yara bossetti ruggeri capra

PER UNA GOCCIA DI (NON?) SANGUE - IL CASO YARA VEDE LA FINE, OGGI LA REQUISITORIA DELLA PM: ''YARA È MORTA SOLA E SPAVENTATA. È STATA FERITA E UCCISA NEL CAMPO. E IL DNA DI BOSSETTI È LA PROVA REGINA, NON UN INDIZIO'' - MA QUELLO CHE SEMBRAVA UN CASO BLINDATO È STATO PIAN PIANO FATTO A PEZZI DALLA DIFESA, DALLE CELLE TELEFONICHE AL FURGONE. E ORA RESTA SOLO IL DNA (INCOMPLETO) - SENTENZA A GIUGNO

1. YARA: PM, IL DNA È UNA PROVA

massimo bossettimassimo bossetti

 (ANSA) - Il pm di Bergamo, Letizia Ruggeri, nella sua requisitoria, ha sottolineato, citando sentenze della Cassazione, che il Dna, il principale elemento a carico di Massimo Bossetti, non sia un indizio bensì una prova. Sempre a proposito del Dna, il pm Ruggeri ha detto che il fatto che non si sia potuto stabilire con certezza se la traccia da cui fu estratto fosse sangue non "inficia il risultato identificativo". Il pm ha finito di spiegare come si è arrivati al Dna di 'Ignoto 1', che successive indagini stabiliranno essere di Massimo Bossetti.

 

 

2. BOSSETTI RISCHIA L’ERGASTOLO, IL PM: «YARA MORTA DOPO UNA LENTA AGONIA - INDAGINE SENZA PRECEDENTI AL MONDO»

Armando Di Landro e Giuliana Ubbiali per ''Corriere - Bergamo''

 

letizia ruggeri pubblico ministero del processo yara bossettiletizia ruggeri pubblico ministero del processo yara bossetti

«È stata un’indagine senza precedenti in Italia e nel mondo sotto l’aspetto genetico e della biologia forense». Nel corso della sua requisitoria il sostituto procuratore Letizia Ruggeri ha definito così il lavoro svolto dal Ris di Parma, dalla polizia scientifica e da tutti i consulenti sul profilo di Ignoto 1, emerso dagli indumenti di Yara Gambirasio. Oggi, nel processo sul delitto della tredicenne di Brembate Sopra, è il giorno dedicato all’accusa. Entro sera è attesa la richiesta di condanna per l’unico imputato per omicidio pluriaggravato, Massimo Bossetti, 45 anni, carpentiere di Mapello.

 

«Ogni sforzo si è concentrato sul Dna»

letizia  ruggeri pubblico ministero del processo yara bossettiletizia ruggeri pubblico ministero del processo yara bossetti

«Da quando il profilo è stato individuato - ha ricapitolato il pm Ruggeri davanti alla Corte d’Assise - ogni sforzo è stato concentrato lì, perché era utile farlo, coinvolgendo tutte le caserme, la questura, i commissariati per una raccolta di campioni andata oltre le ventimila unità». È il punto centrale per l’accusa, la prova regina: quella traccia di Dna rintracciato sugli slip della vittima, proprio nel punto in cui il suo assassino li ha tagliati.

 

letizia  ruggeri  pubblico ministero del processo yara bossettiletizia ruggeri pubblico ministero del processo yara bossetti

Prima di ricordare quali sono stati tutti i profili genetici isolati dagli indumenti di Yara, il pm ha voluto mettere un punto fermo in merito al ritrovamento del cadavere e alle analisi degli anatomopatologi, accompagnate da rilievi di botanica e entomologia (lo studio di larve e insetti sui cadaveri). Chiara la conclusione dell’accusa sulla base di elementi compatibili con il luogo del ritrovamento: Yara ha camminato sul campo di Chignolo d’Isola, è stata ferita lì, uccisa lì ed è morta in quel luogo, dove è rimasta fino al ritrovamento, il 26 febbraio 2011.

 

«All’inizio abbiamo battuto tutte le piste»

Il pm Ruggeri ha preso la parola alle 10, ricordando le difficoltà dei mesi iniziali, quando ancora non si sapeva che la tredicenne fosse stata uccisa. «Nei primi mesi - ha spiegato - delle indagini non avevamo davvero idea di cosa fosse successo, se si trattasse di un allontanamento volontario, di un omicidio o di altro.

 

letizia  ruggeri  pubblico ministero del processo yara bossetti con giampietro lago dei risletizia ruggeri pubblico ministero del processo yara bossetti con giampietro lago dei ris

Nella via della famiglia Gambirasio abitano anche persone più benestanti e si è valutato persino il sequestro di persona per errore. Ci siamo davvero spaccati la testa su queste riflessioni, abbiamo valutato ogni posta possibile per riuscire a indirizzare le indagini». Dopo una descrizione della personalità e delle abitudini di vita di Yara, il pubblico ministero ha proseguito la sua requisitoria parlando della sera del delitto, il 26 novembre 2010.

 

«Le indagini vere iniziate col ritrovamento del cadavere»

PM CASO YARA LETIZIA RUGGERIPM CASO YARA LETIZIA RUGGERI

«Le celle telefoniche - ha spiegato il pm - sono state lo strumento a cui ci siamo affidati inizialmente. Si tratta di dati approssimativi, che indicano la zona di permanenza di un soggetto e le celle ci hanno detto che Yara Gambirasio, fino alle 18.55 aggancia due celle diverse ma comunque tutte compatibili con la sua abitazione e la palestra».

 

leggings di yaraleggings di yara

E ancora: «Non esistono motivi per pensare che Yara non avesse fatto la solita strada per rientrare a casa. Un primo punto fermo sulle indagini arriva, comunque quel 26 febbraio 2011, con il ritrovamento del cadavere a Chignolo d’Isola. È in quel momento che si sgombera il campo da ipotesi residuali, e che si possono avviare indagini vere».

 

«Era sola, al buio: è morta dopo un’agonia»

furgone  iveco  brembate fuori dalla palestra di yara gambirasiofurgone iveco brembate fuori dalla palestra di yara gambirasiocampo chignolocampo chignolo

Dopo aver descritto tutte le operazioni scattate dopo il rinvenimento del cadavere, il pmha specificato che «non è mai stato comunque possibile, dopo tutti i rilievi degli specialisti, ricostruire con certezza la dinamica esatta dell’aggressione». Quanto accaduto, nei dettagli, resta un mistero.

 

Ma alcuni punti fermi si possono porre, secondo l’accusa: «La terra sotto le suole delle scarpe di Yara Gambirasio può risultare compatibile con un camminata sul campo. Le lesioni da contusione e quelle da taglio, inoltre, presentano comunque fuoriuscite di sangue». Sono quindi state inferte su un corpo ancora «irrorato - specifica il pm -. Si può quindi pensare che la vittima sia stata colpita quando era ancora viva. D’altra parte il corpo non presenta ferite da difesa di alcun tipo.

 

 Ed è quindi presumibile che Yara Gambirasio, benché viva, mentre veniva colpita non fosse in grado di reagire». È stata un’agonia, sottolinea il pm in uno dei passaggi più toccanti: «C’era buio, era sola, avrà provato paura e avrà provato dolore. Ha vissuto uno stress agonico prolungato». Lo provano l’acetone e l’adrenalina ritrovati nel suo corpo in misura superiore alla norma.

CHIGNOLO DOVE E STATO RITROVATO IL CORPO DI YARA GAMBIRASIO CHIGNOLO DOVE E STATO RITROVATO IL CORPO DI YARA GAMBIRASIO

 

La sentenza a giugno

Al termine della sua requisitoria il pm chiederà la condanna dell’imputato, che con ogni probabilità sarà l’ergastolo. Cosa deciderà la Corte d’Assise, presieduta dal giudice Antonella Bertoja, si saprà a giugno. La data al momento più probabile per la sentenza (salvo rinvii) è il 10. Il 18 maggio parleranno invece gli avvocati di parte civile Enrico Pelillo e Andrea Pezzotta, il 20 e il 27 i difensori Claudio Salvagni e Paolo Camporini.

yara gambirasioyara gambirasio

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO