steno vanzina

NEL CENTENARIO DELLA NASCITA DI STENO, GENIO DELLA COMMEDIA ALL'ITALIANA, ECCO UN VIDEO TRIBUTO BY DAGOSPIA-MACONDO, CON I SUOI FILM MITICI E I RICORDI DEI FIGLI ENRICO E CARLO VANZINA - LA GALLERIA NAZIONALE D'ARTE MODERNA GLI DEDICA UNA MOSTRA BASATA SUL ‘DIARIO FUTILE’, OPERA POP IN CUI STENO INCOLLAVA RITAGLI DI GIORNALE, VIGNETTE E FOTO - L’ARTICOLO DI MALCOM PAGANI

 

1. IL VIDEO-TRIBUTO A STENO DI MACONDO PER DAGOSPIA

 

Tributo a Steno (Macondo per Dagospia)

 

 

 

2. STENO, QUANDO L' ITALIA SAPEVA RIDERE DI SÉ

Malcom Pagani per ‘Il Messaggero

 

STENO 2STENO 2

LA MOSTRA

Stefano che alla morte del fraterno amico Longanesi abbassò le tapparelle e si chiuse in silenzio a piangere per un giorno intero. Stefano che divideva il pomeriggio con Ercole Patti, Mario Soldati, Ruggero Maccari e Pietro Germi. Stefano che di cognome si chiamava Vanzina e aprì le porte di Roma a Fellini e quelle del cinema ad Alberto Sordi e a Monicelli.

 

Come da iniziale dell' acronimo che scelse per firmarsi, Steno era un signore. Un uomo colto che sapeva non prendersi sul serio. Un umorista. Un disegnatore.

Uno scrittore. Un genio che non essendo stato fulminato in vita dalla moderna affezione dell' autocelebrarsi, lasciò che gli altri dimenticassero di farlo trattandolo- dio li perdoni- da regista trascurabile. Fedele al desiderio che Dino Risi proiettava su Nanni Moretti: «Nanni, spostati e lasciami vedere il film», Steno si mise a lato della Storia e la trasformò in immagini.

GUARDIE E LADRI STENOGUARDIE E LADRI STENO

 

LA GENEROSITÀ

Lasciò spazio a chi credeva meritasse il proscenio più di lui e da generoso, diede vita a maschere memorabili, a generi, ad apologhi acuti sulla società che apparentemente guardavano alla sola commedia e in realtà raccontavano infinitamente di più.

 

FEBBRE DA CAVALLO 1 STENOFEBBRE DA CAVALLO 1 STENO

Erano tempi quelli, in cui gli artisti riuniti in redazione (la fucina inventiva del Marc' Aurelio, dove Steno albergava con gente del valore di Campanile, Zavattini, Metz, Marchesi) giocavano tra loro e ogni tanto- litigando su un solo sacramento: «Fa ridere o no?» si accapigliavano facendo volare come ricordò un successivo affiliato, Ettore Scola: «Qualche sonoro vaffanculo». Tutti troppo spiritosi per offendersi, troppo intelligenti per provare rancore, troppo concentrati sullo scambio perpetuo di idee, spunti e copioni per dare importanza al nulla che si impasta con il niente.

ALBERTO SORDI UN AMERICANO A ROMA STENOALBERTO SORDI UN AMERICANO A ROMA STENO

 

Era un mondo di cose tangibili, meno geloso delle rispettive appartenenze, capace di soffocare le competizioni e di riunirsi intorno al desco nelle trattorie romane o a elaborare soprannomi feroci da Rosati (Vincenzo Cardarelli era il più grande poeta morente, Alberto Moravia, per via dell' andatura incerta, pencolante e chapliniana, l' amaro Gambarotta e così via) e a prospettare il futuro senza altra ambizione che non fosse narrare in pellicola la (ri)nascita di una Nazione.

FEBBRE DA CAVALLO STENOFEBBRE DA CAVALLO STENO

 

Ora i figli di Steno, Carlo ed Enrico Vanzina, due tipi umani che a loro modo, nonostante il segno profondo, anticipatorio e sociologico inciso nella produzione cinematografica dell' ultimo trentennio, sono stati trattati con il disprezzo riservato al padre, reagiscono all' oblìo e mentre auspicano giustamente l' introduzione nel codice civile del «reato di memoria», contrastano la distrazione collettiva con la memoria stessa.

STENOSTENO

 

Hanno ragione da vendere e per non dar fiato al più sterile dei lamenti, si sono industriati per mettere in piedi una mostra preziosa. Da martedì 11 aprile, fino al 4 giugno, alla Galleria Nazionale d' Arte Moderna e Contemporanea di Roma, si potrà quasi tornare in quell' appartamento luminoso dei Parioli da cui Carlo ed Enrico bambini vedevano passare la Cadillac di Totò e il padre rassicurava la moglie sulle sue apparenti attitudini da Oblomov: «Che fai? Guardi fuori dalla finestra? Perdi tempo?», «Non vedi? Sto lavorando».

steno vanzinasteno vanzina

 

Sarà come ritrovarsi fuori tempo massimo, in poltrona. Il titolo: Steno, l' arte di far ridere. C' era una volta l' Italia di Steno. E c' è ancora prova a sintetizzare un percorso che prende il via a Seconda Guerra Mondiale in pieno svolgimento con Macario e si conclude in una stanza della clinica Mater Dei, in un giorno di marzo del 1988 per un maledetto ictus. Una bella esposizione, forse, non basterà.

 

steno monica vittisteno monica vitti

Troppa vita, troppi incontri, troppi fili per orientarsi nel labirinto di una produzione vastissima. In mezzo infatti, non scorrono solo i duetti memorabili tra Franca Valeri e Sordi, l' americano a Roma (che Steno volle a tutti i costi con Albertone, nonostante i finanziatori pretendessero Walter Chiari), i biscazzieri di Capannelle con Proietti e Montesano o Mariangela Melato in vestitino rosso sui autobus pieni di impudichi sporcaccioni, il lancio dei poliziotteschi (con il raro coraggio di firmarsi con il proprio nome, in un' epoca in cui la polizia era fascista a prescindere) o la saga di Piedone, ma- detto con trattenuta enfasi, come sarebbe piaciuto a Steno, la storia d' Italia, d' Europa e del mondo.

steno con i figli carlo ed enrico vanzinasteno con i figli carlo ed enrico vanzina

 

OCCHI SUL MONDO

Steno le attraversa con gli occhi spalancati sul presente, senza mai rinserrarsi nelle proprie convinzioni, con un' apertura mentale che stupisce e uno sguardo acuto e attento sulla vita che lo circondava. 1943, un frammento a caso: «Ieri, martedì a mezzogiorno, mi trovavo a piazza Colonna con Longanesi quando si sparse la balla che Hitler si era accoppato. In dieci minuti la notizia ha fatto il giro di Roma. Siamo stati asserragliati dentro Palazzo Sciarra. Tedeschi che si baciavano per le strade. Davanti ad Aragno arrestavano Pannunzio per pubblico schiamazzo».

steno alla regiasteno alla regia

 

O ancora, in un' ironia a rischio di scomunica vaticana: «Auspico lo Stato pontificio per poter almeno farne con calma la collezione di francobolli». Ora che la collezione è diventata lui e il suo girovagare da mèntore sempre pronto a sottrarsi meriti per destinarli ad altri, viene ricordato e abbracciato, non solo dai baristi del Bar di Mandrake abituati a festeggiarlo come un messia laico tra le tazzine a due passi da Piazza Venezia, ma da un' intera città, esiste chi, anche tra gli antichi detrattori, si preoccupa di restituirgli qualcosa. Meglio tardi che mai? Steno li avrebbe perdonati a prescindere.

Come Molière, il signor Vanzina sapeva ridere. Delle avarizie, della meschinità, delle grettezze e dell' invidia dei mediocri.

 steno (stefano vanzina)   marcello marchesi   macario   mario mattoli   vittorio metz steno (stefano vanzina) marcello marchesi macario mario mattoli vittorio metzsteno  con i figli carlo ed enrico vanzinasteno con i figli carlo ed enrico vanzina

Ultimi Dagoreport

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

C’È FRANCO E FRANCO(FORTE) - SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI IN ITALIA PESA COME UN MACIGNO L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - GIÀ OGGI, PUR AVENDO IL 30 PER CENTO DI MEDIOBANCA, I DUE RICCONI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE DELLA BANCA PERCHÉ NON SONO “HOLDING BANCARIE” REGOLATE DALLA BCE (E CE MANCHEREBBE CHE PER FARE OCCHIALI O CEMENTO UNO SI METTE IN CASA GLI ISPETTORI DI FRANCOFORTE) - DOMANI AVRANNO IL CONTROLLO DI MPS E SI TROVERANNO NELLE STESSE CONDIZIONI, CIOÈ SENZA POTER TOCCARE PALLA. COSA SUCCEDERÀ ALLORA IN MEDIOBANCA E GENERALI DOPO L’8 SETTEMBRE? SI PROCEDERÀ PER ACCORDI SOTTOBANCO TRA AZIONISTI E MANAGER CON LA BENEDIZIONE DEL GOVERNO, O SI PROCEDERÀ ALLA LUCE DEL SOLE SEGUENDO LE REGOLE EUROPEE? AH, SAPERLO…

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)