gisela getty

VITA, DROGHE E AMORI DELLA FOTOGRAFA E REGISTA GISELA SCHMIDT, MOGLIE DI PAUL GETTY: “ABBIAMO PROVATO LE DROGHE PSICHEDELICHE A SPERLONGA: CAPIMMO CHE LA VERITA’ E’ AMORE E CI SENTIMMO FIGLI DI DIO - QUANDO HO INCONTRATO PAUL VIVEVA CON AMICI IN UN VECCHIO SEMINTERRATO BUIO A TRASTEVERE E AVEVA A CHE FARE CON ESPONENTI DELLA MALAVITA… - IN QUEGLI ANNI TUTTI SI DROGAVANO PER SFUGGIRE ALLA TRAPPOLA DELLA NORMALITÀ” - LSD CON BOB DYLAN A MALIBU, IL SANTONE INDIANO, LO ZEN CON LEONARD COHEN

Alain Elkann per “la Stampa”

paul getty con gisela e jutta

 

Gisela Getty è una fotografa, regista, designer e scrittrice. È nata il 3 aprile 1949 a Kassel, in Germania. Con sorella gemella Jutta, è nota come esponente del movimento del '68.

Nel 1973 a Roma Gisela si fidanzò con Paul Getty poche ore prima che fosse rapito.

Lei e Jutta siete state icone del movimento hippy in Germania, Italia e a Los Angeles.

 

Avete fatto parte del movimento degli Anni 60 e siete state amiche di Bob Dylan e Leonard Cohen. Cosa resta di tutto questo?

paul e gisela getty 4

«Ancora oggi sento, in sintonia con il movimento degli Anni 60, che la nostra generazione ha avuto una sorta di rivelazione, sperimentando un mondo basato sull'amore e su un profondo senso di interconnessione. Abbiamo potuto dare un'occhiata al giardino dell'Eden, ma non sappiamo se questo abbia cambiato le nostre prospettive».

 

Il sogno è finito?

«Non per me, ma molti hanno perso la speranza. E molti della mia generazione sono morti».

paul e gisela getty

 

A causa della droga?

«Sì, ma le droghe sono solo un mezzo, un modo per uccidersi».

 

Anche lei le ha provate ma è riuscita a uscirne.

«Abbiamo provato le droghe psichedeliche. La mia prima esperienza con l'Lsd fu a Sperlonga, in Italia. Erano i primi Anni 70 ed ero con mia sorella. Fu un' illuminazione, capimmo che la verità è amore e ci sentimmo figli di Dio destinati a portare l' amore nel mondo».

 

paul e gisela getty 3

Era una reazione al fatto che eravate cresciute in Germania subito dopo la guerra e molti negavano l'accaduto?

«Molti nella generazione dei nostri genitori fecero ben di peggio: erano ancora fascisti.

E anche un mucchio di politici lo erano, ecco perché la Baader-Meinhof scelse la lotta armata fino alle estreme conseguenze e molti di noi simpatizzarono con loro».

 

Ma il movimento hippy era pacifista?

gisela getty

«Sì, ma eravamo più influenzati da Kommune 1, che nasceva dal surrealismo e dal dadaismo. Sostenevano da tempo che la vera rivoluzione parte da noi stessi perché Hitler è dentro di noi e il primo passo è assumersi la responsabilità del nostro fascismo interiore».

 

Eravate molto giovani. Consapevoli di tutto questo?

«Quando eravamo ancora bambine abbiamo cominciato a scoprire cosa avevano fatto i nostri genitori. Abbiamo compreso che non sarebbe mai più dovuta accadere una cosa del genere».

 

Siete andate in Italia a cercare la libertà?

paul e gisela getty

«Sì, ma prima avevo lasciato la mia città natale, Kassel, dove io e mia sorella avevamo studiato arte e dove avevamo creato un collettivo cinematografico per fare film politici. Ma alla fine anche quello ci sembrava troppo borghese. Così lasciammo la scuola di arte pochi mesi prima degli esami finali e diventammo attiviste politiche. Io andai a Berlino, in fabbrica, avrei dovuto sensibilizzare politicamente la classe operaia, un sogno da studenti».

 

Poi perché l'Italia?

«Mia sorella e io eravamo in qualche modo influenzate dal professor Bazon Brock che ci aveva spiegato come ci si può inventare come artisti e soprattutto dall'idea della Kommune 1 di portare la rivoluzione dentro se stesse per diventare amorevoli esseri umani. Per questo venimmo in Italia. Era il '72-'73 e volevamo essere libere. Nello stesso periodo il movimento femminista cominciò a diffondere l'idea che le donne sono vittime degli uomini, e che sono loro a bloccarle. Nella mia esperienza, gli uomini hanno sempre appoggiato la mia ricerca e la mia indipendenza. Credo che nel '68 fossimo tutti uguali, tutti alla ricerca di qualcosa».

gisela getty 6

 

In questa ricerca ha incontrato, in Italia e in California, grandi artisti fra cui suo marito Paul. Com'è andata?

«Io e mia sorella andammo subito a Roma che all'epoca era un crogiolo di appartenenti al movimento degli Anni 60 in arrivo da tutto il mondo. C'erano studenti dell' America Latina in fuga dalla dittatura; espatriati; artisti come Warhol, Morrissey, Glauber Rocha. Persone che abitavano un mondo del tutto nuovo».

 

Poi rapirono Paul e poco dopo la sua liberazione vi sposaste. La sua vita cambiò?

gisela getty con la sorella jutta e timothy leary

«Quando io e mia sorella incontrammo Paul lui era molto giovane, aveva rotto con la sua famiglia e il suo ambiente. Viveva con amici in un vecchio seminterrato buio a Trastevere e aveva a che fare con esponenti della malavita; a me sembrava una subcultura che gli permetteva di sfuggire alle aspettative riposte in lui, erede di una grande dinastia.

 

Ma io e Jutta riconoscemmo in lui una natura simile alla nostra e diventammo inseparabili. Fin dal primo giorno sentimmo di appartenere l'uno all' altro, eravamo sempre insieme, dormivamo insieme in un solo letto ed eravamo felici. Da emarginati diventammo un giovane triumvirato, convinti di poter ottenere tutto quello che volevamo».

gisela getty 5

 

Poi lui venne rapito.

«Fu una frattura tra il vecchio e il nuovo mondo. Ma significò anche la fine dell'estate dell'amore e dell'idea di creare un nuovo mondo. Dopo questo choc Paul e io ci sposammo. Aspettavo Balthazar, ma a Roma eravamo assediati dai paparazzi. Paul, che aveva subito un terribile trauma, era sempre più dipendente dalle droghe, io no. La famiglia decise di farci trasferire in California. Jutta nel frattempo era andata a Monaco a trovare Rainer Langhans, uno dei cofondatori di Kommune 1.

 

gisela getty 4

Era uscito di prigione e aveva capito che la vera rivoluzione avviene dentro di noi. Aveva trovato un maestro indiano che lo aveva iniziato e Jutta voleva avere da lui indicazioni per la propria vita. La sua relazione con Mario Schifano era finita e stava cercando nuove prospettive. Paul non parlava mai del rapimento. Vivevamo a Los Angeles, cercando di lasciarci alle spalle quel dolore. E poi erano gli Anni 70 e drogarsi era comune. Lo facevano Dennis Hopper e altri amici cercando di sfuggire alla trappola della normalità».

 

Cosa le resta di quei tempi?

«Jutta mi portò dei libri del maestro indiano e mi parlò di Rainer. Io avevo trovato un maestro tibetano in Colorado e avevo un biglietto per l'India. Ricevetti una cartolina da Rainer, aveva trascritto un sogno di mia sorella aggiungendo: "Perché l' India? C' è così tanto da fare qui." Così andai a Monaco e l'incontro con lui fu intenso e pieno di prospettive per il futuro».

gisela getty

 

Sua sorella Jutta incontrò Bob Dylan?

«Sì, prese l'Lsd con lui a Malibu e Dylan, in quanto ebreo, la portò a confrontarsi con il nazismo. Voleva scoprire cosa avevamo a che fare con quella questione. Fu un'esperienza molto importante per lei perché capì che tutti noi abbiamo interiorizzato Hitler».

 

Ha conosciuto Leonard Cohen?

«Sì, lo incontrai all' hotel Chateau Marmont dove vivevamo con Paul e divenne il mio migliore amico. Mi portò dal suo insegnante zen e incominciai a studiare. Eravamo molto legati. Poi, da quando ho conosciuto Rainer, sono andata ogni anno a Monaco. Abbiamo capito che tutte le nostre idee sull'Amore dovevano essere realizzate dentro di noi e che dobbiamo rivoluzionare noi stessi e non gli altri. È un processo che non finisce mai ed è un atto politico: io dico che siamo monaci in incognito, che è anche il titolo del mio nuovo libro».

gisela getty

 

In conclusione possiamo dire che la sua vita è un lungo viaggio in cerca dell' amore?

«Sì, il vero amore. Ovvero il superamento del fascismo interiore. Che io non credo di essere riuscita a superare. Non ho ancora trasceso la mia violenza, sono ancora piena di colpe. È una ricerca che va avanti per tutta la vita».

gisela e jutta gettygisela e jutta getty j paul getty john paul getty iii nel 1981PAUL GETTY III DOPO IL RILASCIO PAUL GETTY III DOPO IL RILASCIO paul getty jr e talitha pol contro la guerra in vietnam a roma 1969PAUL GETTY III DOPO IL RILASCIO PAUL GETTY III PAUL GETTY III PAUL GETTY III PAUL GETTY III PAUL GETTY III PAUL GETTY III IL MAGNATE JOHN PAUL GETTY Paul Getty III liberato in Italia a 17 annigisela getty 3

Ultimi Dagoreport

claudia conte

DAGOREPORT - CHI È, CHI NON È E CHI SI CREDE DI ESSERE CLAUDIA CONTE, LA “GIORNALISTA, SCRITTRICE, "EVENT PRODUCER", OPINIONISTA” CHE IMPERVERSA TRA TV, EVENTI PUBBLICI E ISTITUZIONALI - COME MAI HA PRESENTATO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DI UN LIBRO DI GABRIEL GARKO?!?! - PERCHÉ LA 33ENNE DI CASSINO È STATA SCELTA PER “RIFLETTERE” SULL’EREDITÀ DI ALDO MORO NEL MAGGIO 2023, ALLA PRESENZA DEL MINISTRO DELL’INTERNO, MATTEO PIANTEDOSI, E DEL PREZZEMOLONE MOLLICONE? - SUI SOCIAL DILAGANO LE SUE FOTO CON MINISTRI, ALTE GERARCHIE MILITARI, CONDUTTORI TV E PERFINO PAPA FRANCESCO – PRESENZA FISSA A PRESENTAZIONI DI LIBRI, CENE E GALA, LA BELLA CLAUDIA HA INIZIATO COME ATTRICE, POI HA TROVATO UNA MINIERA D’ORO NEL SOTTOBOSCO DELLA ''BENEFICENZA'', DELLA ''SOLIDARIETÀ'' E DELLE "LEGALITÀ" – TRA LIBRI, LE OSPITATE, I PREMI DI OGNI TIPO, E' ARRIVATO L’INCARICO PIÙ PRESTIGIOSO: LA PRESENTATRICE DEL TOUR DELLA NAVE AMERIGO VESPUCCI, IN GIRO PER IL MONDO. A QUALE TITOLO LE È STATO AFFIDATO? E PERCHÉ PROPRIO A LEI? AH, SAPERLO...

giuseppe conte elly schlein matteo ricci giorgia meloni francesco acquaroli

DAGOREPORT - COME E' RIUSCITO CONTE, DALL’ALTO DEL MISERO 5% DEI 5STELLE NELLE MARCHE, A TENERE IN OSTAGGIO IL PD-ELLY? - L'EX ''AVVOCATO DEL POPOLO'' È RIUSCITO A OTTENERE DALLA "GRUPPETTARA CON L'ESKIMO" LE CANDIDATURE DI ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA, E SENZA SPENDERSI GRANCHE' PER MATTEO RICCI. ANZI, RIEMPIENDO I MEDIA DI DISTINGUO E SUPERCAZZOLE SULL’ALLEANZA (“NON SIAMO UN CESPUGLIO DEL PD”) – IL PIU' MADORNALE ERRORE DEL RIFORMISTA RICCI E' STATO DI FAR SALIRE SUL PALCO L'"ATTIVISTA" DEL NAZARENO, AGITANDOSI PER GAZA ANZICHE' PER UNA REGIONE DOVE LA GLOBALIZZAZIONE HA IMPOVERITO LE INDUSTRIE (SCAVOLINI, TOD'S, ETC.), LA DISOCCUPAZIONE E' ARRIVATA E I MARCHIGIANI SI SONO SENTITI ABBANDONATI - VISTO IL RISCHIO-RICCI, E' ARRIVATA LA MOSSA DA CAVALLO DELLA DUCETTA: ''ZONA ECONOMICA SPECIALE'' E UNA PIOGGIA DI 70 MILIONI DI AIUTI...

al-thani netanyahu trump papa leone bin salman hamas

DAGOREPORT – STASERA INIZIA LA RICORRENZA DI YOM KIPPUR E NETANYAHU PREGA CHE HAMAS RIFIUTI IL PIANO DI PACE PER GAZA (ASSEDIATO IN CASA DALLE PROTESTE E DAI PROCESSI, PIÙ DURA LA GUERRA, MEGLIO È). NON A CASO HA FATTO MODIFICARE LAST MINUTE IL TESTO RENDENDOLO PIÙ DIFFICILE DA ACCETTARE PER I TERRORISTI CHE, A LORO VOLTA, INSISTONO SU TRE PUNTI: UN SALVACONDOTTO PER I CAPI; UN IMPEGNO A CREARE LO STATO DI PALESTINA; IL RITIRO DELL’ESERCITO ISRAELIANO, ANCHE DALLA ZONA CUSCINETTO – PRESSING FORTISSIMO DI VATICANO, ONU E PAESI ARABI PER CHIUDERE L'ACCORDO – EMIRI E SCEICCHI INFURIATI PER IL RUOLO DI TONY BLAIR, CHE BOMBARDÒ L’IRAQ SENZA MAI PENTIRSI – L’UMILIAZIONE DI “BIBI” CON LA TELEFONATA AL QATAR: L’EMIRO AL THANI NON HA VOLUTO PARLARE CON LUI E HA DELEGATO IL PRIMO MINISTRO – L’OBIETTIVO DEI “FLOTILLEROS” E L’ANTISEMITISMO CHE DILAGA IN EUROPA

luca zaia matteo salvini roberto vannacci

IL CORAGGIO SE UNO NON CE L'HA, MICA SE LO PUO' DARE! LUCA ZAIA, ETERNO CACADUBBI, NICCHIA SULLA CANDIDATURA ALLE SUPPLETIVE PER LA CAMERA: ORA CHE HA FINALMENTE LA CHANCE DI TORNARE A ROMA E INCIDERE SULLA LEGA, DUELLANDO CON VANNACCI E SALVINI CONTRO LA SVOLTA A DESTRA DEL CARROCCIO, PREFERISCE RESTARE NEL SUO VENETO A PIAZZARE QUALCHE FEDELISSIMO – SONO ANNI CHE MUGUGNANO I “MODERATI” LEGHISTI COME ZAIA, FEDRIGA, GIORGETTI, FONTANA MA AL MOMENTO DI SFIDARE SALVINI, SE LA FANNO SOTTO...

elly schlein tafazzi

DAGOREPORT: IL “NUOVO PD” DI ELLY NON ESISTE - ALIMENTATA DA UN'AMBIZIONE SFRENATA, INFARCITA SOLO DI TATTICISMI E DISPETTI, NON POSSIEDE L'ABILITÀ DI GUIDARE LA NOMENKLATURA DEL PARTITO, ISPIRANDOLA E MOTIVANDOLA - IL FATIDICO "CAMPOLARGO" NON BASTA PER RISPEDIRE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO L'ARMATA BRANCA-MELONI. NELLE MARCHE IL PD-ELLY SUBISCE IL SORPASSO DELLE SORELLE D'ITALIA - QUELLO CHE INQUIETA È LO SQUILIBRIO DELLA DUCETTA DEL NAZARENO NELLA COSTRUZIONE DELLE ALLEANZE, TUTTO IN FAVORE DI UN'AREA DI SINISTRA (M5S E AVS) IN CUI LEI STESSA SI È FORMATA E A CUI SENTE DI APPARTENERE, A SCAPITO DI QUELLA MODERATA, SPAZIO SUBITO OCCUPATO DALLA SCALTRISSIMA DUCETTA DI VIA DELLA SCROFA, CHE HA LANCIATO AMI A CUI HANNO ABBOCCATO LA CISL E COMUNIONE E LIBERAZIONE - CHE ELLY NON POSSIEDA VISIONE STRATEGICA, CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE, INTELLIGENZA EMOTIVA, PER FRONTEGGIARE IL FENOMENO MELONI, E' LAMPANTE - OCCORRE URGENTEMENTE, IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, RISPEDIRE ELLY SUI CARRI DEI GAY-PRIDE, PUNTANDO, DOPO LE REGIONALI D'AUTUNNO, SU UNA NUOVA LEADERSHIP IN SINTONIA COI TEMPI TUMULTUOSI DI OGGI

raoul bova beatrice arnera

DAGOREPORT: RAOUL, UN TRIVELLONE ''SPACCANTE''! - DAGOSPIA PIZZICA IL 54ENNE BOVA ATTOVAGLIATO ALL'ORA DI PRANZO AL RISTORANTE “QUINTO”, A ROMA, IN COMPAGNIA DELLA FASCINOSA TRENTENNE BEATRICE ARNERA, CON CUI RECITA NELLA FICTION “BUONGIORNO, MAMMA”, ATTUALMENTE IN ONDA SU CANALE5 – GLI AVVENTORI DEL RISTORANTE NON HANNO POTUTO FARE A MENO DI NOTARE L'AFFETTUOSA INTIMITÀ TRA I DUE ATTORI: BACI GALEOTTI, ABBRACCI E CAREZZE FURTIVE FINO A UN INASPETTATO E IMPROVVISO PIANTO DI BOVA – DOPO LO SCANDALO DEGLI AUDIO PICCANTI INVIATI A MARTINA CERETTI, DIFFUSI DA FABRIZIO CORONA, CHE HANNO TENUTO BANCO TUTTA L’ESTATE, ORA QUEL MANZO DI BOVA SI RIMETTE AL CENTRO DELLA STALLA…