
IL VIOLINO? UN MODO PERFETTO PER NASCONDERE IL "NERO" - ANTONIO RIELLO: IL MERCATO DEGLI STRUMENTI MUSICALE DI VALORE (COME GLI STRADIVARI) È IL MODO PERFETTO PER RENDERE "INVISIBILI" SOMME PIUTTOSTO IMPORTANTI - BASTI PENSARE CHE UNO DEI VIOLINI PIÙ PREZIOSI È STATO BATTUTO ALL'ASTA A 23 MILIONI DI DOLLARI - I MAGGIORI INVESTITORI SONO IN ESTREMO ORIENTE. GIAPPONE, CINA E SOPRATTUTTO TAIWAN. QUALCUNO ANCHE NEGLI STATI UNITI...
Antonio Riello per Dagospia
Le notizie sulla terribile situazione di chi vive nella striscia di Gaza hanno indotto la comunità internazionale ad attivare molteplici forme di boicottaggio culturale verso i musicisti dello Stato di Israele (qualcosa di simile era accaduto con quelli russi subito dopo l'invasione dell'Ucraina). Giusto o sbagliato che sia coinvolgere la musica nelle vicende geopolitiche, di fatto si sono comunque tolti da molti programmi musicali gli artisti russi e israeliani.
Il concerto per la Reggia di Caserta diretto da Valery Gergiev (in qualche modo vicino a Putin) è stato cancellato. Qualche giorno fa, in Belgio, uno spettacolo con la Filarmonica di Monaco (il cui direttore è Lahav Shani, cittadino israeliano) è stato annullato. Ai PROMS londinesi, conclusi da poco, un altro direttore di nazionalità israeliana, Ilan Volkov, ha dovuto dissociarsi pubblicamente (comunque lo ha fatto sinceramente e non costretto) dalla politica di Netanyau.
L'inevitabile effetto collaterale è che le istituzioni musicali di questi due paesi se la passano male. Il noto violoncellista Zvi Plesser in particolare segnala che la America-Israel Cultural Foundation è talmente in cattive acque che ha deciso di vendere all'asta uno dei suoi tesori.
Si tratta di un violoncello del 1743 - realizzato a Torino da Giovanni Battista Guadagnini - dal valore stimato di duemilionieduecento sterline (siamo sui 2.500.000 euro). Uno strumento eccezionale che proprio Plesser ha avuto il privilegio di suonare molte volte.
Amati, Stradivari, Guarneri, Landolfi e appunto Guadagnini. Nomi che evocano la leggendaria abilità dei liutai italiani. Per chi volesse saperne di più a Cremona (la città di Antonio Stradivari) c'è il Museo del Violino. Gli esperti disputano da sempre se la "magia" degli Stradivari stia nella qualità del legno impiegato, nelle vernici o in qualche altro procedimento segreto.
Ma prosaicamente questi nomi significano anche altro. Non è solo una questione di orecchio musicale e di timbri irripetibili. Gli strumenti musicali antichi (principalmente violini, violoncelli e viole) sono una forma di investimento finanziario di assoluto rilievo. Roba che inizia a far gola anche ai ladri (anche se non sono musicofili): il violoncello di Ophélie Gaillard è stato rubato a Parigi in maniera rocambolesca e violenta.
Per capirci, uno Stradivari del 1715 (noto come "Baron Knoop") è stato venduto recentemente a 23 milioni di dollari. Stradivari realizzò un migliaio di violini e si stima che attualmente ne siano sopravvissuti circa la metà.
La capitale di questo mercato è Londra. Capita che occasionalmente se ne occupino anche Sotheby's, Christie's o Bonhams, ma ci sono tre case d'asta specializzate che controllano saldamente il settore: Tarisio (la prima a cui di solito si rivolge chi vuole vendere o comperare), Ingles & Hayday, Bromptons.
Un modo di impiegare il denaro abbastanza particolare. Il primo vantaggio? E' un mercato che (a differenza dei quello dell'Arte) negli ultimi cent'anni praticamente non ha mai avuto sussulti o cadute. Cresce lentamente, ma cresce costantemente (a differenza degli orologi di lusso che risentono delle fluttuazioni del gusto).
Un'altra caratteristica non trascurabile è la facile portabilità del bene: un violino in particolare si imbarca come bagaglio a mano e lo si può portare ovunque rapidamente, senza particolari controlli. Terzo elemento rilevante: è un bene (ancora) non direttamente tassato. Quarto: non dà nell'occhio (una persona non esperta lo scambia facilmente per un oggetto banale).
zvi plesser con un violoncello di guadagnini
E, se proprio vogliamo essere maliziosi, si può aggiungere che è un investimento - con determinati accorgimenti - facilmente "opacizzabile" che permette di rendere invisibili (o semi-invisibili) somme piuttosto importanti. Certo non produce un reddito diretto, ma anche l'oro e i diamanti funzionano così. Insomma all'interno dei portafogli di investimento importanti sempre più spesso gli strumenti musicali sono una opzione presa seriamente in considerazione.
I maggiori investitori sono in Estremo Oriente. Giappone, Cina e soprattutto Taiwan. Qualcuno anche negli Stati Uniti. Spesso i proprietari - a fronte di astronomiche polizze assicurative - prestano temporaneamente lo strumento a rinomati solisti per accrescerne il prestigio (e il valore). La grande Musica Classica, con il suo prestigio universale, fa gratuitamente da garante per questo genere di operazioni. Altri semplicemente preferiscono tenerseli in blindatissimi caveau - spesso in qualche freeport svizzero - dove questi manufatti diventano delle "belle addormentate" per chissà quanti anni. Qualcuno forse non verrà addirittura mai "svegliato".
Per i comuni mortali rimangono abbordabili solo gli archetti che servono per suonarli. Qui le cifre viaggiano intorno a qualche migliaio di sterline o poco più. Oppure si può provare a rovistare con attenzione nei bauli di parenti e trisavoli, soprattutto se tra questi c'era qualcuno che magari suonava un bel violino.
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