ernst knam

“VOLEVO FARE LO 007, MIA MADRE MI CONVINSE A FARE IL PASTICCIERE, DICEVA: ‘COSÌ OGNI DOMENICA AVREMO UNA TORTA IN CASA’” – ERNST KNAM, IL “RE DEL CIOCCOLATO”, SI RACCONTA: “PER IL COLLOQUIO CON GUALTIERO MARCHESI COMPRAI LA MIA PRIMA CRAVATTA. DA ME PASSARONO TUTTI I SUOI CHEF. MARCHESI VOLEVA CHE IMPARASSERO ANCHE LA PASTICCERIA. CRACCO? GLI FACEVO PULIRE LE PIASTRELLE CON UNO SPAZZOLINO. OLDANI? ALL'INIZIO RISCHIAMMO DI VENIRE ALLE MANI: OGNI TANTO VENIVA IN PASTICCERIA E…”

Estratto dell’articolo di Filippo Maria Battaglia per “la Stampa”

 

ernst knam 7

La fabbrica del cioccolato, a Milano, è disseminata lungo un paio di strade a sud-est della città. Le insegne che si vedono sono solo due, in via Anfossi. Il resto - quattro laboratori, una scuola di pasticceria e un ufficio - è nascosto dietro gli androni di una manciata di palazzi. È qui che Ernst Knam vive e lavora, zigzagando da 23 anni. I suoi collaboratori lo chiamano chef, per tutti gli altri da 12 anni è il "re del cioccolato", come il titolo del programma televisivo che lo ha reso popolare.

 

Nella lista delle passioni del giovane Ernst, nato e cresciuto sulle rive tedesche del lago di Costanza, non c'era però la cucina: «Da piccolo amavo la pesca, i volatili e il calcio», dice mentre si siede nel suo ufficio. «Giocavo col numero 6, lo stesso di Matthäus: sono arrivato in serie B, poi a 18 anni ho mollato».

 

ernst knam 6

E ha scelto la pasticceria. Perché?

«Sono sempre stato goloso. Anche se prima di iniziare a fare dolci per professione, provai a fare lo 007».

 

La spia?

«Superai l'esame per entrare nella polizia criminale, ma mi dissero: "Siamo strapieni, torna fra due anni e intanto fai l'apprendistato". Mia madre mi propose: "Perché non fai il pasticciere? Così ogni domenica avremo una torta in casa"». […]

 

Iniziò a girare così gli stellati di mezza Europa fino all'arrivo da Marchesi, all'epoca l'unico tre stelle italiano.

ernst knam gualtiero marchesi

«Per quel colloquio, comprai la mia prima cravatta. Sembrava fosse andato tutto bene, ma il tempo passava e non ricevevo più notizie. Scrissi così al suo chef di cucina per sapere se fossero ancora interessati e, visto che c'ero, chiesi 2000 franchi svizzeri netti al mese, un posto dove dormire, mangiare e lavare gratis i miei vestiti».

 

[…] Arrivò a Milano ma all'inizio non mise piede da Marchesi.

«Perché il ristorante dove sarei dovuto andare, all'hotel Brunelleschi, non era ancora pronto. Così Gualtiero mi spedì in Liguria, a Garlenda, nel relais "La Meridiana". Appena arrivai, guardai il menu: 5 dolci, tutti sulle 4mila lire. Ne rifeci un altro, con 15 dessert: il meno costoso di 10mila lire. "Nessuno li comprerà", protestarono. Chiesi quanti dolci vendevano. "Quindici, venti", risposero. E io: "Datemi un mese e una giacca col mio nome, ne venderete 80"».

ernst knam 2

 

[…] Pochi mesi dopo tornò da Marchesi.

«Il suo chef pasticciere era andato in America, così finii al suo ristorante. "Tutto bene?", mi chiese Gualtiero al mio arrivo. "No - gli dissi - non ho la sfogliatrice, che per me è la macchina più importante". "Quanto costa?", domandò. "Otto milioni di lire". Una settimana dopo, avevo una sfogliatrice e un pasticciere in meno».

 

Nei tre anni in cui rimase da Marchesi passarono alcuni dei più importanti nomi della ristorazione, da Carlo Cracco a Davide Oldani.

«Tutti restavano con me da uno a tre mesi: Marchesi voleva che imparassero anche la pasticceria».

 

Cosa facevano?

«Di tutto. A Cracco, visto che la cucina andava tirata a lucido prima delle vacanze, chiesi di pulire tutte le fughe delle piastrelle con uno spazzolino».

 

E Oldani?

carlo cracco, andrea berton, ernst knam, davide oldani

«Adesso è un grande amico, ma all'inizio rischiammo di venire alle mani: ogni tanto veniva in pasticceria, mi prendeva l'attrezzatura portandola al piano di sotto in cucina».

 

Nel 1992 lei lasciò Marchesi e si mise in proprio.

«Ricevetti un'ottima proposta da Hong Kong, lo raccontai al responsabile dell'impresa di pulizia del ristorante. Mi disse: "Ma perché non apri qualcosa di tuo a Milano?". Una domenica presi la bicicletta e feci il giro delle dieci migliori pasticcerie prendendo in ognuna un caffè. A fine giornata mi tremavano le mani per la caffeina, ma capii che potevo aprire un posto mio».

ernst knam 5

 

[…]  In questi trent'anni la pasticceria italiana è molto cambiata.

«Con professionisti come Iginio Massari sono cresciuti molti giovani. Ma oggi siamo arrivati a un livello della pasticceria moderna oltre il quale non si può andare. Per questo ho deciso di tornare a 33 anni fa».

 

In che senso?

«Amo la pasticceria, è la mia passione, ma alla fine è pur sempre un'attività commerciale: per questo, deve produrre utile. Se, a parità di materie prime eccellenti, per fare un dolce impiego il triplo del tempo e la commessa spende dieci minuti per spiegare ogni preparazione ai clienti, ci rimetto. Con un'ottima torta di mele o un'ottima crostata riesco invece a risparmiare sia in produzione sia in vendita, e la gente torna».

 

ernst knam 8

[…] La pasticceria resta ancora oggi un mondo maschile?

«Sì, ma su 30 persone del mio staff 23 sono donne».

 

Ma quante sono al vertice?

«La mia chef cioccolatiera è Giulia Aloisio. E sopra tutti, me compreso, c'è mia moglie Alessandra, "Frau Knam", che dopo il lockdown ha aperto qui davanti una pasticceria». […]

ernst knamernst knamernst knam 1ernst knamernst knam 4ernst knam 3

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...