LA "TEMPESTA DEL SECOLO" CHE HA DEVASTATO I CARAIBI SI ABBATTE SU CUBA - PRIMA DI COLPIRE L'ISOLA, L'URAGANO "MELISSA" SI È INDEBOLITO ED È STATO DECLASSATO COME UN TORNADO DI CATEGORIA TRE: I VENTI SOFFIANO A UN MASSIMO DI 195 CHILOMETRI ORARI - IERI MELISSA, CHE HA RAGGIUNTO UNA VELOCITA' DI 300 CHILOMETRI ORARI, HA DEVASTATO LA GIAMAICA: DOVE 200 MILA CASE SONO RIMASTE SENZA CORRENTE. SETTE I MORTI, NONOSTANTE GLI 800 RIFUGI ALLESTITI DAL GOVERNO - PER GLI ESPERTI, L'URAGANO HA RAGGIUNTO UNA POTENZA MAGGIORE RISPETTO A QUELLA DI "KATRINA", CHE NEL 2005 DISTRUSSE NEW ORLEANS - VIDEO!
This footage from inside the eye of Category 5 Hurricane Melissa might be the most jaw-dropping video ever captured of a hurricane’s eye, showcasing the infamous “stadium effect." pic.twitter.com/AEhj2g2Ban
— Colin McCarthy (@US_Stormwatch) October 27, 2025
NHC, L'URAGANO MELISSA COLPISCE CUBA CON VENTI A 190 KM/H
(ANSA) - ROMA, 29 OTT - L'uragano Melissa ha toccato terra sulla costa meridionale della parte orientale di Cuba declassato a uragano di categoria tre, ha dichiarato il National Hurricane Center (NHC) degli Stati Uniti nel suo ultimo avviso. Melissa ha colpito l'isola con venti massimi sostenuti di 195 km/h, ha affermato il centro meteorologico con sede a Miami.
CARAIBI, URAGANO MELISSA DECLASSATO A CATEGORIA 3 PRIMA DI RAGGIUNGERE CUBA
(ANSA-AFP) - ROMA, 29 OTT - L'uragano Melissa si indebolisce fino a diventare di categoria 3 prima di raggiungere Cuba. Lo ha reso noto il Centro nazionale statunitense degli uragani (Nhc). Da alcuni giorni la tempesta oscilla tra la categoria 3 e la categoria 5, la più alta della scala Saffir-Simpson. Cuba ha dichiarato lo "stato di allerta" in sei province orientali del Paese, mentre la Giamaica è stata definita "zona disastrata" dalle autorità.
URAGANO MELISSA, TERRORE AI CARAIBI
Estratto dell'articolo di Michele Farina per il "Corriere della Sera"
Pigra e devastante, fulminea e indolente: Melissa sulla costa occidentale della Giamaica, per antonomasia l’isola dei grandi velocisti, è arrivata camminando, ieri intorno a mezzogiorno (ora locale), alla blanda velocità di 11 chilometri orari. Come se tutta la forza l’avesse concentrata nei venti che soffiavano intorno al suo placido occhio, alla stupefacente velocità di una Formula 1, circa 300 chilometri all’ora.
Prima ancora di toccare terra, con le piogge in aumento e le prime raffiche, aveva ucciso almeno tre persone (altre tre a Haiti e una a Santo Domingo) e tagliato la corrente a 200 mila case. Nel suo tragitto si è fatta anticipare da un rumore sordo e crescente che ieri in tv un esperto ha paragonato «al rumore di un treno che si avvicina». Con la sua schiera di tornado al seguito e una sinistra etichetta appiccicata al corpaccione largo decine di chilometri: «uragano di categoria 5», che peggiore non ce n’è.
Annunciato come «the storm of the century», più forte di Katrina che devastò New Orleans nel 2005, il secondo per pericolosità a colpire i Caraibi da quando gli uragani si misurano e si chiamano per nome. Nell’ultimo appello al Paese, il ministro Desmond McKenzie ha implorato i concittadini a lasciare la costa, cercando riparo all’interno, possibilmente negli 800 rifugi allestiti dalle autorità. [...]
Abbassare la testa, stare al coperto, lontani dai muri perimetrali. E in sostanza aspettare, aspettare che il pigro mostro passi sull’isola in direzione nord, verso Cuba (la prossima vittima). Contando sulla previsione che dopo «l’atterraggio», come spesso accade, anche Melissa si riducesse a categoria 4 (cosa che poi è accaduta). Quante volte, in questi anni, abbiamo seguito con sollievo il declassamento degli uragani quando dalla fucina dell’oceano si scaricano a terra. [...]
Una parola, prepararsi a un uragano così, che per una settimana ha fatto il pieno sulle acque calde del mare aperto, di due gradi più calde rispetto alla media anche per via, dicono i meteorologi, dell’incalzante riscaldamento globale. Come ci si sente, quando annunciano che la pioggia potrebbe raggiungere i 75 centimetri. [...]
Bisognerebbe essere veloci come Usain Bolt e avere il fiato di un mezzofondista. Servirebbe che «il tempo» del vento si placasse scendendo al ritmo «one drop» del reggae. Ma sono miliardi e miliardi, non una, le gocce riversate sull’isola di Bob Marley. La gente in luoghi dai nomi affascinanti come Alligator Pond, Treasure Beach, Black River, ha passato la notte sperando che questa mattina il laghetto dell’alligatore non apparisse come un cimitero galleggiante. [...]
Presto si farà la conta definitiva delle vittime e dei danni, comincerà la ricostruzione di un Paese, pigra e lenta come l’uragano che l’ha messo in ginocchio. Arrivato dal mare e nel mare ritornato, in attesa di colpire Santiago de Cuba.
MELISSA COLPISCE LA GIAMAICA
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