alessandro dalai faletti

FALLI, FALLACCI E FALETTI - RIFIUTATO DA TUTTI, È DISPONIBILE SU AMAZON UN LIBRO IMPRESCINDIBILE PER CHI VUOLE CAPIRE COSA SUCCEDE NELL’EDITORIA ITALIANA: “IO TI UCCIDO” È IL RACCONTO DELLA VITA DI ALESSANDRO DALAI, EDITORE CHE PUBBLICÒ UN BESTSELLER DOPO L’ALTRO, DA ‘’VA’ DOVE TI PORTA IL CUORE’’ (1994) DI SUSANNA TAMARO A ‘’IO UCCIDO’’ (2002) DI GIORGIO FALETTI – IL LIBRO NARRA LE VICENDE DELL’INCREDIBILE ASCESA SULLA SCENA LETTERARIA DELL’EX COMICO DI “DRIVE IN”, FINO A QUANDO FALETTI RIUSCÌ A “UCCIDERE” IL SUO EDITORE-PIGMALIONE MOLLANDOLO PER MONDADORI....

Alessandro Dalai

DAGONOTA

Rifiutato da tutti i distributori, ora è disponibile su Amazon un libro imprescindibile per chi vuole veramente capire cosa succede nell’editoria italiana:

“Io ti uccido” è il racconto della vita da editore di Alessandro Dalai, che nella sua carriera è stato responsabile di collane in Mondadori e amministratore delegato di Einaudi e dell’”Unità”, finché nel 1991 rilevò Baldini e Castoldi.

 

Diventata BaldiniCastoldiDalai, pubblicò un bestseller dopo l’altro, da ‘’Va’ dove ti porta il cuore’’ (1994) di Susanna Tamaro a ‘’Io uccido’’ (2002) di Giorgio Faletti.

 

Ecco, Dalai narra le vicende dell’irresistibile e incredibile ascesa sulla scena letteraria italiana dell’ex comico di “Drive in”, che dalla macchietta della guardia giurata Vito Catozzo si trasformò in romanziere, fino a quando Faletti tenta di “uccidere” il suo editore.

Alessandro Dalai

 

Dentro ci sono anche cinquant’anni di storia dell’editoria italica, i trust e le soluzioni dominanti degli editori maggiori, il “tradimento” di Faletti che mollò la BaldiniCastoldiDalai, all’epoca, una casa editrice che era tra i primi dieci editori in Italia, per Mondadori.  

 

Fatti e fattacci che nel 2014 condussero Dalai al fallimento e all’accusa di bancarotta fraudolenta: ci sono voluti poi dieci anni per essere assolto con formula piena dal Tribunale di Milano “perché il fatto non sussiste”.

                     

Prefazione di “Io ti uccido” di Alessandro Dalai, disponibile su Amazon

giorgio faletti libro

 

“Io uccido”, “Io ti uccido”: un gioco di parole? No, il gioco di una storia realmente vissuta. “Io uccido” è il libro di Giorgio Faletti pubblicato dalla casa editrice Baldini Castoldi Dalai con oltre 6 milioni di copie vendute in Italia e più di 20 traduzioni all’estero.

 

“Io ti uccido” è l’autore Giorgio Faletti che uccide Alessandro Dalai, l’editore che l’ha lanciato, non rispettando il contratto di pubblicazione già firmato. L’avventura è stata esaltante, ma l’epilogo imprevisto e tragico: il fallimento della casa editrice, la Baldini Castoldi Dalai. 

 

Venticinque anni di successi, 4000 titoli editati, una grande esperienza editoriale letteralmente cancellata; 45 collaboratori che hanno ingiustamente perso il loro lavoro, un patrimonio di ricerca culturale distrutto e in più l’accusa infamante nei miei confronti di bancarotta fraudolenta. Dopo vent’anni un processo, un’assoluzione con la formula più ampia “perché il fatto non sussiste”. 

Dovevo raccontare questa storia, né evitare di fare riferimento, fin dal titolo, al grande libro dal quale tutto è cominciato, per questo ho scelto di dare a questo libro il titolo “io ti uccido”.

 

 

Ricky Cavallero Saluto della Mondadori

Era un pomeriggio buio e tempestoso

 

Venerdì 11 gennaio 2013, una giornata di nebbia, un pomeriggio invernale tipicamente milanese. Prima di partire, il più presto possibile, per la campagna, dovevo incontrare Riccardo Cavallero che aveva chiesto di vedermi.

 

Allora Riky era il Direttore Generale dell’area libri della Mondadori e dunque anche il mio distributore; ho immaginato che si trattasse di una visita di routine, tutto si sarebbe risolto in fretta, quattro chiacchiere, qualche pettegolezzo sul magico mondo dei libri, su quello che succede in Mondadori e dagli altri editori, idee su come va il mercato, qualche considerazione sulla distribuzione e poi finalmente sarei partito!

ALDO BUSI

 

A quel tempo la vita scorreva normale, si apriva un nuovo anno editoriale, il 2013, ricco di attese. Nel 2012 avevamo pubblicato, tra gli altri, “La palude” di Antonio Pennacchi, il vincitore dell’ultimo premio Strega con “Canale Mussolini”, il libro di Renzo Arbore “Come si ride a Napoli” e “El Especialista di Barcelona” di Aldo Busi, libro stupendo, che aveva avuto critiche superlative, ma soprattutto era in arrivo un nuovo Faletti, il libro dell'anno, quello che tutti aspettavano. 

 

giorgio faletti

Solo la grande distribuzione (i supermercati) aveva già prenotato 800.000 copie e noi, come casa editrice, avevamo dato l'annuncio dell’uscita del libro, in accordo con l’autore, nell'agosto del 2012. Tutto faceva prevedere un anno con i fiocchi come spesso accadeva fin dal 1991, cioè dalla rinascita della Baldini&Castoldi.

 

Nel 2013 eravamo una delle più importanti case editrici italiane con più di 4.000 titoli pubblicati in vent'anni di attività, con successi stratosferici e autori come la Tamaro, Brizzi, Faletti, Mereghetti, Che Guevara, Naomi Klein e poi l'incredibile Enciclopedia della Moda, Linus e decine di altri best seller.

 

 

susanna tamaro va dove ti porta il cuore

Dunque, sento il solito trambusto tipico di quando arriva Ricky, saluti e battute per tutti, si apre la porta, lui ha un impermeabile grigio chiaro su un golf scollato a v, ma stavolta non si siede nemmeno, non alza lo sguardo da terra, non mi saluta, ha l’aria di uno che non vorrebbe essere lì e con voce bassa, un po’ concitata, mi dice quello che avrà provato mille volte davanti allo specchio: ”Volevo comunicarti che tu non sarai  l’editore del prossimo libro di Giorgio Faletti.”

 

Un avvertimento emesso in un sibilo, senza testimoni, a tu per tu, del genere: “io non ti ho detto nulla, ma tu sappi che andrà a finire così".

 

Eravamo amici da tempo, cenavamo spesso con le famiglie, lui pessimo milanista…Anni di amicizia travolti improvvisamente dalla sua evidente necessità di sopravvivere, che per me significava l’inizio di un cammino irto di mille difficoltà.

 

alessandro dalai

Penso velocemente, anzi velocissimamente, capisco subito che questa è una vera sciagura. Nonostante tutto. Nonostante avessi un contratto ancora attivo, firmato due anni prima da Faletti, con un anticipo di ben 320.000 euro, nonostante i rapporti con Giorgio, almeno sino a quel momento, ottimi.

 

Sono sbalordito, riesco a dire: “Non capisco in quale veste tu mi stia comunicando questa cosa, l’editore del prossimo libro di Faletti, peraltro già annunciato al mercato, è BaldiniCastoldiDalai, e sappi comunque che questo libro vale tre milioni e mezzo di euro di margine, tanto per definire i contorni economici della questione”. Ma Cavallero tace, si gira e se ne va, mentre io mi appresto a passare uno dei più orribili weekend di quest’ultima parte della mia vita.

 

baldini e castoldi

Non dico nulla a Cristina, mia moglie, andiamo comunque in campagna, ma non riesco a dormire neanche un secondo, quando butta così so già che è molto dura. Ho acquisito e perduto molti autori nella mia carriera editoriale, alcuni portati via da altri editori, altri perché il rapporto si era concluso naturalmente o, come nel caso di Susanna Tamaro, con una separazione burrascosa a causa di reciproche accuse sulle motivazioni di un insuccesso, ma così non mi era mai accaduto: un'aggressione così violenta e a sangue freddo, mai vista.

 

IL PALAZZO DELLA MONDADORI

Dopo anni di successi, decine di milioni di royalties e di copie vendute, Faletti, invece di presentarsi personalmente, come si fa tra persone civili e come mi sarei aspettato, mi manda Cavallero e questo appena cinque mesi prima della data prevista per la consegna del nuovo libro.

 

Pensa che il capo dei libri Mondadori possa intimidirmi? Immagina di poter risolvere la situazione mandando a trattare chi aveva messo in piedi questo affare, davvero sconcio, con una modalità mai vista nel mondo dell’editoria, solo per salvare la sua traballantissima poltrona? 

giorgio faletti vito catozzo

 

Tutto sino a un attimo prima era normale, tutto da quel momento si blocca, vita, pensiero, serenità, capacità di affrontare le situazioni; subentra il panico, la rabbia, il desiderio di rivalsa, ma anche la speranza di sistemare tutto.

 

Ma come fare, come comportarsi con l’autore più importante del mercato editoriale, che due anni prima si era preso quella bella somma d’anticipo dicendo: “Sai Alessandro mi prendo un po’ di tempo in più per scrivere il nuovo libro, un anno sabbatico, e tra un po’ comincio a scrivere, a pensare al nuovo libro.“

 

Tutto sembrava tranquillo, tanto più che in una intervista su La Nuova Sardegna dell’11 novembre 2011, dal titolo “Un outsider da 15 milioni di copie” a proposito dell’uscita di un suo libro sul calcio “Tre atti e due tempi”, pubblicato appunto con Einaudi, casa editrice del gruppo Mondadori, Faletti dichiara «Chiamiamola così, una vacanza. Dal mio editore di sempre, Baldini Castoldi Dalai, e dai romanzi thriller. Ma tornerò a casa già con il prossimo libro».

 

giorgio faletti

Affermazione ribadita in un’intervista sul blog di Patrizia La Daga il 26 ottobre 2012, solo 2 mesi e mezzo prima del mio infausto incontro con Cavallero, durante la quale, dopo aver dichiarato che “….Perché non si può sempre pensare al profitto, ogni tanto bisogna correre dei rischi  ..”, alla domanda  “A quando, invece, un nuovo romanzo?”  Risponde testualmente “Ho in mente un personaggio forte, che mi piace molto. Probabilmente il nuovo romanzo per Baldini Castoldi Dalai uscirà nel 2013.”

 

Eravamo ad ottobre, quindi è normale che fino al Natale del 2012 Faletti parlasse tranquillamente del libro con noi della BaldiniCastoldiDalai e che, nonostante l’attesa spasmodica che c’era ogni volta che Giorgio doveva darci un libro, non ci fossero motivi di preoccupazione, impensabile quello che sarebbe successo. 

 

giorgio faletti 1

Con Giorgio c’erano anche le telefonate quotidiane, quelle di routine che i grandi autori si aspettano, per discutere di tutto e di nulla, ma che danno loro la certezza di un’attenzione continua, che va dalla segnalazione e dai commenti delle recensioni, benevoli o malevoli che siano, alla loro vita privata, agli hobby, alle manie tipiche di molti autori. 

 

Susanna Tamaro ne è un esempio eclatante. Per placare la sua insicurezza e avere conferma delle sue idee aveva bisogno di un dialogo fittissimo, ossessionata com’era dalla convinzione di avere nemici dappertutto. Per la Tamaro ho fatto causa a tutti, Padreterno escluso, ma solo perché se l’è dimenticato. Le cause le ho perse tutte, ma proprio tutte e sono sempre state costosissime. 

 

giorgio faletti 4

È memorabile quella di “Va dove ti porta il clito” di quel simpaticone di Daniele Luttazzi. A favore di Luttazzi si schierarono i nomi più importanti della critica letteraria da Maria Corti a Guido Almansi, Patrizia Violi, Alberto Bertoni e Omar Calabrese. Noi fummo difesi solo da un avvocato e da Alfredo Giuliani, noto critico letterario e italianista di vaglia, e perdemmo, certo non per colpa di Giuliani, ma perché il libro venne considerato “satirico” e dunque la pubblicazione assolutamente legittima.

daniele luttazzi

 

Giorgio era sempre stato meno aggressivo della Tamaro. Anche se molto ci ha dato, almeno nei primi anni, sapeva che molto ci era dovuto, soprattutto per questo successo inatteso: una nuova vita dopo l’ictus.  In compenso, essendo stato spesso bastonato dagli eventi, aveva la sindrome del sottovalutato, una volta mi disse ridendo “non mi daranno mai il Nobel come alla tua amica Rita Levi Montalcini”.

 

A volte un autore, appena vende più di tremila copie, diventa un uomo diverso da quello conosciuto all’inizio dell’avventura. Si sente l’epigono di James Joyce, cerca di far ingelosire l’editore inventando offerte da parte di editori concorrenti, tutti pretesti per attirare l’attenzione, ed è geloso del suo scritto che non condivide con nessuno.

susanna tamaro 2 foto massimo sestini

 

Con Giorgio invece parlavamo quotidianamente dell’incipit e dei personaggi dei suoi libri, lui stava a sentire, anche se ovviamente alla fine voleva raccontare la sua storia e in questo era spesso formidabile. "Io mi chiamo Bravo e non ho il cazzo”, questo era l’inizio folgorante di “Appunti di un venditore di donne” e Bravo sarebbe potuto essere il protagonista anche del nuovo libro, Bravo poteva diventare il nuovo Montalbano, quante volte ne abbiamo discusso!

 

Fu grazie alle nostre abituali conversazioni che Giorgio scoprì il grandissimo Stephen King, gli consigliai di leggere “It”, uno dei grandi capolavori di questo autore, che infatti ispirò il suo secondo libro “Fuori da un evidente destino”. 

 

i funerali di giorgio faletti ad asti 8

Dunque avevamo rapporti e scambi di vedute continui durante i quali, negli ultimi tempi, c’erano sempre rimandi al prossimo libro, quello che certamente sarebbe dovuto uscire nel 2013. Poi improvvisamente… ma la verità la sanno solo Cavallero, Piergiorgio Nicolazzini, l’agente di Faletti, e Francesco Colombo, il nostro editor che curava i libri di Faletti, naturalmente passato subito all’Einaudi.

 

Colombo l’aveva scoperto mio figlio in una piccola, sconosciuta casa editrice. Grazie alla sua dedizione totale si guadagnò la stima e la piena fiducia di Giorgio, diventando un misto tra editor e amico. Faletti gli consegnava il suo testo definitivo e lui faceva un lavoro di editing davvero faticoso che durava anche dieci giorni, venti ore al giorno, per portare il libro al visto si stampi.

giorgio faletti 7

 

Una figura indispensabile, il più stretto collaboratore e confidente di Giorgio che condivideva con lui tutto, compreso il suo “dark side”. Colombo ci lasciò per seguirlo nell’avventura con Einaudi-Mondadori, le cui conseguenze hanno portato tutti i protagonisti in tribunale con alterne vicende che si sono protratte per anni, dal 2013 ad oggi e che ancora non si sono concluse.

daniele luttazzi cover

tony binarelli maurizio costanzo giorgio faletti

giorgio faletti in concerto 2giorgio faletti con il gruppo repellente mauro di francesco boldi abatantuonogiorgio faletti coverGIORGIO FALETTI - L ULTIMO GIORNO DI SOLE

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