TAJANI FA INCAZZARE TUTTI! – IL LEADER DI FORZA ITALIA RILANCIA IL MES, VISTO COME IL DEMONIO DA FDI E LEGA, E SOSTIENE CHE NON SERVIREBBE UN VOTO DEL PARLAMENTO PER DARE L'OK AL MECCANISMO – IL FONDO SALVA STATI È DIVENTATA UNA DELLE OPZIONI SUL TAVOLO DELL'UE PER GARANTIRE LO SBLOCCO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI – SALVINI REAGISCE STIZZITO: “A ME SOLO LA PAROLA MES FA VENIRE L'ORTICARIA” – A FAR INFURIARE ANCORA DI PIÙ LEGHISTA FILO-RUSSO È L’USCITA DEL MINISTRO DEGLI ESTERI SUL DECRETO ARMI PER SOSTENERE L'UCRAINA: “SI FARÀ ENTRO FINE ANNO, SALVINI? LA POLITICA ESTERA È COMPETENZA DEL PREMIER E DELLA FARNESINA”
1 - TAJANI GARANTISCE SULLE ARMI E RILANCIA L'UTILIZZO DEL MES LA LEGA: "TEMA DA ORTICARIA"
Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”
antonio tajani saltella al comizio di napoli
Antonio Tajani rilancia il Mes, anche se a Matteo Salvini «fa venire l'orticaria». La maggioranza di governo si accapiglia sull'utilizzo del fondo Salva Stati, parola tabù per la destra italiana, che però è diventata una delle opzioni sul tavolo dell'Ue per garantire lo sblocco degli asset russi congelati, visto che la Bce si è sfilata e vanno comunque finanziati gli aiuti militari all'Ucraina, 140 miliardi nel prossimo biennio.
[...] «Noi eravamo contrari per diversi motivi alla riforma del Mes, ma quei soldi ci sono, il Mes c'è, è vivo e usare quei soldi come garanzia potrebbe essere una soluzione, poi decide l'Unione europea», le parole dell'azzurro, convinto che non ci sia nemmeno necessità di ratificare in Parlamento la revisione del meccanismo.
Non servirebbe, insomma, un voto delle Camere. Proprio da Bruxelles però l'altro vicepremier, il capo della Lega, mette a verbale la sua posizione all'opposto. A margine del ricevimento della rappresentanza italiana, Salvini prima sostiene di non avercela con il collega forzista, «la mia non è una risposta a Tajani, su questa vicenda del Mes hanno parlato quelli del gruppo parlamentare». Poi però, quasi di sfuggita, fa capire benissimo come la pensi: «A me solo la parola Mes fa venire l'orticaria».
GIORGIA MELONI - ER MES - MEME BY DAGOSPIA
Segnale chiaro. E Meloni? Nella cerchia della premier c'è imbarazzo, perché il meccanismo europeo non è stato utilizzato in passato per altre urgenze, come la sanità. Ma se l'Unione porterà l'idea sul tavolo, sarà considerata, vista la convenienza e la necessità di trovare alla svelta così tanti miliardi. Le difficoltà le riconosce lo stesso Tajani: «Ci sono riserve giuridiche, anche la Bce ha ribadito che non si possono commettere errori».
L'altra spina per la coalizione di governo è il decreto armi, che serve ad autorizzare l'invio di aiuti a Kiev anche l'anno prossimo. Il testo era atteso al Cdm di ieri, ma martedì è stato depennato dall'ordine del giorno, su pressing del Carroccio. Dopo Meloni, anche Tajani conferma: il decreto si farà entro capodanno.
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani foto lapresse
«Salvini? Ognuno è libero di dire quello che vuole, ma la politica estera è competenza del premier e della Farnesina». Sulla stessa lunghezza d'onda il partito di Maurizio Lupi, Noi Moderati: «Non possiamo non continuare a sostenere l'Ucraina».
Il tempo però è agli sgoccioli: entro tre settimane il provvedimento va licenziato dal Cdm, poi il Parlamento deve convertirlo entro due mesi. Con un voto. L'esecutivo non può permettersi strappi, anche solo dalla Lega. [...]
2 - MELONI INCONTRA I VICE: EVITARE STRAPPI SUL DECRETO IL BLITZ DEI TROLL BIELORUSSI
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
SALVINI CON LA MAGLIA DI PUTIN
Entrano assieme in consiglio dei ministri. Giorgia Meloni e Matteo Salvini, appena rientrato dalla missione a Bruxelles. Si parlano fugacemente - come pure con Antonio Tajani - dopo giorni complicati attorno al decreto per le armi all'Ucraina. Quello su cui la Lega minaccia un "no" a cui nessuno crede, perché aprirebbe una crisi di governo.
«Non possiamo sottrarci», è il messaggio della premier recapitato all'alleato. Anche perché, è il senso del ragionamento, non si tratterebbe neanche di un favore a Trump.
[...] Non possiamo sottrarci, è dunque la linea di Meloni. E d'altra parte, la pressione sul governo italiano è enorme. Un dettaglio lo svela meglio di mille ragionamenti. Succede ieri, al mattino. Tajani pronuncia una frase: «Le armi italiane vanno usate per la difesa dell'Ucraina, non contro la Russia».
[...] Da giorni, infatti, Salvini mette in discussione proprio gli aiuti a Kiev, rompendo il fronte unitario di sostegno alla causa ucraina.
ANTONIO TAJANI - G7 DEI MINISTRI DEGLI ESTERI IN CANADA
Le dichiarazioni del ministro degli Esteri possono ingenerare il sospetto di un cambio di linea. In pochi minuti, chi è impegnato a monitorare le campagne di disinformazione costruite attraverso profili social di troll e utenti Telegram, lancia un allarme specifico.
Secondo le prime analisi, si tratterebbe di account collegati alla Bielorussia, alleato di Mosca. Con un messaggio che è sostanzialmente questo: Roma sta capitolando nel sostegno all'Ucraina, questa è l'ennesima prova di una svolta contro Kiev.
Non è il primo caso, nelle ultime settimane: da giorni, è in atto una campagna centrata sull'Italia e legata all'inchiesta su Federica Mogherini. E un altro episodio è stato denunciato ieri da Guido Crosetto dopo le parole dell'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone sulla guerra ibrida («l'attività principale per rilanciare quelle frasi è arrivata dalla Russia»).
[...] Dopo circa tre ore, Tajani interviene per fugare ogni dubbio. Sostiene che le armi italiane saranno spedite all'Ucraina e la politica estera la decidono Palazzo Chigi e la Farnesina, non Salvini. Intercettato fuori dalla Camera, il ministro è ancora più netto: «Che succede se la Lega vota contro? Ma figuratevi se vota contro…». È un messaggio necessario, che serve a minimizzare i distinguo del Carroccio. Non è l'unico, tra l'altro.
Alla buvette di Montecitorio, Ignazio La Russa premette di non aver seguito lo scontro sul provvedimento per le armi, ma poi aggiunge: «Quel decreto si farà, certo che si farà». E Guido Crosetto, sulla stessa posizione: «Finora la Lega ha supportato tutto ciò che il governo ha fatto. Penso che lo farà anche questa volta».
matteo salvini gianluca savoini a mosca
Quando, però, è questione di incastri politici e prudenze diplomatiche. Dipende ad esempio anche dall'evoluzione della trattativa tra Mosca e Kiev. C'è tempo fino al 31 dicembre, quando scade il dl.
Per lasciare aperta ogni opzione, la presidente del Consiglio ha fatto impostare un'agenda di tutte le possibili riunioni di dicembre: giovedì 11 alle 17.45, lunedì 22 alle 15.30 e lunedì 29 alle 15, due giorni prima di Capodanno. Ecco forse a cosa si riferisce Salvini quando prega la premier di decidere soltanto l'ultimo giorno utile possibile.
DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI
DECIMA MES - MEME BY EMILIANO CARLI
