antonello fassari paolo virzi virzì

“VIRZÌ MI DISSE CHE NON POTEVA CHIAMARE UN ATTORE CHE LAVORAVA COI VANZINA” – NELL’ULTIMA INTERVISTA RILASCIATA A “REPUBBLICA” NEL 2024 ANTONELLO FASSARI, SCOMPARSO IERI, RICORDA QUANDO VENNE SCARTATO DAL REGISTA PER “FERIE D’AGOSTO”: “UNA CERTA SINISTRA È STATA A LUNGO MOLTO ATTENTA AL PEDIGREE. MA UN PO’ È ANCHE IL NOSTRO AMBIENTE. ALL’INIZIO DEGLI ANNI NOVANTA HO AVUTO UN GRAVE INCIDENTE CHE MI CAUSÒ L’ESPLOSIONE DI UN FEMORE. GIRAVA LA VOCE CHE ERO DIVENTATO ZOPPO...” – IL VIDEO DEL MITOLOGICO "MARIO NARDONE", ISCRITTO AL PARTITO "DAI TEMPI DER MITICO BERLINGUER!” - VIDEO

antonello fassari

 

Ripubblichiamo l’ultima intervista di Repubblica a Antonello Fassari di Anna Bandettini – 15 gennaio 2024

 

Nel fiume di parole, tra l’estrosa questione delle sue origini romano-napoletano-inglesi-siciliane-ciociaro- veneziane-turche e i racconti sul padre, noto penalista, su Luca Ronconi e Eduardo, Mario Monicelli e Paolo Virzì, passano due notizie: Antonello Fassari è a teatro, con Farà giorno di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi, regia di Piero Maccarinelli, insolito confronto tra un ragazzo di destra e un ex partigiano, al Franco Parenti di Milano dal 19 gennaio e dal 30 al Parioli di Roma; a giugno, poi, ed è la seconda notizia, tornerà alla grande alla Garbatella, nei panni di Cesare, il verace fratello di Giulio, a conferma che il nuovo ciclo di puntate di I Cesaroni si farà e parliamo di una fiction cult, 8 milioni di spettatori su Canale 5 nelle serate record fino a che si è vista, nel 2014.

 

Fassari, è contento?

antonello fassari

“Sì, assolutamente. I Cesaroni sono stati un fenomeno fortissimo. Ma non so molto altro, per ora. Il format spagnolo da cui eravamo partiti era perfetto: toccavamo temi come la fecondazione assistita, il ragazzo che arriva col preservativo... Cose vere”.

(…)

 

E’ vero che in quel periodo la gente la assaliva per strada per l’entusiasmo?

“Una cosa inimmaginabile. Io avevo già una mia notorietà, con I ragazzi della 3a C, Avanzi in tv… Ma con I Cesaroni è stato impressionante. Con Max Tortora ci dicevamo, uno va per strada, si sente come se fosse i Beatles, poi torna a casa e mangia da solo davanti alle piastrelle di maiolica. Una schizofrenia totale. C’è la convinzione, che viene dai social, che la gente di spettacolo sia ricca e felice, che tanta visibilità sia tanto guadagno”.

claudio amendola - max tortora- antonello fassari

 

E non è così?

“Per niente. E comunque finiti I Cesaroni nel 2014, c'è voluto un attimo di fermo”.

 

 

 

Lei ha recitato Pasolini, Gadda, Euripide, ha lavorato con Lattuada, Monicelli e ha fatto anche i Vanzina o I Cesaroni: dove è più a suo agio?

“La mia è la carriera all’antica: una volta gli attori dovevamo fare tutto. Drammatico, comico, commedia. Penso a Totò, Gassmann, Manfredi… Mi è piaciuto fare Euripide a Siracusa e i film di Vanzina. Anche se Paolo Virzì non era d’accordo”.

 

Che vuol dire?

“Ai tempi di Ferie d’agosto, metà anni Novanta, Virzì dopo un mese che mi stava appresso viene a sapere che ero nel cast di Selvaggi di Carlo Vanzina. I set non si accavallavano, avrei potuto fare entrambi i film, ma lui disse che non poteva chiamare un attore che lavorava coi Vanzina. Ora, a me non mi si può dire nulla, lo sanno tutti come la penso. Ma una certa sinistra è stata a lungo molto attenta al pedigree”.

antonello fassari claudio amendola

 

Deluso?

“Come tanti davanti a questo modo di fare. Ma un po’ è anche il nostro ambiente. All’inizio degli anni Novanta ho avuto un grave incidente che mi causò l’esplosione di un femore. Girava la voce che ero diventato zoppo. Bisogna essere molto centrati per fare l’attore”.

 

Lei lo è?

“Io non ho avuto il sacro fuoco. Primogenito di quattro figli maschi, ero destinato a fare il mestiere di mio padre, grande avvocato, studio a Roma e Milano. Ma io credo che lì abbia sbagliato papà, perché mi fece fare un tirocinio da lui e mi massacrò. A quel punto chiusi. Feci l’esame per l’Accademia tanto per provare e fu il grande Orazio Costa a scegliermi. Poi da attore, ho avuto due punti fermi:

FASSARI AMENDOLA TORTORA

 

Ronconi, ai tempi di Utopia, del laboratorio di Prato, che mi ha insegnato come si affrontano i testi, e Eduardo, maestro di recitazione e un uomo sorprendente, che aveva la passione sfrenata per le auto e per Enzo Ferrari. La mia carriera teatrale è tanta roba. Di recente con Il delitto di via dell’Orsina con la regia di Andrèe Ruth Shammah in coppia con Massimo Dapporto c’è stato un bel successo, mi sono trovato bene perché io vengo dalla scuola di regia. Ora con Andrèe si parla di altri progetti sempre al Teatro Parenti di Milano”.

 

 

paolo virzi foto di bacco (2)antonello fassari - una scena di fara giorno la mossa del pinguino ricky memphis francesca inaudi antonello fassari ed ennio fantastichini in una antonello fassari foto di baccofassari cossigacossiga fassariantonello fassariantonello fassariantonello fassari foto andrea arrigaantonello fassari

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…