LA VERSIONE DI BOSSETTI: “NON ERO A BREMBATE PER YARA INCONTRAVO SOLO MIO FRATELLO E IL MIO COMMERCIALISTA” - MA I DUE SMENTISCONO IN PARTE IL SUO RACCONTO: “L’ABBIAMO VISTO POCO”

Fiorenza Sarzanini Giuliana Ubbiali per il “Corriere della Sera”

massimo giuseppe bossettimassimo giuseppe bossetti

 

«È vero, andavo a Brembate, ma io Yara non la conosco. Ci andavo spesso perché lì abita mio fratello e c’è il mio commercialista. Ma avete sbagliato, l’assassino non sono io». Giovedì 19 giugno, ore 9.30. Nel carcere di Bergamo Massimo Giuseppe Bossetti racconta la sua verità. Parla per un’ora, nega di essere «Ignoto 1», l’uomo che ha lasciato una traccia di Dna sugli slip della vittima.

 

Fornisce una versione dei fatti che i carabinieri del Ros e i poliziotti dello Sco stanno adesso verificando. Però non convince il giudice Ezia Maccora che quella stessa sera firma un’ordinanza di custodia cautelare per omicidio aggravato dai motivi di crudeltà e dalla minorata difesa della vittima che aveva soltanto 13 anni. Anche perché sia il fratello, sia il professionista hanno in parte smentito il suo racconto. Il momento più drammatico è quello dell’inizio.

giovanni bossetti marito di ester arzuffi madre del presunto killer di yara gambirasiogiovanni bossetti marito di ester arzuffi madre del presunto killer di yara gambirasio

 

Il gip gli comunica ufficialmente l’esito delle verifiche sulla paternità: «Lei risulta figlio di Giuseppe Benedetto Guerinoni». Nell’aula cala il gelo. Lui rimane immobile, sgrana gli occhi. Guarda il suo avvocato Silvia Gazzetti quasi a cercare conforto. E poi dichiara: «Sono cresciuto sapendo di essere il figlio di Ester Arzuffi e Giovanni Bossetti. Soltanto ieri, leggendo un giornale qui in carcere ho scoperto che Giovanni non è mio padre. Voglio dire che per me mio padre è lui».

 

E aggiunge: «Quando venne fuori la storia di Guerinoni chiesi a mia madre se lo conosceva». Si capisce che è disperato, ma più volte ripete di essere innocente: «Non ho ucciso Yara. Non avrei mai potuto fare un gesto simile. Non sono capace di fare del male a nessuno, ho figli della sua stessa età». Non contesta l’esito degli esami sul Dna. «Ma non so spiegare perché l’abbiate trovato sugli slip della ragazzina». Due giorni fa sua moglie Marita Comi ha chiesto di poterlo vedere. Lui è in isolamento e adesso sarà il pubblico ministero Letizia Ruggeri a dover decidere se autorizzare il colloquio.

la casa di massimo giuseppe bossettila casa di massimo giuseppe bossetti

 

Le visite a Brembate
Il giudice gli chiede di ricostruire che cosa ha fatto la sera di venerdì 26 novembre 2010, quando Yara è scomparsa. «Sono passati quattro anni, però ricordo i miei movimenti di quel giorno perché sono un tipo metodico. Ho una vita normale, mi dedico al lavoro e alla famiglia e quindi ho delle abitudini ripetitive. Esco la mattina presto per andare al cantiere, mangio velocemente mentre sono al lavoro, poi il pomeriggio torno a casa, mi faccio una doccia e sto con i miei figli. Dopo cena mi addormento sul divano per la stanchezza. La sera esco raramente, sempre in compagnia di mia moglie e dei miei figli. Adoro mia moglie. La domenica di solito sto con i miei parenti. Sono molto legato ai miei genitori».

 

massimo giuseppe bossetti il presunto killer di yara gambirasiomassimo giuseppe bossetti il presunto killer di yara gambirasio

Poi aggiunge: «Ricordo che cosa feci quella sera perché passando di fronte al centro sportivo vidi furgoni con grosse parabole e ne fui attratto. Era il 26, o forse il 27 novembre». La circostanza è falsa perché la sparizione di Yara fu denunciata dal padre la mattina del 27 e le televisioni arrivarono non prima del giorno successivo, la domenica. Si arriva così alla sua presenza frequente nella zona dove abita Yara, nei pressi della Citta dello Sport dove la ragazzina andava a fare ginnastica. E lui si giustifica: «Vado a Brembate da mio fratello Fabio e dal mio commercialista».

 

il procuratore capo di busto arsizio francesco dettoriil procuratore capo di busto arsizio francesco dettori

Entrambi vengono interrogati. Fabio Bossetti spiega che «con mio fratello ci vediamo di rado perché lui è un tipo solitario. Veniva pochissime volte, io non sono mai andato a casa sua». Cauto anche il commercialista: «Sarà venuto una volta al mese, quando mi portava le fatture da registrare».

 

Il percorso e i negozi
«In quel periodo lavoravo in un cantiere di Palazzago con mio cognato, stavamo costruendo una palazzina. Passavo da Brembate Sopra per tornare a casa, a Mapello. Talvolta mi fermavo per un caffè o una birra. Oppure all’edicola perché lì compravo le figurine per mio figlio. E poi andavo dal benzinaio». Le verifiche effettuate in queste ore dagli investigatori riguardano eventuali percorsi alternativi che sono più veloci e più brevi per verificare se possa essere passato anche altrove.

bossetti arrestato per l omicidio di yara gambirasiobossetti arrestato per l omicidio di yara gambirasio

 

Un controllo che viene fatto anche analizzando i filmati delle telecamere sequestrati al momento della scomparsa della ragazzina. Certamente Bossetti andava «almeno due volte alla settimana» al centro estetico «Oltremare», come ha ricordato la proprietaria per fare la «doccia» abbronzante.

 

Nel novembre 2010 il negozio si trovava di fronte alla villetta dei Gambirasio. Lui nega una simile frequenza: «Tengo al mio aspetto fisico, ma non è vero che ci stavo così spesso, anche perché io lavoro all’aria aperta e il sole lo prendo anche così».

 

giuseppe guerinoni padre biologico di massimo bossettigiuseppe guerinoni padre biologico di massimo bossetti

Il cellulare «muto»
Il giudice gli contesta che dopo l’ultima telefonata alle 17.45 del 26 novembre 2010 il suo telefono cellulare sia rimasto muto fino alle 7 della mattina successiva. Lui dichiara: «Da qualche settimana il cellulare non funzionava bene, la batteria non reggeva e infatti poi l’ho cambiato. Quella sera posso averlo spento e messo in carica per riaccenderlo la mattina successiva prima di andare al lavoro. del resto a casa ho il telefono fisso». In queste ore si stanno effettuando nuovi controlli sui tabulati perché secondo le prime verifiche in altri giorni di quello stesso periodo il cellulare ha registrato «traffico» anche nelle ore serali.

BossettiBossetti


Quando gli viene chiesto se abbia mai conosciuto la famiglia Gambirasio, Bossetti è netto: «Non ho mai visto Yara. Ho incontrato sua padre al cantiere di Palazzago dopo la scomparsa della ragazzina. Se fosse successo a mia figlia io non avrei avuto la forza di continuare a lavorare». Nega di aver mai visitato «siti internet pedopornografici», mentre dice che è «molto appassionato ai casi di cronaca nera e li leggo sul computer. Mentre come giornale leggo “L’Eco di Bergamo”, mia suocera è abbonata». Sono cinque i computer che gli sono stati sequestrati, compreso un tablet. E adesso bisognerà verificare che cosa ci sia in tutti gli hard disk.

bossetti 822511f47dffb41813904ba03c242d57bossetti 822511f47dffb41813904ba03c242d57

 

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…