acqua alta a venezia

"VENEZIA NON SCOMPARIRA' INGHIOTTITA DALLE ACQUE COME LA MITICA ATLANTIDE, MA MARCIRA' E CADRA' POCO A POCO" - L'ISTITUTO VENETO DELLE SCIENZE HA SCRITTO A MARIO DRAGHI PER LANCIARE L'ALLARME SULL'INNALZAMENTO DEL LIVELLO DEI MARI, DESTINATO A INGHIOTTIRE LA CITTA', A PRESCINDERE DAL MOSE: "SARA' UN ORRIBILE MONUMENTO ALLA NOSTRA NEGLIGENZA E INCOMPETENZA" - L'ENTE PROPONE UNA...

Salvatore Settis per "la Stampa"

 

Acqua alta Venezia

I recenti incontri di Roma e di Glasgow hanno dato risultati deludenti sul fronte dei drammatici mutamenti climatici che ci minacciano. Eppure nessuno ha contestato seriamente l'attendibilità delle previsioni ICCP (Intergovernmental Panel on Climate Change) diffuse nel luglio di quest'anno: in mancanza di interventi seri, immediati e globali, la temperatura media del pianeta aumenterà entro il 2100 da 2,1 gradi a 3,5 nell'ipotesi peggiore.

 

Il livello dei mari crescerà mediamente, di qui alla fine del secolo, da un minimo di 44 centimetri a un massimo di 76: a patirne le conseguenze non saranno dunque solo le indeterminate generazioni future, ma centinaia di milioni di giovani e di bambini già vivi oggi, un esercito di Grete che riempiono e riempiranno sempre più le piazze del mondo.

 

Acqua alta Venezia 5

Fra le prime vittime dell'incoscienza umana, Venezia. Un incauto ottimismo fa credere ai più ingenui che le barriere mobili del Mose siano una difesa efficace, ma non è così. Il Mose (ammesso che funzioni) può agire su fenomeni passeggeri e locali come l'acqua alta, ma non ha il minimo effetto sul crescente innalzamento di livello delle acque, che è un fenomeno planetario.

 

Il livello delle acque in Laguna negli ultimi cento anni è già cresciuto di 35 centimetri, nulla di fronte a quello che sta per accadere, portando fatalmente a una condizione quasi permanente di acqua alta: le barriere del Mose dovrebbero essere alzate almeno 260 giorni l'anno, ostruendo l'armonico rapporto fra Laguna e mare che è essenziale alla sopravvivenza di un prodigioso ecosistema che include monumenti e acque, la storia degli uomini e la biosfera, la Laguna e la città.

 

Acqua alta Venezia 4

Venezia non verrà ingoiata da eventi catastrofici imprevisti, ma si sgretolerà e crollerà su se stessa nei prossimi decenni, via via che i suoi edifici verranno corrosi dalla risalita capillare dell'acqua salmastra, che, impregnando malte e intonaci, pietre e mattoni, intacca l'integrità degli edifici e provoca crescenti dissesti strutturali.

 

L'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, prestigiosa accademia fondata nel 1810, ha dato corpo a questo allarme in una lettera aperta al presidente del Consiglio Draghi. Da almeno un decennio, dice la lettera, è certo che il livello del Mediterraneo crescerà quanto quello dell'Atlantico, e le conseguenze a Venezia saranno aggravate dalla subsidenza, fenomeno geodinamico inarrestabile per cui l'intera città si abbassa ogni anno di 2 millimetri.

 

Acqua alta Venezia 3

L'estrema gravità della situazione, ben nota agli specialisti, non ha ancora raggiunto l'opinione pubblica né innescato adeguati provvedimenti di governo, a causa della frequente confusione fra gli eventi temporanei propri della Laguna (l'acqua alta) e l'innalzamento globale dei mari, che su Venezia sta avendo un effetto letale; e le tortuose vicende del Mose, passate attraverso episodi di corruzione e sprechi, hanno contribuito a deviare l'attenzione da questa distinzione essenziale.

 

Che cosa sta facendo o può fare l'Italia per salvare Venezia? Prima di tutto, certo, contribuire a promuovere rimedi globali che quanto meno rallentino i cambiamenti climatici e ne rendano meno incontrollabili gli effetti. Ma il problema di Venezia resta e il Mose, se pure dovesse funzionare al meglio, nulla può fare per impedire il processo in corso: «Venezia non scomparirà inghiottita dalle acque come la mitica Atlantide, ma marcirà e cadrà a poco a poco: orribile monumento alla nostra negligenza e incompetenza», è scritto nella lettera a Draghi.

 

Acqua alta Venezia 2

E come si potrà salvare città e Laguna, se «una Babele di autorità e di poteri conflittuali sono attualmente responsabili della protezione di Venezia» ? Una trentina di istituzioni si divide compiti che spesso si sovrappongono, generando zone grigie e conflitti di competenza: e l'unico rimedio che si è finora trovato è il cosiddetto Comitatone, istituito con legge speciale, che dovrebbe coordinare tutto ma riesce a riunirsi, faticosamente, a intervalli troppo larghi per risultare efficace.

 

venezia, il mose non viene attivato e torna l acqua alta 1

L'Istituto Veneto suggerisce al governo, invece, di muoversi in due direzioni, entrambe all'insegna della massima trasparenza e pubblicità dei risultati: la ricerca scientifica e l'efficacia dei processi decisionali. Alla Babele nostrana propone di sostituire un organismo unico, «una nuova autorità dotata di adeguate deleghe», seguendo l'esempio dell'Olanda, che già dal 2010 ha creato un'autorità strategica di gestione del problema (Programma Delta).

 

Poiché è necessario affrontare l'incertezza che ci sta davanti, in Olanda si sta lavorando simultaneamente a quattro diversi scenari, con un innalzamento del livello del mare da un minimo di 40 centimetri a un massimo di un metro. Lungimirante pianificazione del futuro e flessibilità nelle risposte sono infatti premesse imprescindibili di un buon risultato: il nuovo organismo, seppure necessariamente innestato nell'ordinamento istituzionale del Paese, dovrebbe valersi delle massime competenze scientifiche e gestionali a livello europeo, consentendone la piena libertà.

 

ACQUA ALTA A VENEZIA

Rivolgendosi a Biden in vista degli incontri di Roma e di Glasgow, Draghi si mostrò assai allarmato per le «conseguenze catastrofiche» dell'innalzamento di livello dei mari, e citò Venezia fra i temi da affrontare con decisione (La Stampa, 18 settembre): è anche per questo che l'Istituto Veneto si è rivolto a lui con speranza. All'appello si è aggiunta la voce di Orhan Pamuk, il grande scrittore turco (Nobel 2006) che ha insegnato a Ca' Foscari nel 2009: «Salvare Venezia è salvare tutta l'umanità e ogni città del mondo. Servirà come esempio per tutta l'umanità e mostrerà che salvare e conservare le nostre città significa preservare esempi unici dei diversi modi in cui si può essere umani».

salvatore settis

 

Se l'Italia vuole che la sua voce sul riscaldamento globale venga ascoltata, nulla può darle credito quanto passare dalle parole ai fatti sul fronte più difficile e più caldo del mondo: Venezia.

acqua alta a venezia

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO