donald trump benjamin netanyahu hamas

HAMAS HA DETTO SÌ ALLA TREGUA, MA NO ALL’ESILIO DA GAZA – IL GRUPPO TERRORISTICO AVREBBE ACCETTATO LA PROPOSTA AMERICANA DI CESSATE IL FUOCO, CHE RIPROPONE IL PIANO WITKOFF PRECEDENTEMENTE RIFIUTATO: SESSANTA GIORNI DI TREGUA, IN CUI VERREBBERO RILASCIATI DIECI OSTAGGI VIVI E DICIOTTO MORTI (A GAZA CE NE SONO ANCORA 50, SOLO UNA VENTINA ANCORA IN VITA). NESSUN’INTESA PERÒ SUL DOPO: IL MOVIMENTO RIMARRÀ NELLA STRISCIA PER RICOSTITUIRSI? – L’ACCORDO NON È ANCORA ENTRATO IN VIGORE PERCHÉ DEVE ESSERE TRUMP AD ANNUNCIARLO AL MONDO, E PRENDERSI IL MERITO

MILIZIANO DI HAMAS CON FELPA BOSS

TV QATAR, OK HAMAS AL PIANO USA MA CON LIEVI MODIFICHE

(ANSA) - Fonti della tv del Qatar Al Araby hanno riferito che "Hamas ha risposto positivamente alla proposta Usa di cessate il fuoco chiedendo piccole modifiche".

 

Secondo quanto riferito da Al Araby, Hamas ha accettato tutte le questioni chiave in discussione e ha richiesto solo lievi modifiche alla formulazione del documento.

 

La bozza di accordo era stata approvata all'inizio di questa settimana dal ministro israeliano per gli Affari Strategici, Ron Dermer, durante la sua visita a Washington.

 

benjamin netanyahu e donald trump nello studio ovale

HAMAS, PRONTI AD AVVIARE SUBITO NEGOZIATI SULLA TREGUA

(ANSA) -  "Il movimento ha completato le consultazioni interne e con le fazioni e le forze palestinesi sull'ultima proposta dei mediatori per porre fine all'aggressione contro il nostro popolo a Gaza.

 

Il movimento ha inviato una risposta positiva ai fratelli mediatori ed è pienamente pronto ad avviare immediatamente un ciclo di negoziati sul meccanismo per l'attuazione di questo quadro". Lo dichiara Hamas su X.

 

JIHAD ISLAMICA SOSTIENE I COLLOQUI PER LA TREGUA A GAZA

bambini e miliziani di hamas

(ANSA-AFP) - La Jihad Islamica, alleata di Hamas, ha dichiarato di sostenere i piani per i colloqui per una tregua con Israele a Gaza, ma ha chiesto "garanzie" che il processo porti a un cessate il fuoco permanente.

 

"Abbiamo presentato (ad Hamas) una serie di punti dettagliati sul meccanismo per attuare la proposta dei mediatori e vogliamo ulteriori garanzie per assicurarci (che Israele) non riprenderà le sue aggressioni dopo la liberazione (degli ostaggi)", ha dichiarato il gruppo in una nota, dopo che Hamas ha indicato di essere pronto per i colloqui.

 

L’APERTURA DI HAMAS

Estratto dell’articolo di Nello Del Gatto per “La Stampa”

 

donald trump benjamin netanyahu foto lapresse3

Hamas ha consegnato ai mediatori «una risposta positiva» alla proposta di accordo su tregua e liberazione di ostaggi da Gaza, la cui data di inizio non è però definita.

È lo stesso gruppo a scriverlo in un comunicato, spiegando di essere pronto a negoziare l'intesa e implementarla.

 

Nella notte le autorità d'Israele confermavano di avere ricevuto il documento, aggiungendo che «sono allo studio i dettagli del testo».

 

La bozza circolata non è difforme dalle precedenti vergate dal plenipotenziario trumpiano Witkoff, che il gruppo di Gaza non ha voluto accettare ed è stata invece avanzata dal braccio destro di Netanyahu, il ministro Dermer, nella sua ultima visita di pochi giorni fa a Washington.

 

manifestazione per gli ostaggi in mano a hamas

Hamas, la cui opposizione all'accordo ha sempre riguardato la fine della guerra, condizione non presente neanche in questa bozza, avrebbe chiesto cambiamenti relativi alle parole da usare, alla fine del sistema di aiuti gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation e al ritiro israeliano come già concordato a gennaio.

 

L'intesa sarebbe di sessanta giorni, garantita dagli Stati Uniti (da qui anche il via libera in concomitanza con il 4 luglio, festa americana) con Trump che, oltre ad annunciare la tregua (per Israele si potrebbe attuare anche subito se Hamas accettasse le condizioni), si impegnerebbe anche a intavolare la discussione sulla fine del conflitto.

 

miliziani di hamas in tiro per la cerimonia di rilascio degli ostaggi

Nei due mesi, sarebbero rilasciati dieci ostaggi vivi e diciotto morti: 8 vivi il primo giorno e i restanti due il 50esimo giorno della tregua; i cadaveri a gruppi di 5 e 8 sarebbero consegnati rispettivamente il settimo, trentesimo e sessantesimo giorno. Al decimo giorno, Hamas fornirebbe le prove mediche delle condizioni di tutti gli ostaggi. Le liberazioni avverrebbero senza le spettacolarizzazioni come in passato.

 

Attualmente, nella Striscia ci sono 50 ostaggi, 49 rapiti il 7 ottobre più il corpo di un soldato ucciso a Gaza nel 2014. Degli ostaggi rapiti il sette ottobre, almeno 28 quelli già dichiarati morti, venti si ritiene siano ancora vivi e vi sono gravi preoccupazioni per le condizioni di altri due.

 

STRAGE A UN INTERNET CAFFE NELLA STRISCIA DI GAZA

Secondo l'intesa, nel periodo di cessate il fuoco, nella Striscia sarà ripreso l'ingresso di aiuti come durante la prima tregua di quest'anno cominciata il 19 gennaio e saranno distribuiti attraverso Nazioni Unite, Mezzaluna Crescente e organizzazioni non governative.

 

Non è stato ancora definito il numero di prigionieri palestinesi da rilasciare. Mentre invece è stata definita una timeline sulla prosecuzione dei negoziati attraverso i mediatori, che cominceranno immediatamente per stabilire il rilascio di tutti gli ostaggi, il ritiro delle truppe e gli accordi relativi al "giorno dopo" a Gaza.

 

MILIZIANI DI HAMAS A GAZA

L'accordo potrebbe anche essere prolungato di altri 60 giorni se non si trovasse un'intesa definitiva. I punti di frizione sono sempre gli stessi, oltre alla fine della guerra con Israele si tiene aperta la possibilità di riprendere i combattimenti.

 

Il "giorno dopo'' non è ancora chiaro, come il disarmo di Hamas (c'è una vaga proposta sulla consegna di armi e la loro custodia in luoghi definiti oltre a evitare contrabbando e produzione) e il suo disimpegno dalla Striscia, l'esilio dei leader. Non è chiaro come avverrà la scelta degli ostaggi da liberare, se sarà Hamas a farla o Israele. […]

STRAGE A UN INTERNET CAFFE NELLA STRISCIA DI GAZA

hamas libera gli ostaggi israeliani 1hamas consegna i cadaveri degli ostaggi palestinesi 2il corpo di yahya sinwar a rafah hamas consegna i cadaveri degli ostaggi palestinesi 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...