ernest cole

CLIC! SCATTI DELL’APARTHEID - LE IMMAGINI “BRUTALI E INCENDIARIE” DI ERNEST COLE, IL PRIMO FOTOGRAFO SUDAFRICANO NERO A DOCUMENTARE L’ORRORE DELLA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE - COSTRETTO A FUGGIRE NEGLI USA PUBBLICÒ ‘’HOUSE OF BONDAGE’’, CHE VENNE BANDITO NEL SUO PAESE

Viviana Bucarelli per “la Stampa

 

ernest cole fotografia 9ernest cole fotografia 9

In una immagine del fotografo nero sudafricano Ernest Cole, un giovane, Leonford Ganyile, studia accucciato per terra, con la luce fioca di una vecchia lampada di paraffina. Ha grande forza d’animo e spera in un futuro migliore, racconterà poi il fotografo, ma dovrà pochi anni più tardi varcare il confine e andare in Botswana per poter continuare a studiare. Il suo paese negli Anni Sessanta consente ai neri di accedere a un solo corso di studi che permette loro esclusivamente di lavorare come domestici. 
 

ernest cole fotografia 8ernest cole fotografia 8

Così, grosso modo, farà anche Cole. A seguito del Bantu Education Act decide di abbandonare la scuola e di prendere il diploma per corrispondenza. «Ho lasciato gli studi nel 1957», scriverà più tardi, «piuttosto che studiare per fare il servo, in base al sistema Bantu che imponeva regole più rigide che mai».

 

Del tutto sconosciuto ai più fino a poco tempo fa, Cole è stato negli ultimi anni finalmente oggetto di alcune mostre, sia negli Stati Uniti sia in Sudafrica, che hanno contribuito a farne conoscere l’opera. E ora una selezione di oltre 120 rare foto in bianco e nero sono l’oggetto di una retrospettiva che gli ha dedicato la Grey Art Gallery della New York University.
 

ernest cole fotografia 7ernest cole fotografia 7

Nel 1968 Cole, il primo fotografo freelance nella storia della popolazione nera del Sudafrica, pubblica il reportage dal titoloMy Country, My Hell, «Il mio paese, il mio inferno»: definizione perfetta di uno Stato che ai suoi cittadini negava ogni diritto umano, civile e politico, in particolare negli anni tra il ’68 e il ’94, a seguito dell’istituzione dell’apartheid. Per questo, fin da giovanissimo, Ernest esprime tutta la sua rabbia e feroce protesta contro questa brutale realtà, attraverso mirabili immagini. 
 

In un’altra delle foto in mostra, alcuni materassi sudici sono buttati per terra in uno squallido stanzone. Non è il deposito di una discarica di rifiuti, come verrebbe da pensare, ma un ospedale dove i pazienti neri vengono lasciati come sacchi della spazzatura in condizioni inaccettabili che fanno rivoltare lo stomaco.

 

ernest cole fotografia 6ernest cole fotografia 6

In un altro scatto, un treno viene preso al volo da viaggiatori neri che per accedere alle porte devono attraversare, a loro rischio e pericolo, i binari. Il treno, infatti, per loro non ferma neppure dal lato della piattaforma della stazione. Mentre un’altra immagine cattura l’interno di un vagone del treno «dedicato ai neri» affollatissimo, che ha l’aspetto del peggior carro bestiame. Infine, nei parchi, come mostra un’altra foto, esistono le panchine per «Europeans only», e sono le uniche esistenti; quelle per «black only» non esistono. 
 

ernest cole fotografia 5ernest cole fotografia 5

Definite da Teo Kermeliotis della Cnn «brutali e incendiarie», le immagini di Cole, durissime e senza compromessi, hanno rivelato al mondo l’orrore dell’apartheid. Allo stesso tempo, però, un’altra serie di scatti sprigiona anche l’inaspettata bellezza straordinaria della vita: la giovialità e l’innocente allegria dei bambini che giocano nudi per la strada con gli idranti dell’acqua a inseguirsi e saltare tra i gettiti e le grandi pozze; così come le risate di cuore di amici che chiacchierano piacevolmente o l’attrazione incantata di coppie innamorate che danzano tenendosi strette. 
 

Cole inizia a scattare fotografie negli Anni Cinquanta, ancora adolescente. Fino a quel momento vive separato dai genitori, che lo mandano ad abitare da una zia lontano dalla città dove è nato, Eesterust, vicino a Pretoria, perché stesse lontano dalle bande criminali e dalla malavita pericolosa che imperava in città. Una volta ritornato con i genitori, ricevuta in dono una macchina fotografica non se ne separa più, dedicandosi a scattare immagini e portandola sempre con sé.

ernest cole fotografia 4ernest cole fotografia 4

 

Nel ’58 inizia a lavorare presso Drum, rivista di «black lifestyle» di Johannesburg. In contemporanea inizia un corso per corrispondenza con il New York Institute of Photography. Lavora poi per il quotidiano Bantu World. In questo periodo viene catturato dalle fotografie di Cartier Bresson, dal suo stile, dalla sua immediatezza e dal suo rifiuto di rielaborare il taglio dell’immagine. Decide di dedicarsi anima e corpo alla ripresa della brutalità dell’apartheid e alle disumane e assurde imposizioni per i cittadini neri. 
 

Per raggiungere il suo obiettivo non guarda in faccia niente e nessuno. Nasconde l’inseparabile macchina fotografica dentro la borsa con il pranzo, perché passi inosservata. Finge di essere orfano, convince le autorità a riclassificarlo come di «razza mista» per poter avere maggiore libertà di movimento. Riesce a infiltrarsi in una squadra di gangster per catturare immagini della loro vita di strada e violenza. E con loro a un certo punto viene arrestato dalla polizia. Fino a che è costretto a lasciare in fretta e furia il suo paese.

ernest cole fotografia 3ernest cole fotografia 3

 

Si trasferisce a New York nel ‘66, riuscendo a portare con sé i rullini scattati fino a quel momento. Dopo aver mostrato il proprio lavoro all’agenzia Magnum, pubblica 
House of Bondage  nel ’67, che viene bandito in Sudafrica, ma che riceve grande favore dalla critica e diventa un enorme successo editoriale.  Ma dopo questa affermazione, l’opera di Cole viene presto dimenticata. Muore solo e in povertà, a 49 anni, nel 1990. «La sua missione era quella di cambiare le cose attraverso le sue fotografie», ha detto alla Cnn Gunilla Knape, curatrice della mostra. Senza dubbio ha contribuito in gran parte. Una settimana dopo la sua morte, Nelson Mandela usciva dal carcere dopo 27 anni di prigionia. E il mondo era ormai, almeno in quella parte dell’Africa, radicalmente cambiato.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…