beppe sala giuseppe marinoni giancarlo tancredi alessandro scandurra

“GIANCARLO TANCREDI ERA AL CENTRO DEL SISTEMA CORROTTO ATTRAVERSO IL QUALE HA PIEGATO LA MACCHINA PUBBLICA AI SUOI INTERESSI" – LE MOTIVAZIONI DEL RIESAME SULL’ASSESSORE CHE SI È DIMESSO (MA AL QUALE I PM NON CONTESTANO TANGENTI), SU MARINONI E PELLA. STAVOLTA I GIUDICI APPOGGIANO LA PROCURA – VIENE RIQUALIFICATA L'ACCUSA DI CORRUZIONE, NELLA VERSIONE “IMPROPRIA” CHE PUNISCE “I FENOMENI DI "MESSA A LIBRO PAGA" DEL PUBBLICO UFFICIALE – I CONFLITTI DI INTERESSE DI MARINONI, “L’INERZIA” DI SALA E LA CHAT IN CUI TANCREDI SCRIVE ALL'IMPRENDITORE CATELLA: “MA MI CONFERMI ASSESSORE?”

 

1 - URBANISTICA, I GIUDICI: LA CORRUZIONE C’ERA

Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera” - Estratti

GIANCARLO TANCREDI

 

Da un lato un presidente (Giuseppe Marinoni) della Commissione Paesaggio del Comune di Milano, «su scelta dell’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi e del sindaco Beppe Sala», che «in un continuo scambio alla pari agevola gli interessi dell’assessore», dal quale ottiene «il patrocinio del Comune a uno studio sui “Nodi metropolitani” strumentalizzato da Marinoni quale leva per attrarre investitori» e parcelle. 

 

Dall’altro lato un assessore che, «concorrendo all’accordo corruttivo tra Marinoni e il manager della società di ingegneria “J+S spa” Federico Pella, utilizza il presidente Marinoni per orientare i pareri della Commissione sugli interventi che gli segnala, proposti da società e/o progettisti ai quali presta una particolare attenzione e da non dispiacere, adoperandosi per favorire gli operatori privati prescelti».

 

E, come ulteriore cornice, un assessore e un sindaco la cui «inerzia», nel porre fine al falso del presidente della Commissione rispetto ai propri taciuti conflitti di interesse, non è contestabile come concorso nel reato solo perché per la giurisprudenza «non è sufficiente la semplice presenza o l’inerzia di soggetti che da quella condotta traggano beneficio». 

 

GIANCARLO TANCREDI E BEPPE SALA

È lo spaccato del Comune che esce dall’ordinanza con cui i giudici del Tribunale del Riesame Pendino-Ghezzi-Tenchio motivano la conferma a metà agosto di una misura cautelare a carico di Tancredi, Marinoni e Pella, individuandola però non negli arresti domiciliari disposti il 31 luglio dal gip Mattia Fiorentini, ma nell’interdizione per 1 anno (da ruoli nel pubblico e nel privato) per la mutata ipotesi di corruzione per l’esercizio della funzione. 

 

I giudici sono identici due su tre, compresa la presidente, a quelli che giorni fa avevano severamente motivato l’annullamento il 12 agosto degli arresti del costruttore Bezziccheri e dell’architetto Scandurra per i rapporti con il costruttore Manfredi Catella. 

 

Giuseppe Marinoni

Dagli atti appare ai giudici «accertato l’intreccio inestricabile tra il ruolo pubblicistico di Marinoni e le pratiche di interesse di “J+S spa”/Pella, nonché sull’intesa tra Marinoni e Tancredi fondata sulla messa a disposizione delle rispettive funzioni pubbliche agli interessi privati di taluni gruppi di imprenditori e progettisti».

 

Tancredi, al quale i pm non contestato tangenti, si era detto ignaro dei conflitti di interesse di Marinoni, e interessato ai lavori della Commissione «solo per evitare inutili ritardi e conseguenti richieste al Comune di risarcimento danni». Ma per il Riesame, ad esempio, una chat con Catella del 27 luglio 2024 mostra che «l’interesse di Tancredi era evitare danni politici (quali potevano derivare da una campagna stampa critica circa una operazione in corso, piuttosto che concentrarsi sul merito della stessa), era la promozione del suo ruolo ed il suo buon nome, magari in vista di maggiori e più importanti incarichi».

 

I PROTAGONISTI DELL INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO SULL URBANISTICA

Il reato di Marinoni, a cui concorre Tancredi, va però riqualificato: non corruzione per uno specifico atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319), ma corruzione per l’esercizio della funzione (art. 318), cioè «”messa a libro paga” del pubblico ufficiale, a prescindere dal compimento di singoli atti contrari». E per le esigenze cautelari basta 1 anno di interdizione dalle cariche al posto dei domiciliari. 

 

GIANCARLO TANCREDI

Giuridicamente favorevole in prospettiva all’assessore e al sindaco (coindagato in uno stralcio), ma politicamente non lusinghiero, è infine il ragionamento con cui il Riesame esclude invece il concorso di Tancredi nel falso contestato al presidente della Commissione sul taciuto (da Marinoni) conflitto di interessi con Pella e altri imprenditori. 

 

(…)

 

2 - MILANO, I GIUDICI CONTRO TANCREDI "ERA AL CENTRO DEL SISTEMA CORROTTO" 

Rosario Di Raimondo per “la Repubblica” - Estratti

 

C'era a Milano un «collaudato sistema», un «meccanismo orchestrato e sofisticato». 

Nel quale un assessore «si adoperava per favorire gli operatori privati prescelti» ed era diventato centrale nel «perfezionamento del patto corruttivo» tra un altro pubblico ufficiale e un imprenditore.

 

Stavolta non lo scrive la procura, e nemmeno il gip che in estate aveva ordinato sei arresti nella maxi inchiesta sul mattone in città.

GIANCARLO TANCREDI

 

Ma i giudici del Riesame. Da un lato revocano i domiciliari per tre indagati — l'ex esponente della giunta Sala Giancarlo Tancredi, l'ex presidente della commissione per il Paesaggio del Comune Giuseppe Marinoni e il manager di J+S Federico Pella. Dall'altro motivano l'interdizione dalla professione per un anno per tutti e tre. Il collegio (Pendino-Ghezzi-Tenchio) è composto per due terzi dalle stesse toghe che una settimana fa, con parole altrettanto dure, avevano invece revocato del tutto le misure cautelari per il costruttore Andrea Bezziccheri e l'architetto Alessandro Scandurra, non ravvisando gravi indizi e giudicando «svilenti» le tesi dei pm sulla corruzione. 

 

Indizi, quelli ricostruiti dal guidato dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano con i magistrati Petruzzella, Filippini e Clerici e il nucleo Pef della guardia di finanza, che stavolta reggono. Tiene l'accusa di corruzione, pur nella riqualificata versione «impropria» che punisce «i fenomeni di "messa a libro paga" del pubblico ufficiale». Come Marinoni, che a capo di un organo pubblico fa affari con Pella e ottiene il patrocinio gratuito del Comune per uno «studio» urbanistico che, secondo l'accusa, è un piano di speculazione edilizia in città. Un rapporto viziato dal conflitto d'interessi.

GIANCARLO TANCREDI BEPPE SALA

 

Questa situazione viene «facilitata» dall'allora assessore. Per i giudici, «utilizza Marinoni per orientare i pareri della commissione per il Paesaggio sugli interventi che gli segnala, proposti da progettisti ai quali presta una particolare attenzione e da non dispiacere». Tancredi e Marinoni come una porta d'accesso «al canale privilegiato con la politica cittadina». 

«Ho sempre fatto l'interesse pubblico», si era difeso Tancredi. Dicendo che si era mosso per evitare ritardi o contenziosi. Parole che per il Riesame non hanno «credibilità». 

«L'interesse è rivolto a evitare danni politici, quali potrebbero derivare da una campagna di stampa critica», argomentano i giudici citando il messaggio inviato dall'assessore all'imprenditore Manfredi Catella, pure lui arrestato e liberato (si attendono le motivazioni).

 

sala catella milano

Nel testo, Tancredi lamenta il rischio di essere attaccato viste le tariffe per gli alloggi di uno studentato che oscillano tra i 900 e i mille euro. «Dagli atti emerge l'interesse evidente di Tancredi riguardo la promozione del suo ruolo e il suo buon nome, magari in vista di maggiori e più importanti incarichi. Un interesse che sembrerebbe aver determinato l'agire dell'assessore in un crescendo in cui si è finito con il perdere di vista l'interesse pubblico». 

 

Più in generale: «Una messa a disposizione del pubblico ufficiale (... ) nell'interesse del privato». E «il mercinomio della funzione pubblica tra Marinoni e Pella» è avvenuto con il «contributo» di Tancredi. Cade, invece, l'accusa di concorso nel falso contestato a Marinoni per la riconferma a presidente della commissione pur in conflitto d'interessi. Un'accusa che coinvolge anche Sala, e che ora potrebbe alleggerirsi. 

 

manfredi catella

Molto duri i giudici sulle esigenze cautelari. Tancredi era al centro di un «collaudato sistema», attraverso il quale ha «piegato» la macchina pubblica «ai suoi interessi», secondo logiche «perverse di illegalità» e con «spregiudicatezza». Rischia di commettere reati simili, per la sua «attuale elevata attitudine criminale» e vista un'attività «perpetrata attraverso il sistematico impiego distorto della funzione pubblica». 

 

Che Tancredi si «preoccupi della sua carriera, anche futura», i giudici lo desumono da una chat nella quale scrive all'imprenditore Catella: «Ma mi confermi assessore?». 

giancarlo tancredi Giuseppe Marinoni

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein giorgia meloni marche matteo ricci acquaroli

DAGOREPORT - SOTTO L’ALA DEL MASOCHISMO-HARD, IL PD DI ELLY AFFRONTA DOMENICA L'ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLE MARCHE - UN VOTO CHE VEDE IL MELONISSIMO FRANCESCO ACQUAROLI CONTRO UN BIG RIFORMISTA DEL PD, MATTEO RICCI, CHE I SONDAGGI DANNO IN SVANTAGGIO DI UNA MANCIATA DI PUNTI - MOLTO DIPENDERÀ DALL’ASTENSIONE, MALATTIA CHE HA CONTAGIATO UNA BELLA MAGGIORANZA DI ELETTORI DI CENTROSINISTRA, CHE NE HANNO PIENE LE SCATOLE DELLE ZUFFE E SCISSIONI E RIVALITÀ DA COMARI DI COLORO CHE DOVREBBERO DAR VITA A UN’ALTERNATIVA SALDA E UNITA ALL’ARMATA BRANCA-MELONI - PERDERE LE MARCHE PER LA DUCETTA SAREBBE UNO SCHIAFFO TALE CHE L'UNICA ''RICOMPENSA" SAREBBE IL CANDIDATO DI FDI ALLA REGIONE VENETO, DOVE LA LISTA DI LUCA ZAIA, CHE ALLE REGIONALI 2020 INCASSÒ IL 42% DEI VOTI, E' DIVENTATA UNA VARIABILE CHE NE' MELONI NE' SALVINI RIESCONO PIÙ A CONTROLLARE...

almasri carlo nordio alfredo mantovano matteo piantedosi

CASO ALMASRI: I MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI HANNO RACCONTATO SOLO MENZOGNE AL PARLAMENTO – NON SERVE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER CAPIRLO, BASTA LEGGERE I LORO INTERVENTI ALLA CAMERA - 5 FEBBRAIO 2025, NORDIO: ‘’IL MANDATO D'ARRESTO DELLA CORTE DELL'AJA NEI CONFRONTI DI ALMASRI ERA NULLO: È ARRIVATO IN LINGUA INGLESE SENZA ESSERE TRADOTTO E CON VARI ALLEGATI IN LINGUA ARABA, CON UNA SERIE DI CRITICITÀ CHE AVREBBERO RESO IMPOSSIBILE L'IMMEDIATA ADESIONE DEL MINISTERO ALLA RICHIESTA ARRIVATA DALLA CORTE D'APPELLO DI ROMA’’ - 7 AGOSTO 2025: IL GOVERNO INGRANA UNA CLAMOROSA MARCIA INDIETRO CHE SMENTISCE NORDIO E PIANTEDOSI, LEGITTIMANDO L'ILLICEITÀ DEI LORO ATTI: '’AGITO A DIFESA DELL'INTERESSE DELLO STATO” - DEL RESTO, SECONDO QUANTO SI LEGGE DALLA RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE DEI GIUDICI, "APPARE VEROSIMILE CHE L'EFFETTIVA E INESPRESSA MOTIVAZIONE DEGLI ATTI E DELLE CONDOTTE TENUTE" DA NORDIO, PIANTEDOSI E MANTOVANO SIANO LEGATE ALLE "PREOCCUPAZIONI PALESATE" DAL DIRETTORE DELL'AISE CARAVELLI SU "POSSIBILI RITORSIONI PER I CITTADINI E GLI INTERESSI ITALIANI IN LIBIA" - IL VOTO DELLA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE DELLA CAMERA È PREVISTO PER IL 30 SETTEMBRE…

charlie kirk melissa hortman

FLASH! - MELONI E SALVINI, CHE OGGI PIANGONO COME PREFICHE PER L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, GRIDANDO ALL’’’ODIO E VIOLENZA DELLA SINISTRA’’, DOVE ERANO QUANDO IL 15 GIUGNO SCORSO LA DEPUTATA DEMOCRATICA DEL MINNESOTA, MELISSA HORTMAN, 54 ANNI, È STATA UCCISA INSIEME AL MARITO DA COLPI D’ARMA DA FUOCO, CUI SEGUÌ UNA SECONDA SPARATORIA CHE FERÌ GRAVEMENTE IL SENATORE JOHN HOFMANN E SUA MOGLIE? L’AUTORE DELLE SPARATORIE, VANCE BOELTER, ERA IN POSSESSO DI UNA LISTA DI 70 NOMI, POSSIBILI OBIETTIVI: POLITICI DEMOCRATICI, IMPRENDITORI, MEDICI DI CLINICHE PRO-ABORTO - PERCHÉ MELISSA HORTMAN NON È STATA COMMEMORATA ALLA CAMERA, COME KIRK?

beatrice venezi teatro la fenice venezia alessandro giuli gennaro sangiuliano giorgia meloni nicola colabianchi

DAGOREPORT - VENEZIA IN GONDOLA PER DARE IL BENVENUTO A BEATRICE VENEZI, NOVELLA DIRETTORE MUSICALE DEL TEATRO LA FENICE – LA NOMINA DELLA “BACCHETTA NERA” DI FRATELLI D’ITALIA, FIGLIA DI UN EX DIRIGENTE DI FORZA NUOVA, HA FATTO ESULTARE IL MINISTRO GIULI-VO (ETTECREDO, L’HA DECISA LUI!), PASSANDO PER BRUGNARO E ZAIA, FINO AL SOVRINTENDENTE DELLA FENICE, NICOLA COLABIANCHI, CHE PER PARARSI IL SEDERINO METTE IN MEZZO IL CRITICO MUSICALE DI “REPUBBLICA”, ANGELO FOLETTO – L’ASCESA DELLA BIONDA E FATALE VIOLINISTA È STATA SEMPRE BOMBARDATA DI POLEMICHE, A PARTIRE DAGLI ORCHESTRALI: “LA POLITICA NON C’ENTRA, NON SA PROPRIO DIRIGERE” -  AL CONCERTO DI CAPODANNO DEL 2024 A NIZZA, FU PRESA DI MIRA DA QUATTRO SPETTATORI AL GRIDO: “NON VOGLIAMO I FASCISTI” - QUANDO VIRGINIA RAFFAELE SCODELLÒ SUGLI SCHERMI RAI UNA STREPITOSA IMITAZIONE DELLE PRODEZZE SANREMESI E PUBBLICITARIE DI VENEZI (SPOT “TIRA FUORI IL TUO LATO BIOSCALIN”), L’ALLORA MINISTRO DELLA CULTURA SANGIULIANO PERSE LA TESTA PER LA SUA “CONSIGLIERE PER LA MUSICA”: AVREBBE ADDIRITTURA CHIESTO UN INTERVENTO DEI VERTICI RAI SUL CAPO DELLA STRUTTURA RESPONSABILE DEL PROGRAMMA DELLA RAFFAELE (FATTO CHE SCATENÒ LA “GELOSIA” INSTAGRAMMABILE DI MADAME BOCCIA AL PUNTO CHE “BEA-TROCE” LA QUERELÒ…)

mollicone colabianchi ortombina meyer lissner fuortes venezi meloni

SULLA LEGGE CHE IMPEDIVA AI SOVRINTENDENTI DEI TEATRI LIRICI DI RESTARE IN CARICA DOPO IL COMPIMENTO DEL SETTANTESIMO ANNO (POI BOCCIATA DALLA CORTE COSTITUZIONALE), L’ARMATA BRANCA-MELONI HA ORCHESTRATO UN PIROETTANTE BALLETTO DEGNO DEL MIGLIOR NUREYEV - DEFENESTRATO LISSNER DAL SAN CARLO DI NAPOLI, PER FAR USCIRE DALLA RAI CARLO FUORTES; FATTO FUORI DALLA SCALA MEYER PER FAR ARRIVARE ORTOMBINA DA VENEZIA, DOVE È STATO NOMINATO COLABIANCHI CHE, AHIMÈ, ANDAVA PER I 68. CHE FARE? COSÌ, NELL’APRILE SCORSO, FEDERICO MOLLICONE, PRODE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CULTURA DELLA CAMERA, HA FIRMATO UN EMENDAMENTO PARLAMENTARE STABILENDO CHE…