erio castellucci monsignore vescovi cei papa francesco bergoglio sinodo

SINODO ALLA GOLA – GRANDE CAOS ALL'ASSEMBLEA SINODALE DELLA CEI: GLI OLTRE MILLE DELEGATI HANNO RESPINTO IL TESTO FINALE, SINTESI DI QUATTRO ANNI DI LAVORO – TRA LE QUESTIONI IRRISOLTE CI SONO IL RUOLO DELLE DONNE NELLA CHIESA,  L’“ACCOMPAGNAMENTO DELLE PERSONE OMOSESSUALI”, GLI ABUSI SESSUALI E LA TRASPARENZA NELLA CHIESA, ARGOMENTI ASSENTI O TRATTATI SOLO SUPERFICIALMENTE – MONSIGNOR CASTELLUCCI, CHE HA GUIDATO I LAVORI: “SERVE UN RIPENSAMENTO GLOBALE DEL TESTO”. CONVOCATA UNA NUOVA ASSEMBLEA PER IL 25 OTTOBRE...

1. SINODO CEI, LA BASE BOCCIA IL TESTO, RINVIO AD OTTOBRE

assemblea sinodale della Cei

(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 03 APR - La base dell'assemblea sinodale della Cei, svoltasi in Vaticano, ha bocciato il testo presentato dalla dirigenza e dunque viene tutto rinviato all'assemblea del 25 ottobre.

 

"In queste giornate assembleari sono emerse sottolineature, esperienze, criticità", dice mons. Erio Castellucci che ha guidato i lavori, sottolineando che "le moltissime proposte di emendamento avanzate dai 28 gruppi richiedono un ripensamento globale del testo e non solo l'aggiustamento di alcune sue parti". Tra le questioni ritenute prioritarie dalla base "l'accompagnamento delle persone in situazioni affettive particolari" e la "responsabilità ecclesiale e pastorale delle donne".

 

2. RIVOLTA AL SINODO ITALIANO: SALTA IL TESTO FINALE SU DONNE, GAY E TRASPARENZA. 

Estratto dell’articolo di Iacopo Scaramuzzi per www.repubblica.it

 

monsignor Erio Castellucci e Papa Francesco

È una rivolta. Espressa con afflato fraterno e riferimenti evangelici, ma quella andata in scena in questi giorni all’ombra di San Pietro è più di una semplice contestazione. Alla seconda assemblea del cammino sinodale delle Chiese in Italia, iniziata lunedì e conclusa oggi in Vaticano, gli oltre mille delegati, tra di essi più della metà laici, hanno respinto il testo che era stato predisposto dagli uffici, e che doveva rappresentare la sintesi finale di quattro anni di lavoro, e hanno obbligato la Conferenza episcopale italiana a un cambio di programma [...]

 

Gay, donne, abusi, trasparenza

assemblea sinodale della Cei

Che ha preso per bersaglio un documento, composto di cinquanta “proposizioni” – che non è stato pubblicato – considerato generico, sbiadito, privo di nervo. “Ci siamo riuniti per quattro anni, abbiamo discusso, studiato, ci siamo confrontati, abbiamo fatto proposte, e nel testo non c’era niente di tutto questo”, dice un membro del cammino sinodale.

 

[...]  I delegati, però, non hanno ritrovato quasi nessuna delle questioni sollevate, temi non di rado controversi ma concreti e dettagliati. C’era il riconoscimento al ruolo delle donne nella Chiesa, ma nessun riferimento alla possibilità di nuovi ministeri femminili, ad esempio al diaconato.

 

monsignor Erio Castellucci

Accompagnamento delle persone omosessuali, ma nulla di più (e per qualcuno “accompagnamento” è un termine ambiguo), e nessuna menzione dell’acronimo lgbtq+ (che pure si era affacciato al sinodo mondiale). Poco o nulla sugli abusi sessuali. C’era il tema della trasparenza economica, i bilanci, e la “accountability”, ma tutto lasciato in carica alle singole diocesi. Poco e nulla per quanto riguarda la Cei, molto “si dovrebbe”, “si potrebbe”.

 

E quanto ai temi sociali – il lavoro, i migranti, l’ecologia, la pace – una riverniciatura lessicale di bergoglismo senza tradurre in pratica le sollecitazioni, molto precise, formulate in questi anni dallo stesso Bergoglio. “Un testo che sembrava scritto 40 anni fa”, taglia netto un membro del sinodo.

 

“Come gli orsacchiotti al luna park”

papa francesco alla conclusione della assemblea generale del sinodo dei vescovi foto lapresse

E infatti martedì mattina è andata in scena una prima rivolta. Si sono iscritti a parlare 150 padri e madri sinodali, sono riusciti a parlare solo una cinquantina di loro, e hanno ricoperto il documento di critiche.

 

Monsignor Erio Castellucci, fine teologo e presidente del comitato di presidenza, tra i vescovi che hanno più spinto per far decollare il sinodo italiano, ha commentato con humor: “Sembravamo gli orsacchiotti usati come bersaglio al luna park”. L’arcivescovo ha deciso di voltare pagina: se inizialmente era prevista la possibilità di presentare solo un numero limitato di emendamenti, Castellucci ha deciso che sarebbero stati accolti tutti gli emendamenti. E’ stata una valanga.

 

La valanga di emendamenti

VESCOVI - CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

L’assemblea sinodale è composta da 1008 persone, solo 168 vescovi (sette sono cardinali), 252 sacerdoti, 34 religiosi, 17 diaconi e ben 530 laici (di cui 253 uomini e 277 donne). Martedì pomeriggio e mercoledì mattina i gruppi di lavoro si sono rimessi all’opera, ma è emerso presto che il testo era inemendabile.

 

Molte delle proposizioni sarebbero state probabilmente bocciate a maggioranza – e la presidenza del sinodo si era impegnata a pubblicare sia il testo finale che i relativi voti, paragrafo per paragrafo, come avviene anche al sinodo mondiale da quando c’è papa Francesco. Da qui la decisione di cambiare tutto.

 

[...]

 

Lo scossone di Bergoglio

papa francesco alla conclusione della assemblea generale del sinodo dei vescovi foto lapresse

E dire che il sinodo italiano era partito con riluttanza. Papa Francesco aveva dato uno scossone quando, a Firenze nel 2015, aveva chiesto alla Cei di avviare “in modo sinodale” un approfondimento della propria esortazione apostolica Evangelii Gaudium, la mappa programmatica di una Chiesa “in uscita”, “in ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni Diocesi e circoscrizione”.

 

E non era successo niente. Personalità vicine a papa Francesco, come i gesuiti Antonio Spadaro e Bartolomeo Sorge, hanno tenuto il punto. E, tra timidezze e ritrosie, si sono fatti avanti i primi vescovi, che hanno manifestato il desiderio di un sinodo per la Chiesa italiana. Fino alla decisione, presa nel 2021, di avviare finalmente un cammino sinodale italiano. Che per lunghi mesi è sembrato più un esercizio retorico che un laboratorio di idee. Ma tra le fedeli e i fedeli, tra i teologi, nonché tra di versi vescovi, si è fatta pian piano strada l’idea che non era tempo perso, che era l’occasione per portare a galla nodi profondi, questioni controverse, temi di difficile soluzione. [...]

papa francesco alla conclusione della assemblea generale del sinodo dei vescovi foto lapresse PAPA FRANCESCO - VESCOVIpapa francesco alla conclusione della assemblea generale del sinodo dei vescovi foto lapresse

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....