valery zaluzhny volodymyr zelensky oleksandr syrsky

ZELENSKY NON VUOLE GENERALI CHE GLI FACCIANO OMBRA – IL NUOVO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO UCRAINO, OLEKSANDR SYRSKY, È MOLTO APPREZZATO DALLA NATO, UN PO’ MENO DALLE TRUPPE DI KIEV – SAREBBE STATA SUA LA SCELTA DI NON RITIRARSI DA BAKHMUT ALLA FINE DEL 2022, LASCIANDO MORIRE MIGLIAIA DI GIOVANI SOLDATI. DA ALLORA È SOPRANNOMINATO IL “MACELLAIO” – DIETRO ALLA CACCIATA DI VALERY ZALUZHNY, NOMINATO “EROE DELL'UCRAINA” PER ADDOLCIRE LA PILLOLA, C’È LA GELOSIA DI ZELENSKY PER LA POPOLARITÀ DEL GENERALE E…

1 - PREPARATO E SPIETATO, COSÌ IL NUOVO GENERALE RIORGANIZZERÀ LE LINEE

Estratto dell’articolo di Marta Serafini per il “Corriere della Sera”

 

Oleksandr Syrsky

Un generale amato dai suoi uomini, in cambio di un «leopardo delle nevi», come venne soprannominato nel 2014. «Pedante e puntiglioso, il colonnello generale Oleksandr Syrsky è uno di quegli ufficiali esperti che si preparano a tutte le circostanze impreviste». Lo ha descritto così il Washington Post l’agosto scorso. E in effetti, Syrsky, che ieri Zelensky ha nominato capo di stato maggiore, di colpi ne ha piazzati.

 

Nel settembre 2022, mentre avanzava a Est per piantare la bandiera ucraina su Izyum, il generale, capo delle forze di terra, viene glorificato in patria insieme al suo capo, Valery Zaluzhny. Secondo lo Spiegel, è sua l’idea di distrarre i russi a Est per prendere Kherson a Sud e sarebbe stato sempre lui a individuare nel villaggio di Balakliya, il punto debole su cui spezzare le linee russe. […]

 

volodymyr zelensky Oleksandr Syrsky

Due facce della stessa medaglia. Al generale Syrsky è attribuita la mossa di non ritirarsi da Bakhmut alla fine del 2022, lasciando che migliaia di giovani ucraini muoiano al fronte. Ed è allora che il comandante delle forze di terra, si sarebbe definitivamente conquistato il soprannome di «macellaio», che manda a morte i suoi uomini senza troppi scrupoli.

 

Quale che sia la verità, da guardare è il suo curriculum. Cinquattotto anni — dunque più anziano di Zaluzhny che ne ha otto di meno — Syrsky riceve la sua prima educazione militare in epoca sovietica a Mosca, dove nel 1982 si diploma alla Scuola superiore di comando. «Una delle amare ironie di questa guerra», secondo lo Spiegel . Che dimostra però come sia importante conoscere il proprio nemico.

 

volodymyr zelensky Oleksandr Syrsky

Poco prima della Rivoluzione della Dignità, è lui — a quel tempo già primo vice capo del Centro di comando principale delle forze armate ucraine — a diventare una delle figure chiave dell’inizio della cooperazione Nato-Ucraina.

 

Ed è qui che il puntiglioso Syrsky segna un’altra svolta della sua carriera, che lo porta oggi ad essere considerato dal capo del comando europeo degli Stati Uniti, il generale Christopher Cavoli, più affidabile di Zaluzhny (la leggenda narra che quest’ultimo non rispondesse alle telefonate di Cavoli). E non solo.

 

Il nome di Syrsky è anche più gradito ai britannici che non vedono di buon occhio il nome di Kyrylo Budanov, capo dei servizi militari di Kiev e altro candidato per il comando dello stato maggiore di Kiev, preferito invece dall’intelligence statunitense. Dopo la fuga dell’ex presidente Viktor Yanukovich, l’annessione della Crimea e l’invasione russa del Donbass all’inizio del 2014, Syrsky ricopre la posizione di capo di stato maggiore della cosidetta operazione antiterrorismo (Ato) in Donbass, dove diventa il «Leopardo». Fino al 2019, quando viene nominato delle forze di terra delle Forze armate ucraine. […]

 

2 - ZELENSKY NOMINA 'EROE' L'EX CAPO DELLE FORZE ARMATE ZALUZHNY

VOLODYMYR ZELENSKY CON VALERY ZALUZHNY

(ANSA) - ROMA, 09 FEB - Il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha conferito il titolo di Eroe dell'Ucraina all'ex comandante in capo Valery Zaluzhny, sostituito ieri con il generale Oleksandr Syrsky, e al capo della direzione principale dell'intelligence Kirill Budanov. Lo scrive Ukrainska Pravda. Nel decreto Zaluzhny, che è molto popolare in Ucraina, viene nominato eroe "per gli eccezionali servizi personali nella protezione della sovranità statale e dell'integrità territoriale dell'Ucraina, per il servizio disinteressato al popolo ucraino".

 

3 - «FACEVA DI TESTA SUA» LA GELOSIA DEL PRESIDENTE PER IL COMANDANTE RIBELLE E QUEL PATTO CHE SI È ROTTO

Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

Valery Zaluzhny

Alla fine il dado è tratto. Dopo lunghi rinvii e incertezze, Volodymyr Zelensky licenzia il suo capo supremo delle forze armate, il generale Valery Zaluzhny, che in Ucraina è universalmente acclamato come l’uomo del miracolo: il comandante che due anni fa riuscì a fermare l’attacco russo e pochi mesi dopo persino a umiliare quello che Vladimir Putin proclamava con arrogante tracotanza essere «tra i più potenti eserciti del mondo».

 

Il presidente gli ha offerto di «restare alla Difesa come consigliere». Zaluzhny ancora non ha risposto, anche se ormai sapeva da tempo di essere alla fine dell’incarico, probabilmente per il bene del Paese cerca di evitare il dramma nel dramma.

 

Sergei Shaptala e Valery Zaluzhny

[…]  Per comprendere la gravità del passo di Zelensky ci basta testimoniare che negli ultimi giorni abbiamo incontrato almeno una trentina tra ufficiali e soldati sia qui tra le caserme di Kharkiv che sulle trincee in prima linea del settore bollente di Kupiansk (al momento sotto feroci bombardamenti russi) e nessuno, assolutamente nessuno, ha dimostrato di apprezzare la mossa del presidente. «Zaluzhny ci dà fiducia. Non è un corrotto, al contrario di tanti ufficiali e politici. Ascolta e capisce i bisogni dei soldati.

 

La sua scelta di imporre regole più rigide per reclutare nuove truppe risponde alla necessità vitale di sostituire i veterani che si offrirono volontari i primi giorni di guerra e adesso sono al lumicino», ci hanno ripetuto anche ieri alcuni ufficiali di fronte all’ospedale militare di Kharkiv.

 

Valeriy Zaluzhnyi

Ma è anche vero che tra il presidente e il suo generale più importante il dialogo si era fatto progressivamente più complicato mano a mano che cresceva la popolarità del secondo. Uno scontro non solo tra il capo politico e quello militare, ma di caratteri e percezioni.

 

«Era ormai evidente da lungo tempo che Zelensky non era in grado di farsi obbedire da Zaluzhny. Alle riunioni collettive tutto sembrava perfetto, poi semplicemente il generale faceva di testa sua», racconta una fonte nell’ufficio presidenziale citata dal portale locale Ukrainska Pravda.

 

I consiglieri militari americani avrebbero preferito tenere Zaluzhny al suo posto, sebbene con lui non siano mancate le frizioni, per esempio quando decise di continuare a resistere a Bakhmut, mentre era chiaro che i russi stavano avendo la meglio.

 

Oleksandr Syrsky

La fallita controffensiva dell’estate scorsa ha poi dato a Zelensky argomenti più concreti per dimettere il generale. I due quindi si sono scontrati a ottobre, quando Zaluzhny all’Economist parlò di «stallo militare sul fronte», mentre il presidente chiedeva armi agli alleati per continuare i tentativi di offensiva.

 

Però Zelensky sembra non riuscire a spiegare in modo convincente i veri motivi del suo passo, resta il sospetto che sia geloso del generale, e ciò indebolisce fortemente la sua posizione. […]

Oleksandr Syrsky oleksandr syrsky inchiesta del washington post sulla controffensiva ucraina Valeriy Zaluzhnyi valery fyodorovich zaluzhny 2valery fyodorovich zaluzhny 8Valerii Zaluzhnyi valery fyodorovich zaluzhny 6Oleksandr Syrsky

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)