli da otto a quattro anni.
[...] Secondo i sindacati, infatti, si tratta di operazioni di spegnimento graduale. Il dimezzamento dei tempi della decarbonizzazione, con la costruzione di tre forni elettrici e di almeno un impianto di preridotto di ferro (Dri), nasce anche dalla necessità, evidenziata dai commissari al governo, di ridurre il più possibile le perdite.
Mantenere la produzione a carbone al minimo, aumentando le ore di cig, consentirebbe di non aggravare a dismisura la situazione sul piano economico-finanziario. L'ex Ilva perde più di due milioni al giorno. L'altoforno 1 è ancora sotto sequestro probatorio. L'altoforno 2 è fermo e il 4 marcia al minimo. Sull'intero complesso grava il peso di impianti ormai a fine ciclo, soggetti a guasti e bisognosi di continua manutenzione.
GIORGIA MELONI ADOLFO URSO - MEME BY EMILIANO CARLI
Il ministro Urso auspica che i sindacati tornino al tavolo (il governo li ha riconvocati per martedì a Palazzo Chigi) e che presto sia individuato un acquirente. «Quella dell'ex Ilva – dice durante il question time alla Camera – è la sfida più difficile, aggravata dal sequestro dell'alfoforno 1 da parte della Procura della Repubblica di Taranto».
Per Urso il governo sta cercando di accelerare la decarbonizzazione, facendo sì che almeno un impianto di Dri possa essere realizzato a Taranto, prendendo atto della realtà, ossia del «diniego del Comune di Taranto alla nave rigassificatrice nel porto».
ex ilva di taranto - acciaierie d italia
ex ilva di taranto
ADOLFO URSO GIORGIA MELONI
