GUERRA A TAVOLINO (SELVAGGIO) - BAR E RISTORANTI DI PIAZZA NAVONA ABBASSANO LE SERRANDE PER PROTESTARE CONTRO MARINO: “PEGGIO DI ATTILA. COSÌ LA PIAZZA TORNERÀ A RIEMPIRSI DI DROGATI E MENDICANTI COME NEGLI ANNI 70”

Paolo Boccacci per “La Repubblica

 

proteste piazza navonaproteste piazza navona

Addio aperitivi al calar del sole davanti ai marmi bianchi della fontana del Bernini. Addio a cenette romantiche per divi come Richard Gere oppure alle puntate dei Mr President, da Omaba a Clinton, allo storico “Tre Scalini”, accanto alla facciata di Sant’Agnese. O della battagliera Nancy Pelosi al tavolo de “I quattro fiumi”. Piazza Navona chiude le luci dei suoi bar e ristoranti.

 

La battaglia di tavolino selvaggio ingaggiata con la giunta del sindaco Marino finisce ieri con la serrata di nove locali su tredici. Mentre questa mattina resteranno tutti chiusi, con le serrande abbassate: dentro i tavoli accatastati e fuori gli striscioni del personale che dicono “No tables, no job” e una sfilata di cuochi o camerieri bengalesi con in mano i cartelli di protesta.
 

piazza navonapiazza navona

Andrà così, per ora, l’operazione ordine lanciata dal municipio del Centro, che una volta per tutte, forte di una sentenza favorevole del Tar, vuole stabilire la trincea dei
tavoli, che adesso, perlomeno i pochi che sono rimasti dopo un primo blitz per farli sgomberare avvenuto lunedì, invadono l’isola pedonale della piazza, alla fine del marciapiede, quattro metri e mezzo.
 

piazza navona protestepiazza navona proteste

«Alla base di tutto» spiega il presidente del Municipio Sabrina Alfonsi «c’è il piano di massima occupabilità redatto dall’Ufficio della città storica e approvato, che indica esattamente per ognuna della grandi piazze centrali, dal piazza del Pantheon a piazza Campo de’ Fiori, da piazza Navona a piazza Santa Maria in Trastevere, quali sono gli spazi che si possono occupare con i tavolini. Noi abbiamo mandato per tempo le schede a ognuno dei locali di piazza Navona, chiedendo che facessero una nuova domanda di concessione per adeguarsi, ma loro contestano il piano, sono ricorsi al Tar e dunque non hanno le nuove concessioni, perciò i loro tavolini sono tutti abusivi. Bisognava applicare la sentenza del Tar».
 

piazza navona proteste 4piazza navona proteste 4

Intanto nella piazza scoppia la rivolta. Davanti al ristorante “Tre Scalini”, i dipendenti hanno messo in fila le sedie e si siedono con in cartelli in mano. E qualcuno ha portato anche i figli. «Noi non contestiamo tutto il piano, ma vogliamo discuterlo» ribatte Guido Campopiano, rappresentante degli esercenti, proprietario dei “Tre tartufi”, uno dei quattro locali rimasti ancora aperti, con la “Dolce Vita”, il “Caffè Domiziano” e il bar “Tre Scalini”, ma che oggi cadranno sotto la mannaia dell’ordinanza di sgombero dei vigili. E aggiunge: «Non chiediamo i sei o i sette metri di prima, ma almeno di poter invadere la strada, oltre al marciapiede per un altro metro in modo da poter mettere un’altra fila di tavolini. Altrimenti le nostre aziende devono scioperare ».
 

piazza navona protesta 3piazza navona protesta 3

Intanto i turisti sciamano e le coppie di americani e le famiglie di tedeschi, con i bianchi cappelli in testa, assaltano i pochi tavolini rimasti, cercando un posto in prima fila da cui ammirare le sculture del Bernini, bevendo Spritz dagli alti bicchieri a calice o i più classici Martini bianchi con ghiaccio.

 

E tutti ripetono, tra un aperitivo, un gelato e un «wonderful», «what’s up?», «che succede?», guardando la sfilata dei locali chiusi, quella malinconica distesa di tavolini vuoti ammonticchiati alla bell’e meglio dietro le serrande abbassate.
 

Ormai la battaglia di tavolino selvaggio a piazza Navona è un caso politico. E subito si materializza davanti agli striscioni di protesta l’ex sindaco Gianni Alemanno. «È un’assurdità. Marino, giù le mani da piazza Navona. Parlerò con l’assessore», promette agli esercenti.
 

piazza spagna marinopiazza spagna marino

Il colpo d’occhio, girando al piazza, dove al centro si esibiscono gli artisti di strada, è inedito. Chiuso il ristorante “Tre Scalini”, chiuso il “Bar Bernini”, serranda abbassata per il ristorante “Vacanze romane”, come pure per “Il grifone”, e per “I 4 fiumi” («Proprio pochi giorni fa era venuto a pranzo da noi Richard Gere» racconta il proprietario Antonio Tucci «E adesso dobbiamo combattere per non chiudere»). E poi “Panzirone”, il “Caffè Nettuno”.
 

gianni alemanno valeria licastrogianni alemanno valeria licastro

«Restiamo chiusi e perderemo circa 8 mila euro di incasso giornaliero, ma in queste condizioni non possiamo lavorare» aggiunge Tucci, che ha già deciso di rifare ricorso al Tar «ma restare aperti senza poter mettere i tavolini per noi è un suicidio. Ho iniziato questo lavoro come lavapiatti quando avevo 14 anni e mai avrei pensato
un giorno di assistere a tutto questo. Ci vogliono mettere nelle condizioni di dovere mandare a casa tanti dipendenti. Siamo in presenza di una forma di dittatura leggera ».
 

«Stanno facendo come Attila. È un flusso di pazzia. Vogliono riportare piazza Navona agli anni Settanta, quando era la patria di drogati, spacciatori e mendicanti. E, per fortuna, anche delle manifestazioni dei radicali » si sfoga Campopiano. Ma poi in serata si tenta la strada della trattativa: «Resta confermata la serrata, ma domani pomeriggio (oggi, ndr) proporremo al Comune di riprendere a lavorare con i tavolini solo sui marciapiedi». Oggi si vedrà.

Sabrina Alfonsi Enrico Gasbarra Sabrina Alfonsi Enrico Gasbarra

 

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