diosdado cabello nicolas maduro donald trump

UN DIAVOLO PER CABELLO – SICCOME L’OPZIONE GUAIDÓ NON STA FUNZIONANDO, GLI STATI UNITI STANNO LAVORANDO A UNA STRATEGIA ALTERNATIVA PER FAR CAPITOLARE IL REGIME DI NICOLAS MADURO - C’È UN NEGOZIATO SEGRETO CON DIOSDADO CABELLO, LEADER DEL PARTITO SOCIALISTA DEL VENEZUELA E SECONDO UOMO PIÙ POTENTE DEL PAESE - I CONTATTI SONO SOSTENUTI ANCHE DA ALCUNI ALLEATI DEL DITTATORE, CHE VOGLIONO… – VIDEO

 

Francesco Semprini per “la Stampa”

 

nicolas maduro diosdado cabello 1

C' è una terza via che gli Stati Uniti stanno seguendo per agevolare la capitolazione di Nicolas Maduro. Una strategia alternativa (o contestuale) all' ipotesi di un' azione militare o all' appoggio «esterno» alla (macchinosa) opposizione di Juan Guaidó. I media Usa hanno individuato il protagonista di questa nuova fase in Diosdado Cabello, potente leader del partito socialista del Venezuela che avrebbe avuto contatti con l' amministrazione Usa attraverso intermediari di fiducia.

edgar zambrano juan guaido'

 

donald trump riceve la moglie di guaido' fabiana rosales 2

Contatti segreti sostenuti da alcuni alleati dello stesso Maduro in cerca di garanzie su una eventuale immunità nel caso dovessero cedere alle richieste di far cadere la testa del successore di Hugo Chavez. Cabello, 56 anni, è un perno fondamentale del sistema di potere all' interno del Venezuela: ha visto crescere la sua influenza su alcune componenti del governo di Caracas e sulle forze di sicurezza mentre la presa di Maduro si andava indebolendo.

 

diosdado cabello 1JUAN GUAIDO CON GREMBIULE MASSONE

Ma è stato anche accusato dagli Usa di essere coinvolto in casi di corruzione, traffico di stupefacenti e persino minacce di morte contro un senatore americano. Un personaggio obliquo, ma che potrebbe essere utile ad aumentare la pressione sul regime, contribuendo ad alimentare lotte intestine già in corso tra blocchi di potere contrapposti. Cabello, in particolare, sarebbe in contatto con il membro del Consiglio di sicurezza nazionale Mauricio Claver-Carone, il quale potrebbe fungere da «cavallo di Troia» per aprire un varco all' interno della Carlota, la principale base strategica militare di Caracas. Perciò alcuni consiglieri dell' amministrazione Trump lo considerano un importante mediatore e pensano che la rivolta del 30 aprile dell' opposizione venezuelana avrebbe avuto successo se fosse stato coinvolto lui.

diosdado cabello nicolas maduro 3intervista esclusiva di skytg24 a nicolas maduro 2

 

diosdado cabello 3

Al contrario, alcuni funzionari del Dipartimento di Stato sono preoccupati dall' idea di comunicare con un presunto signore della droga, sebbene l' apertura di un varco nella compagine di regime possa suggerire che la cerchia di Maduro si stia gradualmente spezzando.

 

john bolton

Trump sembra determinato ad andare avanti: il presidente infatti è profondamente frustrato dal fatto che l' opposizione non sia riuscita a rovesciare Maduro anche dopo aver fatto da capofila nel riconoscere Juan Guaidó come il legittimo leader del Venezuela. Frustrazione dovuta anche alle resistenze interne ad eventuali azioni di forza opposte dai vari ex come James Mattis, Rex Tillerson e John Kelly.

mike pompeo

 

La dinamica è cambiata quando John Bolton e Mike Pompeo hanno preso il sopravvento. Finora Trump ha cercato di strozzare il dittatore con sanzioni crescenti, non avendo interesse a impegnare truppe di terra in Venezuela, ma chiede ai suoi collaboratori di continuare a esercitare pressioni su Caracas e cercare modi creativi per aiutare Guaidó. Le opzioni militari non sono imminenti, ma non sono escluse, anzi.

 

nicolas maduro diosdado cabello

Trump punta sull' idea di un blocco navale del Venezuela, rivela Axios, una sorta di stazionamento delle navi della Marina militare lungo la costa del paese per impedire alle merci di entrare e uscire. Il Pentagono nicchia, perché ritiene l' opzione non facilmente praticabile, debole in termini di basi legali e costosa in termini di risorse per la Us Navy.

diosdado cabello nicolas maduro 2

Il presidente sarebbe però tornato alla carica di recente, ossessionato dall' incubo che in Venezuela prima o poi entri qualcosa di pericoloso: «Suppongo che abbia il timore del ripetersi di un crisi missilistica cubana».

john bolton alla trump towervenezuela scontri a caracas dopo la chiamata alla rivolta di juan guaido' 3john boltondiosdado cabello 2john bolton venezuela scontri a caracas dopo la chiamata alla rivolta di juan guaido' 6venezuela scontri tra i manifestanti e la polizia dopo la chiamata alla rivolta di juan guaido' 13venezuela scontri tra i manifestanti e la polizia dopo la chiamata alla rivolta di juan guaido' 5venezuela scontri a caracas dopo la chiamata alla rivolta di juan guaido' 7venezuela scontri a caracas dopo la chiamata alla rivolta di juan guaido' 5venezuela scontri a caracas dopo la chiamata alla rivolta di juan guaido' 4venezuela scontri tra i manifestanti e la polizia dopo la chiamata alla rivolta di juan guaido' 16venezuela scontri a caracas dopo la chiamata alla rivolta di juan guaido' 8GUAIDO'GUAIDOsupporto a maduro e a guaido'venezuela scontri a caracas dopo la chiamata alla rivolta di juan guaido' 9juan guaido'venezuela scontri a caracas dopo la chiamata alla rivolta di juan guaido' 1

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…