1. 1993-2013. VENT’ANNI LETTERALMENTE BUTTATI NEL CESSO A PARLARE SOLO DI BERLUSCONI 2. TRA OGGI E DOMANI LA CASSAZIONE DECIDERÀ SE BUTTARLO FUORI DAL PARLAMENTO, MA COMUNQUE VADA LA SOSTANZA NON CAMBIA. B. POSSIEDE SEMPRE IL PRIMO PARTITO ITALIANO, CONTROLLA IL GOVERNO, TRE TELEVISIONI, UN GRUPPO EDITORIALE, UNA SQUADRA DI CALCIO, UNA BANCA E L’IMMAGINARIO COLLETTIVO DI MILIONI DI ITALIANI 3. SE INTERDETTO, DOVRÀ COMANDARE DAL GIARDINO DI CASA TRAMITE PRESTANOME E FANTOCCI VARI. PAZIENZA, NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA. SE ASSOLTO, CI INFILEREMO IN UN ALTRO TUNNEL DI VELENI E RICATTI POLITICI PERCHÉ IL CAINANO ANDRÀ COMUNQUE A PROCESSO PER LA COMPRAVENDITA DI SENATORI CHE SERVÌ A FAR CADERE PRODI

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - UN PAESE COSTRUITO INTORNO A B.
Autunno 1993-estate 2013. Il primo ventennio berlusconiano ci consegna un simulacro di nazione dove il Banana di Hardcore è incessantemente il fulcro della vita politica, nonostante gli scandali, le sconfitte, le condanne e il disdoro internazionale raccolto con l'ultimo esecutivo da lui guidato.

Tra oggi e domani la Cassazione deciderà se condannarlo o meno all'interdizione dai pubblici uffici, ma comunque vada la sostanza non cambia. B. possiede sempre il primo partito italiano, controlla il governo, tre televisioni, un giornale, un settimanale, un gruppo editoriale, una squadra di calcio, una banca e l'immaginario collettivo di milioni di italiani.

Se interdetto, dovrà comandare dal giardino di casa sua tramite prestanome e fantocci vari. Pazienza, non sarebbe la prima volta: soldi e fedelissimi non gli mancano. Se assolto, ci infileremo comunque in un altro tunnel di veleni e ricatti politici perché il Cainano andrà comunque a processo per la compravendita di senatori che servì a far cadere Mortadellone Prodi. Autunno1993-estate 2013: vent'anni letteralmente buttati nel cesso a parlare solo di B.

2 - LARGHE INTESE, POCHE PRETESE
"Primum vivere", come per ogni governicchio che si rispetti. "Letta e la sentenza su Berlusconi: non sarà un terremoto" titola la Stampa, che dà spazio anche all'inverosimile diktat della Boldrinmeier: "Qualunque sia la decisione della Cassazione non deve avere ripercussioni sulla vita parlamentare" (p. 6). Ma chi l'ha detto? Sedicente "retroscena" di Palazzo sul Messaggero: "La mediazione del premier con la sponda del Quirinale". Pare che Re Giorgi vigili e protegga Lettanipote anche dalla Val Fiscalina, da dove "si muove riservatamente" (p. 10). Tipo che telefona ai giudici, ma da una cabina telefonica e con finto accento tedesco.

Anche il Banana mette in giro la voce che "nulla cambia" per il governo, ma si tratta solo di una tattica processuale che Coppo Coppi gli ha imposto per presentarsi meglio ai giudici e illudere Re Giorgio. In caso di condanna, nessuno sa dire davvero che cosa succederà al nostro governo del rinviare. Per il Corriere, "Il giorno del giudizio è per il Pdl. Il Cavaliere mette alla prova i suoi. L'ex premier continua a dare assicurazioni sull'esecutivo. Ma la partita è aperta e il Cavaliere non ha ancora deciso come muoversi in caso di condanna" (p. 9).

Su Repubblica, spazio al famoso vittimismo di Papi Silvio: "La rassegnazione del Cavaliere: ‘Vogliono eliminare me e il premier, ma io non farò cadere il governo'. ‘Avrò accanto solo i miei figli'. Presidio Pdl al Quirinale" (p. 3). Poi apri il Giornale di Paolino Berluschino e trovi solo minacce: "Ecco cosa succede se arrestano Berlusconi. La sentenza sul leader del Pdl riguarda l'intero Paese e coinvolge direttamente il governo e il Quirinale. In caso di condanna il popolo di centrodestra non starà a guardare" (p. 1).

Si naviga a vista anche nel Piddimenoelle: "Pd, cresce la paura di contraccolpi. E Delrio: qualche preoccupazione c'è. I renziani: se condannano Berlusconi il primo birillo che salta è il governo" (Corriere, p. 10). "E tra i democratici scatta l'allarme. ‘Se Silvio viene condannato noi non reggiamo questa alleanza'. Di fronte a una reazione del Pdl sopra le righe molti dem danno per certa la crisi" (Repubblica, p. 4). Come si vede, nel Pd il problema non è di sostanza - stare o meno al governo con un super-evasore conclamato - ma solo e unicamente di facciata.

Intanto un altro processo lento e mal condotto va a morire da solo, come racconta il Corriere: "E arriva la prescrizione per l'intercettazione di Fassino. Resta l'ipotesi risarcimento. Il Cavaliere era stato condannato a un anno. Estinto anche il reato di Paolo Berlusconi" (p. 8). Da "Abbiamo una banca" a "Ci siamo salvati il culo un'altra volta".

3 - BERGOGLIO CONTRO LE LOBBY
"Nella mia borsa c'è il rasoio e il breviario. Dobbiamo abituarci a essere normali" (Corriere, p. 7). Papa Francesco non smette di essere un esempio insperato per tutta la classe dirigente mondiale. Gli chiedono dei gay e lui risponde allargando il discorso ai poteri che non si vedono: "Si deve distinguere il fatto che una persona è gay dal fatto di fare una lobby. Se è lobby, tutte le lobby non sono buone (...) Il problema non è di avere questa tendenza, dobbiamo essere fratelli, il problema è fare lobby: di questa tendenza o d'affari, di politici o massoni, tante lobby...Questo è il problema più grave". I giornali in mano alle suddette lobby registrano compunti e ammirati.

4 - SIAMO SOLO SU GOOGLE MAPS
Ai curatori di questa modesta rassegna non frega assolutamente nulla di cosa pensa il Fondo monetario, ma a coloro che credono nel giudizio degli stregoni di Washington segnaliamo un bel pezzo di Federico Fubini su Repubblica (p. 12). "Fmi: ‘Italia periferia d'Europa', scatta la protesta della Ue ma il Fondo rifiuta di correggersi. Indicati 5 Paesi ‘principali', dossier bloccato per 48 ore. Tracciata una netta divisione tra nazioni ‘core' e ‘periphery', parola usata più volte. Da una parte i Piigs, dall'altra Germania, Austria, Olanda, Belgio e Francia".

Sullo stessa tema, ovvero l'inesistenza dell'Italia, interviene Fiscolo Tremonti con un'intervista al Giornale in cui ricorda gli ultimi giorni del governo Berlusconi: "Quella lettera della Bce fu un golpe. Il diktat sul pareggio di bilancio ebbe un impatto drammatico". E alla domanda se la lettera fu scritta da una manina italiana, il professore di Pavia risponde così: "No comment. Certo che vi si dimostrano una vissuta conoscenza della realtà italiana e molto amor patrio" (p. 9).

5 - IL CREATIVO IN REDAZIONE
Mirabile titolo del Messaggero sul caso Ablyazov: "Kazako, ipotesi omissioni la Procura apre inchiesta" (p. 16)

6 - I NO TAV COME LE BRIGATE ROSSE?
La procura guidata dalla toga rossa Caselli la mette giù dura e contesta per la prima volta ai No Tav il reato di terrorismo. In festa la Stampa: "No Tav, linea dura dei pm: è terrorismo. Avviso di garanzia per attentato con finalità eversive a dodici esponenti del Comitato di lotta popolare. Gli assalti al cantiere pianificati usando schede telefoniche straniere". "Sindaci e militanti: ‘Accuse folli, resistiamo'. I Cinquestelle chiedono un'ispezione alla Procura di Torino" (p. 10).

Sul Corriere, Giovanni Bianconi mette le mani avanti: "I giudici diranno se la contestazione del reato di terrorismo ha fondamento oppure no. Nel frattempo c'è da augurarsi che gli accusati e i loro sostenitori facciano valere le proprie ragioni nelle aule di giustizia, senza ulteriori ‘salti di qualità'" (p. 17). Esultanza da ventennio a colori sul Giornale: "Finalmente lo Stato batte un colpo" (p. 11).

7 - A COSA SERVONO LE POLIZIE
"Ritorna l'incubo nucleare in Basilicata. Nella notte tra domenica e lunedì, intorno alle tre del mattino, dal centro Itrec di Rotondella è uscito un tir con le insegne che evidenziano il trasporto di materiale radioattivo, super scortato da 300 agenti tra carabinieri, poliziotti e fiamme gialle. Un convoglio lunghissimo che ha bloccato per ore la statale la statale 106 formato anche da mezzi dei vigili del fuoco.

La destinazione, secondo voci e testimonianze raccolte sul posto, sarebbe stata quella dell'aeroporto di Gioia del Colle, in Puglia. Di cosa si tratti è difficile saperlo. Ma nella regione che da anni ospita depositi di materiale nucleare, l'attenzione su questi temi è altissima". Enrico Fierro racconta sul Cetriolo Quotidiano di questo misterioso convoglio e si chiede se qualcuno si è reso conto, in caso di incidente, a quale catastrofe si poteva andare incontro (p. 10).

8 - VIA CRUCIS SOLFERINA
Rischia di restare con il cerino in mano il giovine Yacht Elkann in versione padroncino del Corriere. Mediobanca e gli altri soci frenano sul nuovo patto di sindacato e ancora non si capisce che faranno lo Scarparo a pallini e Urbanetto Cairo. "Rcs, Elkann consulta i soci del patto per rinviare le ‘disdette'. Incontri in vista della riunione di domani. Più tempo per trovare una soluzione all'assetto: la durata dell'accordo resterebbe comunque confermata fino al 14 marzo" (Sole, p. 23).

Pezzo interlocutorio sul concorrente Repubblica: "Nuovo patto Rcs, Fiat prende tempo. Domani prima riunione dei grandi soci dopo l'aumento: Elkann a caccia di consenso. L'obiettivo di Torino è arrivare a un accordo che raggruppi almeno il 41% del capitale" (p. 24). Certo non può passare inosservata l'iniezione di liquidità nelle casse di Mr Tod's: "Saks, gran colpo di Della Valle. Il presidente di Tod's cederà la sua quota per 273 milioni di euro" (Messaggero, p. 19). Vuoi vedere che li usa in Rcs?

Intanto le redazioni di Corriere e Gazzetta s'incavolano per non esser state consultate sull'aumento di prezzo dei giornali che scatta dal 5 agosto e spiegano le loro ragioni in un comunicato (p. 25). I comitati di redazione parlano di scelta "sbagliata", con "effetti illusori e transitori sui bilanci", e invitano l'ad Scott Jovane a ripensarci. Qualcosa ci dice che in questo periodo Scott Jovane ha ben altro per la testa.
colinward@autistici.org

 

 

 

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