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IL GOVERNO SI SCIOGLIE SOTTO IL SOLE DI AGOSTO? - FRANCESCO LOLLOBRIGIDA E MATTEO SALVINI CANNONEGGIANO ORAZIO SCHILLACI, "COLPEVOLE" DI AVER AZZERATO LA COMMISSIONE DEL MINISTERO DELLA SALUTE SUI VACCINI, ALL'INTERNO DELLA QUALE ERANO FINITI DUE MEDICI "SCETTICI" IN MATERIA - IN DIFESA DI SCHILLACI (GRADITO AL QUIRINALE) SI SCHIERA FORZA ITALIA. GASPARRI: "NOI TRA STREGONERIA E SCIENZA NON ABBIAMO DUBBI" - IL FARMACISTA MARCELLO GEMMATO SOGNA DI PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO: SAREBBE STATO LUI, COME DAGO-DIXIT, A INSERIRE I NOMI DEI DUE MEDICI NELLA LISTA DEI COMPONENTI DELLA COMMISSIONE -L'IRRITAZIONE DI FAZZOLARI, CHE NON HA DIGERITO IL FATTO CHE SCHILLACI ABBIA AGITO DI TESTA SUA - IL TWEET DI RENZI: "PERCHÉ LOLLOBRIGIDA E SALVINI NON SONO IN LIZZA PER IL NOBEL PER LA MEDICINA?"

 

 

 

 

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IL GOVERNO ASSEDIA LA SALUTE SCHILLACI SEMPRE PIÙ ISOLATO E GEMMATO È GIÀ PRONTO

Estratto dell'articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”

 

ORAZIO SCHILLACI - FOTO LAPRESSE

Non è ancora il punto di non ritorno, ma è la tempesta estiva che sta scuotendo il governo. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, è diventato il bersaglio di attacchi pubblici, fatto più unico che raro con Giorgia Meloni a palazzo Chigi. Nemmeno l’ex numero uno della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel pieno dell’affaire-Boccia, era stato così platealmente sbeffeggiato.

 

L’insolita tenaglia Francesco Lollobrigida-Matteo Salvini si è stretta intorno all’ex rettore dell’università di Tor Vergata dopo lo scioglimento del Nitag, il gruppo consultivo sulle vaccinazioni. C’è insomma aria di sostituzione al dicastero di lungotevere in Ripa.

 

orazio schillaci

A palazzo Chigi sfogliano la margherita della controffensiva. Schillaci non è intenzionato a dare le dimissioni. Vuole portare avanti il mandato e lasciare la propria impronta sul rilancio della sanità, potenziando gli organici. L’alta tensione è uno strumento per logorarlo e capire il da farsi. Il problema è che manca un sostituto adeguato.

 

Non c’è stato l’accordo per trovare una guida all’Agenas, commissariata con Amedeo Cicchetti, figurarsi quanto possa essere difficile portare al timone della sanità italiana un profilo capace di trovare il gradimento del capo dello stato, Sergio Mattarella. Al Quirinale non prenderebbero in considerazione nomi riconducibili a qualsiasi forma di scetticismo sulle vaccinazioni.

giovanbattista fazzolari giorgia meloni - foto lapresse

 

Si cerca nell’area dei tecnici, il rischio è quello di ritrovarsi uno Schillaci-bis. Ci sarebbe Andrea Mandelli, presidente dell’ordine dei farmacisti ed ex deputato di Forza Italia. Ma è appunto riconducibile a FI e in materia di vaccini risulta allineato a Schillaci. Nella girandola impazzita, rimbalza l’idea di un “commissariamento” di fatto da parte di Arianna Meloni che diventerebbe la ministra-ombra attraverso l’attuale capo segreteria del ministro, Rita Di Quinzio, amica da tempo della premier e della sorella. E già molto influente al ministero. Se Schillaci accetta il ridimensionamento allora può andare avanti: dovrebbe rimangiarsi il gesto di autonomia, altrimenti si dovranno cercare altre rotte.

 

Il sottosegretario Marcello Gemmato non aspetterebbe altro che la chiamata. Era stata già apparecchiata per lui la poltrona da viceministro, che per ora resta vacante. Il doppio salto sarebbe perfetto. Peraltro, la promozione del sottosegretario può liberare la casella per Andrea Costa di Noi Moderati, in stand-by da mesi: gli avevano promesso una poltrona alla Salute.

 

orazio schillaci 1

Solo che abbondano i detrattori di Gemmato. Il fedelissimo di Meloni, di professione farmacista, è visto come rappresentante di un gruppo di potere. «Il ministero della Salute deve essere realmente un ministero della Salute, non un luogo di affari né di pressioni personali o di lobby», ha già puntualizzato Mariastella Giorlandino, presidente della Uap, associazione che mette insieme ambulatori e poliambulatori, più volte in rotta di collisione con il sottosegretario.

 

Il doppio affondo In attesa di una decisione, la tensione resta alta. Lollobrigida ha indirettamente confermato che l’ex rettore dell’università di Tor Vergata non è più gradito. Schillaci? «Ora gode di un ampio consenso anche tra le opposizioni», ha detto con perfidia il ministro dell’Agricoltura in un colloquio con Il Foglio. [...]

 

giorgia meloni e giovanbattista fazzolari al summit dei leader europei a washington

Il ministro dell’Agricoltura ha contestato pure il merito della decisione di Schillaci sullo scioglimento del Nitag: «La storia insegna che non sempre il pensiero scientifico dominante è quello giusto». Insomma, il titolare della Salute avrebbe sbagliato su tutta la linea, secondo il ragionamento che trova d’accordo una buona fetta di FdI, compresi i due capigruppo di Camera e Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan. Si racconta che Bignami sia quello più irritato da Schillaci.

 

Per questo Meloni, nel bel mezzo delle vacanze e di giorni storici per i colloqui di pace sull’Ucraina, ha trovato il tempo di far trapelare l’irritazione verso il ministro della Salute. A completare l’accerchiamento è arrivato il vicepremier, Matteo Salvini, che ha ritirato fuori le posizioni accondiscendenti con la galassia No-vax: «Schillaci ha deciso di testa sua, prima ha nominato la commissione, poi se l’è autoazzerata. Evidentemente al ministero c’è qualcosa che non funziona». [...]

 

marcello gemmato giorgia meloni francesco lollobrigida al villaggio agricoltura foto lapresse

ASSEDIO AL MINISTRO CHE RESTA SOLO MA PER MELONI NON DEVE DIMETTERSI

Estratto dell'articolo di Federico Capurso per “La Stampa”

 

I vertici di Fratelli d'Italia non riescono più a tenere il conto dei motivi per cui sono furiosi con il ministro della Salute Orazio Schillaci. La sua gestione del caso della Commissione vaccini, dicono, è stata un disastro, uno slalom al contrario, «invece di evitare gli ostacoli, li ha presi tutti». Anche sotto l'aspetto comunicativo.

 

In meno di due settimane, Schillaci è riuscito a farsi iscrivere alla lunga tradizione italica dei ministri "a sua insaputa", quando è sembrato che la lista della commissione con i nomi dei due no-vax fosse farina del sacco dei partiti, non sua. E già su questo i Fratelli hanno da ridire.

 

MARCELLO GEMMATO GIORGIA MELONI

Poi è passato da paladino della scienza, quando ha revocato l'intero comitato - mentre FdI era schierata in difesa di quella lista -, prestando ascolto non alla politica, ma alla comunità scientifica, il suo mondo di riferimento. Ha così offerto a Matteo Salvini un pretesto per alzare il pressing della Lega sul ministero, finora largamente gestito dagli uomini di FdI, e rosicchiare consenso nell'elettorato No-vax.

 

La ciliegina finale di Schillaci è aver fatto sapere che la decisione di sciogliere la commissione l'ha presa contro il volere di Palazzo Chigi, che gli aveva invece consigliato di prendere tempo. Uno smacco per l'immagine di Giorgia Meloni.

 

marcello gemmato - foto lapresse

Ma soprattutto del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, che avrebbe dovuto risolvere questo genere di rogne nel periodo in cui la premier era in vacanza in Grecia. Eppure, nonostante tutto, Schillaci non rischia di saltare. Resterà al ministero, sorvegliato a vista, perché Meloni non vuole toccare la squadra di ministri fino alla fine della legislatura. [...]

 

A settembre si dovrebbe ripartire da zero, con una nuova lista di 22 membri per il Comitato consultivo sui vaccini. Probabilmente, invece, non si muoverà nulla.

 

Dentro Fratelli d'Italia si sta pensando di non rimettere le mani sulla commissione, lasciandola ben chiusa nell'armadio. «Non era obbligatorio rinnovarla nemmeno ad agosto, ma Schillaci ha fatto di testa sua»,sottolineano. [...]

 

romeo lollobrigida cattaneo meloni lupi berlusconi salvini ronzulli

Adesso però il partito di Meloni vuole evitare ulteriori polemiche con le opposizioni e con la comunità scientifica. Meglio non parlarne più. Anche perché a questo punto - dicono i fedelissimi della premier - per come sono andate le cose, «saremmo costretti a esigere la presenza, in quel comitato, di voci non allineate alla comunità scientifica». Usano il verbo "esigere", non "chiedere", per marchiare a fuoco la debolezza politica di Schillaci in questo momento. Un ministro, per loro, quasi commissariato.

 

D'altronde, ha gestito da "tecnico" un caso politico, da qui sono nati tutti gli errori. Ma la responsabilità, tecnica e politica, è del ministro. Quando c'è da comporre la lista dei 22 membri della Commissione consultiva sui vaccini, è lui a chiedere a singoli parlamentari di maggioranza di segnalargli delle candidature. Esclude quindi alcuni nomi, ne promuove altri.

 

matteo salvini giancarlo giorgetti francesco lollobrigida

È poi Schillaci a firmare il decreto di nomina e sempre lui, dieci giorni più tardi, a revocare tutte le nomine, un attimo prima di essere travolto dalle proteste della comunità scientifica. Il problema è nato anche qui, ringhiano da FdI. Perché Schillaci «già pensa al suo rientro nel mondo medico, dal quale proviene, e quindi non vuole attirarsi addosso le ire dei suoi colleghi».

 

Nelle ultime ore, nei corridoi di FdI, circolava la voce che il ministro avesse già pronto un paracadute: il giorno dopo aver chiuso la sua esperienza politica, sarebbe stato pronto un posto alla guida del dipartimento di Medicina nucleare del Policlinico Gemelli, come anticipava ieri La Stampa. [...]

 

GASPARRI DIFENDE IL «TECNICO»: NOI DALLA PARTE DELLA SCIENZA E I VACCINI SALVANO L’UMANITÀ

Estratto dell'articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

maurizio gasparri partita del cuore

«Bene Schillaci 2 che corregge Schillaci 1». Maurizio Gasparri, il capo dei senatori di Forza Italia, sta «dalla parte della scienza e non da quella degli stregoni».

 

Non sapevate della commissione Nitag sui vaccini?

«Nulla. Nessuno di noi è stato coinvolto, che io sappia. Quando qualcuno ci ha chiesto un parere, lo abbiamo detto chiaramente: è come se per fare un dibattito scientifico invitassimo due che dicono che la terra è piatta. Mi pare un po’ discutibile, no? Del resto, non è un fatto nuovo».

 

In che senso?

«La nostra posizione è sempre stata chiarissima. Quando si formò il governo Draghi, Antonio Tajani non chiese nulla — non posti o poltrone — se non il piano vaccinale. In quei giorni, ancora dovevamo uscire dall’emergenza. E oggi come allora, eravamo in linea con la limpida posizione del presidente Berlusconi».

eugenio serravalle 1

 

La commissione non era un modo per dare voce anche a un’area meno convinta delle vaccinazioni di massa?

«Guardi, sono state somministrate, letteralmente, miliardi di dosi. Ci sarà stato certamente qualche caso avverso. Come il taser: non è che muoiono tutti i colpiti dal taser. Ma la pratica vaccinale ha salvato l’umanità, anche in Italia. E noi tra stregoneria e scienza non abbiamo dubbi». [...]

 

[...] Lui stesso ha nominato e azzerato la commissione...

paolo bellavite 1

«Schillaci è un tecnico. Se ho bisogno di un consiglio medico, vado da lui. Se ho bisogno di un consiglio politico, vado da Casini».

 

Come nasce la diffidenza nei confronti dei vaccini?

«Qualcuno diffida di Big Pharma. Ma la ricerca serve, magari anche ad arrivare primi se dovesse nascere qualche altro problema. Del resto, il rapporto tra politica e scienza è per natura complicato. [...]».

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