gaza israele hamas bombardamenti palestina

DENTRO ALLA PRIGIONE A CIELO APERTO PIU’ GRANDE DEL MONDO – TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE SULLA STRISCIA DI GAZA, DOVE VIVONO DUE MILIONI E MEZZO DI PERSONE: CIRCA IL 40% HA MENO DI 14 ANNI, CIRCA IL 22% HA TRA I 15 E I 24 ANNI – PER ANNI GLI ISRAELIANI HANNO AVUTO ACCESSO ALLA STRISCIA E I PALESTINESI HANNO POTUTO LAVORARE NEI CANTIERI E NELLE PIANTAGIONI DEGLI ISRAELIANI: UN’ILLUSIONE DEI "PONTI APERTI" A COSTO ZERO CHE SI È INTERROTTA CON LA PRIMA INTIFADA…

Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

BOMBARDAMENTI ISRAELIANI SU GAZA

Non è sempre stato così. Una volta, circa quattro decadi fa, gli israeliani residenti nei kibbutz e paesini oggi devastati dai pogrom assassini dei fanatici di Hamas si recavano sul lungomare di Gaza a comprare il pesce, pranzavano ai ristorantini del porto, acquistavano per pochi shekel i pomodori e la frutta sui mercati locali. Capitava di trovare mamme israeliane con i bambini nei vicoletti dei campi profughi per visitare la famiglia della babysitter palestinese, mentre il marito si recava dall'imam della moschea vicina per reclutare operai per la sua industria di Tel Aviv.

bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 8

 

Gli abitanti della quindicina di colonie ebraiche costruite nella Striscia di Gaza dopo la sua occupazione nel 1967 si mischiavano senza troppi problemi con i locali. Non c'erano muri o barriere elettroniche sul perimetro della Striscia, se non qualche filo spinato arrugginito messo da egiziani e israeliani nel 1948. Ai posti di blocco i soldati controllavano distratti le carte d'identità del circa mezzo milione di pendolari che si recavano nei cantieri e sulle piantagioni israeliane

 

bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 9

[…]Per ben oltre un quindicennio dopo la guerra del 1967 la popolazione israeliana ei palestinesi abitanti nella Striscia, per la stragrande maggioranza profughi dalle località nel sud della regione abbandonate al tempo del conflitto che aveva portato alla nascita di Israele vent'anni prima, beneficiarono di quella che era definita la «politica dei ponti aperti» voluta dall'allora ministro della Difesa Moshe Dayan . […] In quei primi anni quasi non ci fu resistenza da parte araba, la gente era come annichilita dalla soverchiante potenza dello Stato ebraico.

bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 15

 

E infatti la battaglia contro Israele fu per lungo tempo condotta dall'Olp di Yasser Arafat, che operava dall'estero e si richiamava ai movimenti socialisti della decolonizzazione legati all'Unione Sovietica. Fu allora che Israele, in chiave anti-Olp, scelse di lasciare crescere le organizzazioni caritative e di mutuo soccorso ispirate ai Fratelli Musulmani, che in particolare a Gaza guardavano all'Egitto.

L'Olp sembrava relegato alla diaspora, Israele traeva profitto dallo status quo. Ma nel dicembre 1987 fu lo scoppio dell'intifada, la rivolta popolare dei palestinesi nei territori occupati, a demolire l'illusione israeliana dei «ponti aperti» a costo zero.

SISTEMA ANTI MISSILE ISRAELIANO IRON DOME

 

[…] Lo sceicco Yassin I palestinese per la prima volta prendevano in mano il loro destino con un movimento di protesta autoctono che non dipendeva dall'Olp. L'anno dopo lo sceicco tetraplegico Ahmed Yassin dalla sua casa nel cuore di Gaza annunciava la nascita di Hamas, che negava qualsiasi possibilità di compromesso con gli «Yehud», gli ebrei, rifiutava l'approccio nazionalista laico dell'Olp e in nome di Allah invocava il diritto sacro del suo popolo al controllo di tutta la Palestina. Da allora lo scontro aperto tra Hamas, radicata più a Gaza, e l'Olp, sempre meno forte in Cisgiordania, corre parallelo a quello contro Israele. L'intifada bloccò la coesistenza pacifica tra le due popolazioni.

bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 14

 

Pochi anni fa il proprietario di un noto ristorante di Gaza guardava ancora con nostalgia alle foto della sua sala affollata da clienti di Ashkelon e sospirava raccontando della sua amante ebrea di Tel Aviv che non può più incontrare.

 

Gli anni Novanta conducono direttamente alla situazione di oggi. S'inaugura la stagione del terrorismo kamikaze islamico. Gli attentatori si fanno esplodere tra la gente nei ristoranti, bus e discoteche nel cuore di Israele: ogni palestinese è un sospetto. Gaza diventa una prigione a cielo aperto lunga 48 chilometri e larga mediamente 9, abitata da poco meno di due milioni e mezzo di persone (circa il 40% ha meno di 14 anni, circa il 22% ha tra i 15 ei 24 anni).

bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 16

 

Le cose peggiorano dopo che un estremista ebreo assassina il premier Ytzhak Rabin imputato di «tradire» Israele stringendo la mano ad Arafat. Nel 2005 Israele ha evacuato i circa 15.000 coloni ebrei di Gaza, ne approfittano gli islamici che accusano l'Olp di corruzione e collusione col nemico. Nel 2006 Hamas vince le prime elezioni democratiche della storia palestinese. L'anno dopo i militanti armati islamici scacciano e uccidono gli attivisti dell'Olp. Seguono le vampate di violenza degli ultimi anni, ogni volta più gravi e sanguinose di quelle precedenti.

bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 17bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 18bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 1

[…]

palestinesi piangono la morte di un bambino a gaza macerie a gaza dopo gli attacchi israeliani il sistema iron dome in funzione contro i razzi palestinesi distruzione a gaza bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 4bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 5bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 6bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 7bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 3bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 2bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 11bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 12bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 10bombardamenti israeliani a gaza foto di motaz azaiza 13

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....