hong kong

VADE RETRO, PECHINO - LA RIVOLTA DI HONG KONG CONTRO LA CINA: UN MILIONE IN PIAZZA PER GRIDARE NO ALLE ESTRADIZIONI -  PECHINO VUOLE IMPORRE ALL'EX COLONIA UNA NORMA CHE CONSENTE AL PARTITO DI IMPRIGIONARE IL DISSENSO. E CANCELLARE OGNI LIBERTÀ...

Roberto Fabbri per “il Giornale”

 

hong kong

Un milione di manifestanti per strada non si vedono tutti i giorni. Neanche a Hong Kong, ultima isola di semilibertà nella Cina continentale dove le crescenti preoccupazioni per le sottili manovre di Pechino tendenti alla «normalizzazione» della ex colonia britannica mobilitano spesso grandi folle.

 

É successo ieri, e l' occasione è stata fornita dal più recente capitolo di questa politica del presidente Xi Jinping che ha come obiettivo finale, certamente entro il termine del 2047 quando scadranno i cinquant' anni di regime speciale concordato con Londra ventidue anni fa, la definitiva assimilazione di Hong Kong nell' illiberale Stato comunista cinese.

 

Stiamo parlando del tentativo di far approvare dal Consiglio Legislativo il Parlamento semilibero della ex colonia una nuova norma che consentirebbe l' estradizione anche verso la Cina. La risposta massiccia dell' opinione pubblica di Hong Kong fa comprendere che c' è in ballo molto di più di una procedura processuale: la posta gioco, con ogni evidenza, è la possibilità che si aprirebbe di consegnare alla giustizia cinese (che non è altro se non la longa manus del partito comunista al potere assoluto dal 1949) oppositori e voci critiche di Hong Kong.

 

hong kong

La manifestazione di ieri era stata preceduta giovedì scorso da una mobilitazione degli ambienti giuridici della provincia semiautonoma cinese (questo è lo status attuale di Hong Kong), sostenuti dalle associazioni degli imprenditori locali e anche da diplomatici occidentali, che hanno lanciato l' allarme nei confronti di una mossa che rappresenterebbe un subdolo tradimento degli impegni presi dal governo di Hong Kong, quello appunto di non consegnare cittadini locali ma anche quelli occidentali che vivono nell' ex colonia britannica - ai tribunali della Repubblica Popolare Cinese. Già alla fine di aprile le prime avvisaglie di questo disegno liberticida avevano portato alla più massiccia mobilitazione di manifestanti dai tempi della «rivolta degli ombrelli» del 2014.

 

hong kong

Ma così come non si era tenuta in alcun conto la volontà dei dimostranti filodemocratici di cinque anni fa, allo stesso modo era rimasta inascoltata la voce di chi un mese fa gridava «No all' estradizione».

 

 

Il fatto è che la legge elettorale di Hong Kong è stata concepita proprio per impedire che possa in alcun modo formarsi una maggioranza parlamentare ostile agli interessi di Pechino, ignorando il fatto che i sentimenti di chi vive nella ex colonia sono mediamente assai lontani da quelli sperati (e propagandati) dal regime guidato dal maoista Xi. A Hong Kong è ben chiaro che il nuovo disegno di legge è stato concepito nelle stanze del potere di Pechino, e che la motivazione ufficiale per portarlo avanti (consentire l' estradizione verso Taiwan di un cittadino di Hong Kong ricercato per omicidio) non è altro che un pretesto per rendere possibile le estradizioni verso la Cina di chi contesta la politica cinese nell' ex colonia.

 

hong kong

Finire estradati in Cina per motivi di opinione, non c' è bisogno di ricordarlo, equivale a rischiare anche la propria vita, e certamente la propria libertà. Lo dimostrano i sempre più frequenti casi di sparizioni da Hong Kong di critici del regime: un miliardario e un gruppo di editori indipendenti, in particolare, sono poi ricomparsi in veste di detenuti nella Cina di Xi. Il quale, con questa mossa, conferma la strategia staliniana cosiddetta del salame che va adottando nei confronti di Hong Kong: una fetta dopo l' altra, il potere rosso si mangia le libertà civili. Non c' è fretta, per chiudere la partita mancano ancora ventott' anni.

hong kong 4hong kong

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…