ernesto gismondi

LUCE FU – È MORTO ERNESTO GISMONDI, DESIGNER E FONDATORE DI ARTEMIDE: AVEVA COMPIUTO 89 ANNI IL GIORNO DI NATALE. LA MOGLIE CARLOTTA DE BEVILACQUA: “ERA UN UOMO DI SCIENZA, POLIEDRICO E GENEROSISSIMO. QUANDO LO CONOBBI MI COLPRIRONO I SUOI OCCHI E IL SUO SGUARDO. LA LUCE CHE EMANAVA” – AVEVA SOLO 28 ANNI QUANDO BUSSÒ ALLA PORTA DI GIÒ PONTI E NACQUE LA LAMPADA “FATO”. NEGLI STESSI ANNI CON VICO MAGISTRETTI CREÒ LA “ECLISSE”. IL RESTO È STORIA DEL DESIGN ITALIANO E MONDIALE

1 – ADDIO A GISMONDI L'IMPRENDITORE DELLA LUCE

Silvia Nani per il “Corriere della Sera”

 

ernesto gismondi carlotta de bevilacqua

Un anno fa esatto aveva festeggiato il sessantesimo compleanno della sua Artemide, il marchio di illuminazione che aveva fondato a Milano non ancora trentenne. Ernesto Gismondi ci ha lasciato l' altro ieri, 89 anni compiuti il giorno di Natale. Una vita spesa in nome della luce, con il punto fermo dell' innovazione, ma innestata in una creatività al centro della quale c' è l' uomo e i suoi bisogni. Accanto a lui, fino all' ultimo, la moglie Carlotta de Bevilacqua, architetta, designer, amministratrice delegata e vicepresidente di Artemide, ma soprattutto compagna di vita.

ernesto gismondi carlotta de bevilacqua

 

Nato a Sanremo, studi classici da buona borghesia e poi l' arrivo a Milano, a studiare ingegneria aeronautica al Politecnico. Un uomo di scienza, pieno di curiosità e di voglia di esplorare che, dopo una seconda laurea questa volta in ingegneria missilistica, decise che il suo futuro sarebbe stato essere imprenditore. Il resto è entrato nella storia del design: il sodalizio con l' amico Sergio Mazza, architetto, con il quale in un interno di un palazzo di via Moscova dà vita ad Artemide.

 

ernesto gismondi

Un piccolo ufficio con un magazzino sul retro dove i furgoni potevano arrivare per caricare le lampade che producevano loro stessi «con le mani». Con un talento tecnico, da ingegnere, applicato alla costruzione della struttura e la visionarietà di aggiungere al progetto l'«aria del tempo». Quell'«aria» era il design.

 

Lui stesso lo volle sperimentare, come sfida personale (agli inizi usando uno pseudonimo, e raccontava con un pizzico di civetteria delle acrobazie a cui era costretto quando qualcuno gli chiedeva chi fosse) per imparare a giudicare un progetto e a capire come lo giudica il mercato.

artemide discovery

 

Al design Gismondi attinse sempre a piene mani. Nomi come Vico Magistretti, Ettore Sottsass, Franco Albini, Gae Aulenti, Richard Sapper, Michele De Lucchi, solo per citarne alcuni, fino al recente sodalizio con Bjarke Ingels.

 

Aveva solo 28 anni quando bussò coraggiosamente alla porta di Gio Ponti e nacque la lampada Fato. Negli stessi anni con Vico Magistretti creò la Eclisse, che valse nel 1967 ad Artemide il primo Compasso d' Oro e già mostra nella sua semplicità progettuale quell' attenzione all' utilizzatore (si può modificare a piacere l' effetto della luce solo facendo scorrere la calotta interna) che l' avrebbe guidato per tutta la vita.

artemide eclisse

 

Dietro ogni oggetto si nasconde il valore che lui dava alle persone: chi avrebbe usato le sue lampade; i designer, di cui ricercava il talento con la consapevolezza che con lui avrebbero potuto esprimerlo; le persone della sua azienda, che sapeva unire, magari discutendo, ponendosi in modo a volte duro, esigente, ma in nome del fare squadra.

 

Ogni giorno presente là dove dal 1971 nascevano le sue lampade, quella fabbrica a Pregnana Milanese sobria, quasi austera, rimasta sempre uguale a sé stessa. Nessuna archistar chiamata a trasformarla, per una precisa scelta di rigore: a parlare dovevano essere i prodotti, non l' architettura del luogo. Le «sue» lampade sempre nel cuore. Eppure uno spazio, e ampio, Ernesto Gismondi per il mare lo trovava sempre.

artemide fato

 

La barca a vela, sua grande passione. Stare al timone, sentire la brezza, cogliere l' onda, soprattutto quando era in regata a bordo «Edimetra», nome che ha sempre dato a ogni sua imbarcazione e (guarda caso) nasconde «Artemide» scritto al contrario.

Come logo, una «E.»: la stessa iniziale di Ernesto. I due grandi intrecci della sua vita: le competizioni velistiche dove - ha sempre dichiarato - gareggiava per vincere sfoggiando una scaramantica bandana rossa, e le sfide dell' innovazione della luce.

 

vico magistretti eclisse

L' ultima è stata nel 2018, con il sistema di lampade Discovery disegnato proprio da lui, che gli ha valso un Compasso d' Oro. Nella foto ufficiale la tiene in mano, un sorriso appena accennato, tra ironico e soddisfatto. Come per dire: a presto, al prossimo successo.

 

2 – «MI INNAMORAI INCROCIANDO I SUOI OCCHI»

Silvia Nani per il “Corriere della Sera”

 

Carlotta de Bevilacqua, compagna di vita e alla guida di Artemide, è stata da oltre 30 anni sempre accanto a Ernesto Gismondi.

 

Una personalità sfaccettata, la sua: può sintetizzarcela?

ernesto gismondi carlotta de bevilacqua

«Un uomo di scienza, come nella tradizione della migliore cultura italiana. Un umanista che ha saputo parlare a tutti. Un uomo poliedrico e generosissimo, curioso, appassionato, pieno di energia».

 

Aveva quasi 90 anni ma ha saputo rimanere contemporaneo. A cosa si doveva questa capacità?

«Non aveva paura di portare il futuro nel presente, di innovare, in nome dell'uomo e delle sue esigenze. La scienza e la ricerca applicata unite alla bellezza. È stato tra i primi a intuire le innovazioni nella tecnologia della luce, a volere un'azienda sostenibile. Aveva un'intelligenza pragmatica, fortemente intuitiva e visionaria».

ernesto gismondi discovery

 

Ci racconta una sua caratteristica «privata»?

«Il suo senso di protezione e la capacità di saper accogliere: come ha sempre dimostrato con i figli, la famiglia e tutti i numerosi collaboratori in azienda».

 

Lei lo conobbe giovanissima, cosa la colpì?

«I suoi occhi. Nessuno dei due sapeva chi fosse l'altro. Mi colpì il suo sguardo. La luce che emanava».

ernesto gismondieclisse artemide 5eclisse artemide 3eclisse artemide 2discovery artemide

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...