papa francesco - regolamento per il personale del vaticano

IL VATICANO: IL SOGNO DI OGNI DATORE DI LAVORO SCHIAVISTA – OLTRETEVERE NON CI SONO SINDACATI NÉ AMMORTIZZATORI SOCIALI E A CHI È RIMASTO A CASA DURANTE IL LOCKDOWN VIENE DETRATTO UN “MONTE ORE NEGATIVO” – MA QUALI SONO LE REGOLE PER ESSERE ASSUNTI IN VATICANO? E CONVIENE LAVORARE PER UNA MONARCHIA ASSOLUTA? LA “PROFESSIONE DI FEDE CATTOLICA” È IL PRIMO REQUISITO (E VABBÈ). POI… - LA CLASS ACTION DEI DIPENDENTI DEI MUSEI VATICANI CHE HA ALZATO IL VELO E IL REGOLAMENTO AGGIORNATO NEL 2010

Estratto dell’articolo di Giovanni Viafora per www.corriere.it

 

papa francesco con i dipendenti del vaticano

«Un’insolita sfida pubblica al governo di Papa Francesco», scrive il Washington Post a proposito della «class action» dei 49 dipendenti dei Musei vaticani (notizia data in esclusiva dal Corriere domenica scorsa) che, tramite una delega collettiva all'avvocata Laura Sgrò, hanno chiesto al Governatorato della città-Stato il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali in tema di lavoro, non tutelati tra le mura di San Pietro. Un articolo […] che ricorda come «leggi, regolamenti e pratiche vaticane risultino spesso incompatibili con le norme italiane ed europee».

 

D'altronde si è già detto: se la Chiesa, negli anni, è riuscita a maturare, anche in campo giuslavoristico, una moderna e sofisticata rete di prescrizioni e di convinzioni (si vedano i principi e gli insegnamenti della Dottrina sociale); l'impressione è che quegli stessi principi non siano ancora arrivati a permeare la legislazione interna.

 

i dipendenti dei musei vaticani

Quella del piccolo «Stato pontificio», alle cui dipendenze opera una flottiglia di circa 5mila dipendenti […] e che resta a tutti gli effetti una «monarchia assoluta» […]

 

Il testo della «class action» dei custodi dei Musei vaticani ha messo in rilievo alcune delle criticità più evidenti a livello di sistema: sindacati non riconosciuti; assenza di ammortizzatori sociali; mancanza di chiarezza nei processi di valutazione interni […];

 

decisioni abnormi dal punto di vista salariale («il monte ore negativo» computato a ciascun dipendente rimasto forzatamente a casa durante il lockdown, che ora viene riappianato con trattenute in busta paga). Ma quali sono […] le norme che regolano i rapporti di lavoro in Vaticano? Quali sono le specificità e quali sono le tutele che vengono garantite?

 

papa francesco regolamento per il personale del vaticano

[…] Il codice di riferimento è il «Regolamento per il personale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano», un testo promulgato nel 2010 […] che aggiornò alcuni documenti precedenti, a partire dal «Regolamento per gli Uffici e Servizi del Governatorato» risalente al 1932 […], con l'obiettivo di «elaborare una legislazione che meglio tutelasse la dignità del lavoro». L'abbiamo letto ed ecco cosa contiene.

 

La prefazione […] mette subito in chiaro quale sia la cornice peculiare della legislazione vaticana: «Il nostro lavoro - si legge - costituisce un supporto al ministero del Papa. (...) Dovrebbe essere per tutti noi motivo di orgoglio, un orgoglio illuminato dalla fede di chi sa di servire, con la propria vita e la propria attività, alla Chiesa e a Cristo stesso».

 

i dipendenti del vaticano

Le nomine dei vertici del Governatorato quindi sono tutti di nomina papale: Presidente, Vice-segretario, i Direttori e i vice-direttori. E sono proprio i Direttori che hanno «competenza sui provvedimenti riguardanti l'organizzazione del lavoro» (art 5, comma 2). Il lavoratore vaticano deve fare i conti - da solo - con loro.

 

[…] Si parte con le norme che regolano le «assunzioni». I criteri di scelta sono: «Sicura onestà, solidi principi morali e religiosi e comprovata competenza». E si può comprendere. Nelle assunzioni, si legge inoltre, «si tiene in particolare considerazione l'impegno nella comunità ecclesiale».

 

PAPA FRANCESCO CON I DIPENDENTI DEL VATICANO

Per l'«assunzione di richiede «professione di fede cattolica e vita secondo i suoi principi» . Per i livelli più alti, inoltre, il Vaticano chiede ogni due anni una dichiarazione in cui si attesti, tra le altre cose, «di non detenere partecipazioni di qualsiasi genere in società o aziende che operino con finalità e in settori contrari alla Dottrina Sociale della Chiesa».

 

«Prima di ogni assunzione - precisa dunque l'articolo 12 - si provvederà nel modo ritenuto più opportuno ad accertare l'idoneità morale e religiosa del candidato» (una prescrizione che, in Italia, incontrerebbe il divieto dell'art. 8 dello Statuto dei lavoratori).

 

LAVORATORI DEL VATICANO

[…] Dopo l'assunzione il periodo di prova dura però «almeno un anno, non prorogabile oltre un biennio» (in Italia di norma non supera i 6 mesi). Questo aspetto rende il lavoratore più debole per un periodo straordinariamente lungo (in Italia, di norma, non si possono superare i 6 mesi).

 

Durante il periodo di prova, infatti, il «dipendente ritenuto non idoneo può essere dimesso con provvedimento insindacabile del Presidente del Governatorato (un cardinale, come è stato detto, ndr)».  Ogni tre mesi è prevista una «circostanziata valutazione sulla condotta e sul rendimento professionale». Ci possono essere «stage» (art.32), ma «studenti o giovani già qualificati» (...) devono fare una «dichiarazione scritta secondo cui il candidato non attende un compenso economico né una copertura assicurativa da parte del Governatorato».

 

PAPA FRANCESCO CON I LAVORATORI DEL VATICANO

[…] Il tema delle «valutazioni» è centrale e ritorna più volte nel Regolamento. «Il responsabile immediato è tenuto ad informare annualmente il Direttore (...) circa la dedizione, la professionalità, il rendimento e la correttezza di ciascun dipendente», recita l'articolo 16. E «qualora la valutazione complessiva risultasse insufficiente potranno essere avviate le procedure disciplinari». I criteri di queste valutazioni, tuttavia, non sono esplicitati.  Ugualmente per quanto riguarda gli «scatti biennali», il Regolamento sostiene che «sono assegnati ogni due anni». Ma «la misura è le modalità di pagamento sono stabilite da apposite norme». Dicono i dipendenti: «Nessuno le conosce, sono esclusiva dei superiori».

 

[…] Si arriva ai «Doveri» dei dipendenti, disciplinati dall'articolo 18. Forse il capitolo più «sensibile». I dipendenti - si legge - «hanno il dovere di svolgere il proprio lavoro (...) in spirito di (...) disponibilità a prestare la propria opera, ovunque sia necessario». Devono essere «pronti anche, in caso di necessità a collaborare in compiti non attinenti alle proprie funzioni».

 

LAVORARE IN VATICANO

Sono «tenuti ad osservare rigorosamente il segreto d'ufficio anche dopo la cessazione del rapporto di lavoro» e «a professare la fede cattolica anche nella vita privata, a comportarsi secondo i suoi principi e a tenere una esemplare condotta morale e civile». Una prescrizione, quest'ultima, di ampia discrezionalità, che infatti è causa di contenziosi delicatissimi con il personale.

 

Ancora: i dipendenti «sono tenuti - recita il comma 6 - ad avere cura del proprio aspetto esteriore in conformità alle esigenze e alle consuetudini»; nonché a «comunicare tempestivamente le variazioni concernenti la composizione della propria famiglia». È vietato, infine, «prendere parte a manifestazioni che non siano confacenti al carattere di collaboratore del Governatorato». Tutte questioni personali (se non proprio di natura etica), come si può ben capire, che incidono però direttamente sul rapporto di lavoro. 

 

[…] Tutti temi che ritroviamo nel capitolo sulla «Disciplina» (art.50). «La condotta del dipendente nella vita privata, se contrasta con i principi della fede e della morale cattolica o può recare pregiudizio alla dignità ed al decoro del servizio svolto (...) può fare luogo a procedimenti disciplinari».

 

LAVORARE IN VATICANO 1

Anche questa una prescrizione in cui la discrezionalità è amplissima e lascia molti margini di manovra al datore di lavoro. Per esempio: una relazione omosessuale contrasta con i principi della fede? Può essere causa di contestazione? La «condotta disdicevole nella vita privata» è causa di ammonizione (una delle sanzioni previste contro cui non si può fare ricorso, tra l'altro). 

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