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VOLETE CAPIRE QUALCOSA IN PIU' DEL CAOS IN LIBIA? – IL GOVERNO DI TRIPOLI, GUIDATO DA DBEIBEH, E' DEBOLE E TENUTO IN PIEDI DAI TURCHI; IL GENERALE KHALIFA HAFTAR È UNA MARIONETTA NELLE MANI DI PUTIN E DI AL SISI. E NOI STIAMO A GUARDARE – A TOBRUK I FIGLI DEL MILITARE GOLPISTA STANNO TRATTANDO CON ERDOGAN PER PERMETTERE AD ANKARA DI SFRUTTARE I GIACIMENTI PETROLIFERI. E PER RITORSIONE ALLE PROTESTE DELLA GRECIA, LASCIANO PARTIRE PESCHERECCI COLMI DI MIGRANTI VERSO CRETA – HAFTAR VUOLE RIUNIFICARE IL PAESE PER DARLO IN EREDITA' AI SUOI FIGLI, LE MIRE EGEMONICHE DEI RUSSI, IL RISCHIO DI UN’INVASIONE DI DISPERATI SULLE COSTE EUROPEE…

1. L’EFFETTO DONALD SULLA LIBIA DIVISA CHE METTE IN CRISI GLI EUROPEI

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

LA SPARTIZIONE DELLA LIBIA

Che si tratti di Bengasi, dove il ministro Piantedosi viene respinto alla frontiera, o di Tripoli, dove incriminano il trafficante che l’Italia ha rilasciato con tanti ossequi, il panorama della Libia diventa sempre più problematico per il governo Meloni.

 

E non si tratta di una questione secondaria. Sull’altra sponda del Mediterraneo esiste una grande risorsa, il petrolio, e una minaccia altrettanto rilevante, l’uso dei migranti come arma, che condizionano la vita del nostro Paese.

 

Dalla morte di Gheddafi il potere in Libia è a dir poco frammentato ma in questo momento l’Europa, e in particolare l’Italia, sono in difficoltà su tutti i fronti. Il nuovo scenario viene ricondotto alla politica dell’amministrazione Trump che porta avanti un suo piano di unificazione e taglia fuori le cancellerie del Vecchio Continente.

 

SADDAM HAFTAR CON MATTEO PIANTEDOSI

È un argomento toccato un mese fa nei colloqui tra Macron e Meloni […]: sotto la spinta della Casa Bianca si sta delineando un’intesa globale sul futuro del Paese e delle sue ricchezze.

 

La mediazione statunitense sta lentamente livellando i contrasti tra la Turchia, referente principale di Tripoli, e l’Egitto, protettore di Bengasi, in un processo che non sembra dispiacere neppure alla Russia.

 

La pedina più debole è il premier tripolino Dbeibeh, l’unico con una forma di riconoscimento internazionale, che a metà maggio ha tentato di liberarsi del condizionamento delle milizie ma ne è uscito con le ossa rotte.

 

ABDULHAMID DBEIBAH

Il blitz fallito gli ha alienato i consensi di Ankara e da allora punta sull’appoggio dell’Ue, promettendo in cambio di arginare le partenze dei migranti. Anche martedì però nella capitale ci sono stati combattimenti tra i suoi pretoriani e l’agguerrita Forza Rada, quella a cui è legato il generale Najeem Osama Almasri.

 

La sua incriminazione non nasce da una tardiva attenzione dei magistrati tripolini per i diritti umani, ma dalla volontà di colpire un rivale del premier e assecondare le richieste di Bruxelles. Allo stesso tempo però il provvedimento potrebbe portare i trafficanti in lotta con Dbeibeh a scatenare un’ondata di scafisti verso la Sicilia: gli imbarchi chiave della costa sono nelle loro mani.

 

a tripoli manifestazioni contro il premier Dbeibah

L’ottantenne maresciallo Kalifha Haftar, autoproclamato signore della Cirenaica, invece sente di avere l’ultima occasione per impadronirsi dell’intero Paese e garantire la successione ai figli. […] C’è chi ritiene che sia proprio la competizione tra gli eredi a imprimere una linea più dura verso gli europei, da cui è scaturito il respingimento di Piantedosi e degli altri ministri Ue.

 

Con scaltrezza levantina, sono diventati alleati della Turchia: il nemico che nel 2020 li ha sconfitti nell’assedio di Tripoli. Adesso Erdogan e Haftar stanno per ratificare il trattato sullo sfruttamento dei giacimenti petroliferi sottomarini che ignora le prerogative greche e cipriote.

 

haftar putin

Alle proteste di Atene, il clan di Bengasi ha risposto lasciando salpare grandi pescherecci colmi di migranti verso Creta. Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis due settimane fa ha schierato la flotta davanti alla Cirenaica e intensificato il dialogo con Dbeibeh.

 

Il clan Haftar non si è lasciato intimidire: lunedì e martedì altre 1400 persone sono approdate a Creta […]. Per disincentivare gli arrivi, la Grecia ha sospeso per tre mesi le domande di asilo: una mossa che però potrebbe dirottare il flusso verso l’Italia.

 

Non si tratterebbe del solito braccio di ferro per strappare finanziamenti: i padroni della Cirenaica ambiscono a una legittimazione europea o quantomeno a spezzare il rapporto tra l’Ue e Dbeibeh, rendendo concreta la prospettiva di una nuova marcia su Tripoli.

 

Gli Haftar continuano a ricevere armamenti e mercenari da Mosca che usano già per estendere il controllo del Fezzan, la regione meridionale strategica per l’espansione africana del Cremlino. […]

 

SADDAM HAFTAR CON LUCIANO PORTOLANO

LIBIA CONNECTION

Estratto dell’articolo di Domenico Quirico per “La Stampa”

 

[…] Il governo di Tripoli riconosciuto dall'Onu (accidenti!) non esiste, il primo ministro Abdel Hamid Dheibah con il suo ridicolo esecutivo di "unione nazionale" è una marionetta; il maresciallo Haftar, uno stratega (alla Graziani) che dai tempi di Gheddafi (la guerra nel Tibesti!) alla sgangherata e fallita marcia su Tripoli del 2019 non ha mai vinto una battaglia, è un burattino di Russia ed Egitto che lo tengono in piedi sul un trono di cartone a Bengasi perché a loro serve controllare la Cirenaica del petrolio e lo strategico Fezzan a sud. Le forze di sicurezza. . . La polizia... La guardia costiera…

 

Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli

La marina... La banca centrale… sono tutte parole. L'unica cosa vera e attorno a cui ruota tutto è il maledetto petrolio.

 

Volete i nomi di quelli che comandano davvero in Libia oltre ai burattinai stranieri tra cui noi facciamo la figura dei parenti miserelli? Sono "l'Apparato di sostegno alla stabilità", la brigata 444, la forza Rada, e i trucidi miliziani di Misurata, una specie di città stato che è il polmone economico e il maggiore fortilizio dell'ovest del paese.

 

A Tripoli dove hanno avuto modo di provare le loro abitudini di arroganza e saccheggio coperte con la gloria di aver ammazzato Gheddafi li odiano e li temono. Sono le sigle di piccoli e sudici signori della guerra che danno ordini e prelevano con il mitra in pugno, che si attribuiscono ridicole divise da capo della polizia o feldmaresciallo o ammiraglio delle motovedette dono italiano per rastrellare clandestini.

Uccisione di Abdel Ghani Al-Kikli - Gheniwa

 

Mille associazioni gangsteristiche armate fino a denti dalle straripanti e attive cupidigie, che controllano un quartiere della capitale, l'aeroporto di Mitica, la gestione dei migranti, e poi droga petrolio tutte le spoglie del paese sopravvissute miracolosamente allo "stato delle masse" dello sventurato Colonnello.

 

Dheibah e Haftar da cinque anni, dopo la fine della sanguinosa battaglia di Tripoli, con la energica supervisione dei rispettivi padrini, Russia e Egitto da una parte Turchia dall'altra, (gli Emirati stendono i loro petrodollari su entrambi) i protagonisti di un proficuo bilaterale arraffare, hanno firmato un vero solido patto di corruzione.

 

E noi che ci vantiamo di conoscere ogni spiffero di quello che succede lungo la vecchia via Balbia? Diciamo di essere influenti. Ma qui l'influenza deve essere padronanza e possesso. Non ci siamo accorti che un delitto eccellente aveva cambiato lo sfondo.

 

SADDAM HAFTAR E MATTEO PIANTEDOSI

L'assassinamento invendicato è quello di un rinomato capobanda fino a ieri considerato più astuto e spietato degli altri, tal Abdel Ghani al Kikli, detto Gheniwa, capo della banda dell'Apparato della stabilità, verso cui pare non abbiamo mai provato il pizzicore della diffidenza e del fastidio.

 

[…] È lotta politica con altri mezzi, che ha dato l'avvio ad una ricomposizione dello status quo tutto modulato su arrangiamenti occulti tra le varie fazioni armate che compongono l'esecutivo. Il gruppo di Abdel Ghani che aveva preso troppo potere, dopo giorni di battaglia, pare sia stato decapitato. Ora gli altri si spartiscono le pingui spoglie.

 

giorgia meloni col premier libico abdul hamid DBEIBAH

La Libia è l'esempio perfetto della impotenza della comunità internazionale a stabilizzare un paese aperto ad appetiti stranieri e in mano a un Cartello criminale di fazioni predatrici, un gran bazar violento in nome del petrolio e degli affari. In cui i poveri libici cercano di sopravvivere.

 

Russia e Turchia, che presta una assistenza vitale al "governo" di Tripoli, dopo l'accordo del 2020 avevano gestito finora da buoni Padrini petrolio e traffici. La spartizione del paese sembra esser loro utile. Ma ora? Haftar fa mosse aggressive con aerei e armati, vuole ritentare forse le sue spiritare e bracone avanzate nel deserto.

 

haftar putin

Per Putin la Libia resta soprattutto il necessario retroterra per la nuova Africa russa saheliana dove ha preso il posto della stenta e stinta Francia. Ne è prova il ponte aereo che ha trasferito i soldati della Africa korp e equipaggiamenti pesanti verso Djufra, da cui poi vengono distribuiti verso il Sudan della guerra civile e il Sahel. La Cirenaica può diventare un approdo per la sua flotta mediterranea rimasta orfana della Siria in mano al jihadista "simpatico" al Jolani. Noi, grandi maneggiatori di aggettivi e fantasie, assistiamo.

minniti haftarsaddam haftarabdul ghani al kikli in ospedale per visitare adel jumaabdul ghani al kikli in una foto scattata in italiaUccisione di Abdel Ghani Al-Kikli - Gheniwagiorgia meloni e il generale khalifa haftargiorgia meloni e il generale khalifa haftarNjeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli Khalifa Haftar matteo piantedosi a bengasi

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