statua ai caduti torino vandalizzata memoriale nassiriya

"VIGLIACCHI, SI ACCANISCONO SULLA MEMORIA DEI MORTI  CREDENDO DI VENDICARE IL RITIRO DALL'AFGHANISTAN” - A TORINO, IL MONUMENTO DEDICATO ALLE 19 VITTIME DELL’ATTENTATO DEL 12 NOVEMBRE A NASSIRIYA È STATO DISTRUTTO DURANTE LA NOTTE – L'ATTO VANDALICO E' AVVENUTO NELLE STESSE ORE IN CUI IL NOSTRO CONTINGENTE ERA IMPEGNATO A SALVARE MIGLIAIA DI AFGHANI IN FUGA DAI TALEBANI - IL MINISTRO DELLA DIFESA GUERINI: “SI DEVE REAGIRE RAFFORZANDO NEL PAESE LA MEMORIA DEGLI EROI”

Francesco Olivo per “la Stampa”

 

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Una scultura a terra, un oltraggio alla memoria e al presente. Il monumento ai caduti di Nassiriya a Torino è stato distrutto. L'atto di offesa alle 19 vittime dell'attentato del 12 novembre 2013 Iraq sarebbe di per sé inconcepibile, ma diventa ancora più grave considerando la coincidenza temporale: l'atto vandalico avviene nelle stesse ore in cui il nostro contingente è impegnato nella complicatissima missione di salvare migliaia di afghani in fuga dai talebani. 

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Per questo la politica ha reagito duramente, a cominciare dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Il memoriale è stato divelto e danneggiato, probabilmente nella notte tra venerdì e sabato in corso IV Novembre, nei pressi di piazza d'Armi, ad accorgersene è stato un passante intorno alle 9 di ieri mattina. La scultura si compone di 19 figure umane stilizzate e unite tra loro, è opera di Osvaldo Moi, scultore e maresciallo capo dell'esercito. 

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L'opera era stata posata nel 2006 e ora è stata portata in un deposito del Comune di Torino per essere riparata. La polizia indaga sugli autori del gesto. La notizia fa male ancora di più a chi quell'attacco l'ha visto da vicino, come il maresciallo Cosimo Visconti, che ha raccontato nel libro, Nassiriya. Diario di una strage quella esperienza tragica: «Sono dei vigliacchi, che si accaniscono sulla memoria dei morti forse credendo di vendicare il ritiro dall'Afghanistan, oggi tutti fanno grandi dichiarazioni, ma la verità è che lo Stato ci ha dimenticati. Non si risolve la questione con i soldi delle pensioni, bisogna ricordare quelle vite spezzate, quella gente è stata massacrata e merita rispetto». 

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Il tenente colonnello Gianfranco Paglia, ferito a Mogadiscio nel 1994 e da allora costretto alla sedia e rotelle, riesce a non essere pessimista: «Questi sono atti irrazionali, ma il Paese è molto cambiato, c'è molto più rispetto verso i militari, che un tempo erano visti come persone atipiche ed etichettati tutti come fascisti. Proprio la strage di Nassiriya ha fatto cambiare la prospettiva». «Questi gesti - conclude Paglia - non sono nulla rispetto alla fila lunghissima che rese omaggio ai nostri caduti all'Altare della patria dopo l'attentato». 

 

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Le reazioni della politica sono state molte e tutte di sdegno. A cominciare dalla sindaca di Torino Chiara Appendino e dai principali candidati alla sua successione, Stefano Lo Russo del centrosinistra, Paolo Damilano del centrodestra e dal suo predecessore, Piero Fassino. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, collega l'episodio con lo sforzo dei militari in Afghanistan: «Si deve reagire rafforzando nel Paese la memoria degli eroi». 

 

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Di «talebani di casa nostra», parla il deputato piemontese del Pd Enrico Borghi. Anche dal centrodestra arrivano parole di condanna: «Uno schiaffo ai nostri soldati», dice la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. «Si deve fare tutto il possibile per ripristinarlo», aggi il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani. -

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