donald trump vladimir putin volodymyr zelensky

ZELENSKY FINIRÀ BULLIZZATO DI NUOVO? – DONALD TRUMP ALLE 15 CHIAMERÀ IL PRESIDENTE UCRAINO PER DISCUTERE DEL PIANO DI PACE – IERI LA TELEFONATA DI DUE ORE E MEZZO CON PUTIN: IL PRESIDENTE RUSSO HA RESPINTO LA PROPOSTA DI TREGUA AMERICANA, ACCONSENTENDO VAGAMENTE SOLTANTO A INTERROMPERE GLI ATTACCHI ALLE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE – A KIEV TEMONO CHE IL TYCOON ABBIA SIGLATO UN PATTO SEGRETO CON “MAD VLAD” PER SPARTIRSI LE RISORSE UCRAINE…

MEDIA, TRUMP PARLERÀ CON ZELENSKY ALLE 15

TRUMP E PUTIN GATTO E LA VOLPE - MEME BY BOCHICCHIO

(ANSA) - Donald Trump parlerà con Volodymyr Zelensky alle 10 ora locale, le 15 in Italia, per discutere del piano di pace in Ucraina. Lo riferiscono fonti informate alla Cnn.

 

ZELENSKY INCUBO PATTO SEGRETO VOLODYMYR ZELENSKY

Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “La Stampa”

 

[…] A Kyiv resta […] la preoccupazione per la parte sommersa dell'iceberg negoziale, di quello che Putin e Trump possono essersi detti nelle quasi due ore di conversazione telefonica. Ovviamente è probabile che buona parte dei colloqui sia stata dedicata dal presidente russo all'esposizione dettagliata di tutte le sue obiezioni, condizioni e rimostranze a indirizzo degli ucraini, minuziosamente elencate nel comunicato stampa del Cremlino.

 

volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale

Resta da chiarire il destino degli altri dossier, annunciati soltanto il giorno prima dal presidente americano, dal controllo dei russi su una parte dei territori occupati ucraini alla sorte della centrale atomica di Zaporizhzhia. Il fatto che non vengono menzionati nelle comunicazioni di entrambe le parti potrebbe far pensare che questi argomenti non siano stati affrontati, o che non sia stato trovato alcun accordo degno di nota. Oppure che se ne è parlato, e magari ci si è accordati su qualcosa, che però non è stato reso pubblico.

 

Il timore di un patto segreto tra Trump e Putin è palpabile, anche perché, come nota l'analista britannico Michael Clark su Sky, «se non siete al tavolo del negoziato, vuol dire che siete nel menu». «Non siamo un'insalata né un dessert, per essere nel menu di Putin, indipendentemente dai suoi appetiti», ribatte il presidente ucraino da Helsinki.

 

la telefonata tra donald trump e vladimir putin

Posizionandosi formalmente come mediatore, Trump però finora si era mostrato molto più vicino alla visione russa. Ieri, subito dopo la sua telefonata con Putin, i media ucraini avevano annunciato una imminente chiamata tra il presidente americano e Zelensky. Un gesto che dovrebbe mostrare come minimo "equidistanza", e infatti anche nel post con il quale ha commentato il colloquio Trump sostiene che «Putin e Zelensky vogliono entrambi che tutto finisca».

 

Finora, il presidente ucraino era stato rimproverato da Washington di voler ostacolare la pace, stavolta lo si tratta come partner alla pari. Forse anche perché la parte russa si è rivelata meno conciliante di quanto speravano gli americani […]

 

In attesa della telefonata tra Putin e Trump, Andriy Yermak, il capo dello staff di Zelensky, aveva ribadito ieri le "linee rosse" ucraine: non si rinuncia ai territori che Putin pretende di annettere, non si accetta la neutralità con conseguente disarmo.  […]

 

LA PORTA IN FACCIA DI PUTIN A TRUMP

TERRE DI MEZZO - MEME BY EMILIANO CARLI

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

 

Mentre, da orario, il presidente americano e il capo del Cremlino si sarebbero dovuti sedere a parlare, dalle 16 alle 18 ora di Mosca, Putin era a un incontro con uomini d’affari ai quali aveva detto di non illudersi troppo su una futura revoca delle sanzioni. Quando gli è stato domandato se non fosse arrivato il momento di andare al suo appuntamento telefonico con Trump, il capo del Cremlino ha sottolineato che i comunicati del suo portavoce non corrispondono sempre alla sua tabella di marcia.

 

guerra in ucraina - la situazione sul campo- marzo 2025

Forse Putin ha fatto aspettare Trump, ma il capo della Casa Bianca non deve essersi scomposto. Dall’ora e mezza di telefonata fra Donald Trump e Vladimir Putin sono emersi pochi risultati, uno già tradito: un cessate il fuoco di trenta giorni per gli attacchi contro le infrastrutture energetiche sia in Ucraina sia in Russia. L’ordine di sospendere i bombardamenti, secondo il comunicato del Cremlino, è stato dato “immediatamente” all’esercito. Il resto è tutto da implementare.

 

Putin ha declassato la proposta americana per un cessate il fuoco totale  e con Trump ha parlato di un’intesa da costruire volta per volta: si inizia con gli attacchi contro le infrastrutture, poi si tratta per il traffico marittimo. Mosca continua a prendere tempo, trascinando ancora i negoziati, prendendo una proposta americana e riducendola al minimo.

 

Il secondo risultato è lo scambio di prigionieri: domani Russia e Ucraina libereranno centosettantacinque prigionieri ciascuno e Mosca restituirà a Kyiv ventitré soldati feriti. Russia e Stati Uniti si sono impegnati a istituire due squadre di esperti che si dovranno occupare dei negoziati.

 

attacco missilistico russo a kryvyi rih 5

Il resto degli annunci […] denota che né Mosca si sposta dalle sue condizioni né Washington ha dimostrato di avere delle leve per farla spostare. Per Putin un cessate il fuoco lungo l’intera linea del fronte è impossibile fino a quando non sarà impedito all’Ucraina di mobilitare nuovi soldati, di ricevere aiuti militari e informazioni di intelligence. La totale cecità di Kyiv, la completa immobilizzazione dei suoi soldati, la nudità di fronte agli attacchi  russi sono le pretese che Mosca avanza prima di sedersi al tavolo dei negoziati.

 

  

vladimir putin

[….]   L’obiettivo di Trump era quello di mostrare i risultati della sua mediazione, quello di Putin era di trascinare la guerra. Ha vinto il secondo che probabilmente continuerà a negoziare con i suoi soliti metodi: usare piccoli accordi come ricompensa per spingere Trump a fare pressione su Kyiv affinché accetti le condizioni di Mosca e apparire agli occhi del presidente americano come la parte propositiva e pronta al dialogo.

 

L’entourage di Putin si è lanciato in una campagna di corteggiamento nei confronti del presidente americano e mentre la telefonata era ancora in corso, il capo del Fondo russo per gli investimenti all’estero, Kirill Dmitriev, esponente anche del gruppo negoziale che ha incontrato gli americani in Arabia Saudita a febbraio, ha scritto su X: “Sotto la guida del presidente Putin e del presidente Trump oggi il mondo è diventato un posto molto più sicuro! Storico! Epico!”.

 

VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN

Dmitriev incontrerà presto Elon Musk per parlare di progetti di cooperazione spaziale. La parola cooperazione è il vero trionfo russo della telefonata che, come ha voluto sottolineare il Cremlino, non ha riguardato soltanto l’Ucraina ma anche le relazioni bilaterali, accordi sul nucleare, normalizzazione dei rapporti fino ad arrivare all’organizzazione di partite di hockey tra squadre americane e squadre russe. Una fonte diplomatica europea ha detto al Foglio: “Trump doveva concludere la guerra in ventiquattro ore. Non ce l’ha fatta e ripiega sull’hockey”.

VLADIMIR PUTIN CON DIVISA MILITARE NEL KURSK vladimir putin se la ride per il ritardo della chiamata con donald trump

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)