frankenstein

200 ANNI E NON SENTIRLI – IL PRIMO GENNAIO 1818 FU PUBBLICATO IL ROMANZO “FRANKENSTEIN” DI MARY SHELLEY (CHE NON LO HA MAI AMATO) – UN MITO DELL'HORROR DALLA TESTA IMBULLONATA CHE HA COMBATTUTO CONTRO L'UOMO-LUPO, CONTRO DRACULA E CONTRO LA MUMMIA, ED È STATO AMATO DAL PUBBLICO COME (FORSE) SOLO KING KONG - TUTTI D'ACCORDO: "IL FILM E' MEGLIO DEL LIBRO"

Michele Mari per “la Repubblica”

 

ROBERT DE NIRO IN FRANKENSTEIN

Il primo gennaio del 1818 usciva il romanzo di Mary Shelley con protagonista la creatura che avrebbe ispirato il cinema. E che, duecento anni dopo, continua a terrorizzare e ad appassionare. Perché ci assomiglia Dunque, se come abbiamo sempre sperato è sopravvissuta, la Creatura sta per compiere 200 anni: per la precisione il prossimo primo gennaio.

 

Concepito nel giugno del 1816, in occasione del famoso certame letterario che coinvolse Byron, Shelley, Polidori e Mary Wollstonecraft, e terminato nella primavera dell' anno successivo, il romanzo Frankenstein ovvero il Prometeo moderno fu pubblicato infatti solo il primo giorno del 1818 (anche se l' edizione definitiva è del 1831).

 

electric frankenstein 1998

Auguri e lunga vita a lei-lui-esso, cui l' umanità ha da tempo deciso cosa regalare: il nome stesso di Frankenstein. Non c' è bambino o ragazzo che non lo abbia sempre chiamato così, e non c' è filologo che manchi di correggere: Frankenstein è lo scienziato, il faustiano barone Victor, la sua creazione è anonima, non avendo ricevuto dalla scrittrice altro che i termini di creatura, mostro, demone, abominio.

 

Eppure quest' essere dalla testa imbullonata - la storia del cinema ce lo conferma - ha avuto una moglie e un figlio, ha combattuto contro l' Uomo-Lupo, contro Dracula e contro la Mummia, e finalmente è stato amato dal pubblico come (forse) solo King Kong.

 

C' è una profonda giustizia in questo, una giustizia che coincide con la vendetta del personaggio nei confronti di un padre scienziato che lo ha rinnegato con disgusto nel momento stesso in cui lo ha visto animarsi, e di una madre scrittrice che non lo ha mai amato; anzi, che dopo averlo utilizzato come pruriginosa ipotesi scientifica se ne è progressivamente allontanata ad ogni nuova redazione.

 

nativita frankenstein

Sempre più complesso nella struttura centrifuga (come nel Dracula di Bram Stoker si moltiplicano le cornici narrative, gli spostamenti del punto di vista, le trascrizioni di lettere e documenti vari), il romanzo ci presenta prima un non-personaggio pressoché escluso dalla macchina narrativa, poi, quando finalmente lo recupera, lo fa uccidendolo come mostro e facendolo parlare come un pensoso umanista: ancora "mostro" in quanto si sa che ha ucciso, ma fondamentalmente un uomo civilizzato, visto che non senza civetteria racconta a Victor la propria vita, i propri viaggi, le proprie letture (Plutarco, Milton e I dolori del giovane Werther!), il proprio modernissimo disagio esistenziale (un po' come se, al termine del proprio percorso di educazione sensoriale, la statua di Condillac tenesse una conferenza sul sensismo).

teri garr con gene wilder e marty feldman in frankenstein junior

 

E se ancora appare allo scienziato come un nemico, anziché come il proprio doppio, è solo per una richiesta a sua volta umanissima, quella di avere un compagna per potersi sentire meno solo.

 

È qui che la scrittrice diventa spietata, di fronte all' eventualità che da quella unione nasca la vita, non la vita proibita e meccanica del golem o dello zombie, quella progettata da Victor per mera scommessa intellettuale e per esaltazione letteraria, ma la vita vera, la vita viva ("uno dei risultati di quegli affetti ai quali il demone anelava sarebbero stati dei figli: sulla Terra si sarebbe propagata una razza di demoni che avrebbe potuto mettere in pericolo e colmare di terrore l' esistenza della specie umana").

 

frankenstein jr 3

Ma senza quel sogno l' ex mostro non può vivere, dunque, come annuncia solennemente, si suiciderà lontano da sguardi umani, accendendo nella notte artica la propria pira. Fino all' ultimo, in ogni caso, il moribondo Victor si raccomanda perché l' originale peccato prometeico sia emendato, anche se la logica del contrappasso vorrebbe che fosse lui a perire fra le fiamme, non chi non ha chiesto di essere messo al mondo e non si capacita della propria esistenza.

 

frankenstein jr 2

Ma Victor non può essere punito, per la semplice ragione che si trattava di Shelley, il cui pseudonimo giovanile era appunto Victor: Shelley che Mary adorava e che mise pesantemente mano nella revisione del testo. Come se non bastasse, "the Victor", il Vincitore, è uno degli epiteti di Dio nel poema di Milton: e poiché il vinto è Satana, come vinti da Zeus furono i Titani, ne scende che qui la colpa, scavalcando Prometeo o Faust, deve riguardare direttamente lo scandalo: il quale, però, è tutto sintomatico, coincidendo non con l' artificialità della creatura ma, immediatamente, con la sua bruttezza: la bruttezza che spinge Victor a ripudiarlo subito, la bruttezza di cui, come Saffo, egli si renderà pienamente conto quando sarà in grado di apprezzare la bellezza della natura: e anche per questo, come Saffo, si suiciderà, scegliendo argutamente di farlo là dove la pittura di Friedrich stava individuando il sublime alla moda: nel paesaggio ghiacciato del Nord.

rothwellmaryshelley

 

Un secolo di cinema ci ha abituato all' idea che, inseguito e linciato da una folla di paesani armati di forconi e di torce accese, Frankenstein (Frankenstein, sì, Boris Karloff) sia in qualche modo scampato alle fiamme per ricomparire in altre pellicole. E se anche il verboso autobiografo del libro, all' ultimo momento, avesse rinunciato a immolarsi?

 

Di più, se per via di qualche incidente meccanico o shock anamnestico avesse riperso l'uso della ragione e della parola, e fosse tornato lo spettacolare demente che caracolla mugolando verso di noi? Inconsapevole delle proprie tare e manchevolezze sarebbe certamente più felice; ma soprattutto, goffo ed emozionato come ce lo immaginiamo, sarebbe perfetto per soffiare su 200 candeline e per fare esplodere la torta con le sue manone, mentre gli astanti, travolti dagli schizzi dolciastri, riconoscono all' unisono che "il film è meglio del libro".

mary shelley mary shelley mary shelley frankenstein boris

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI SERGIO MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA ALL'EUROPA E LONTANA DAL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, EVITANDO OGNI COLLISIONE CON LA FRANCIA E FACENDO ASSE CON GERMANIA E POLONIA - MA ''IO SONO GIORGIA" HA DAVANTI DUE OSTACOLI: L'ESTREMISMO "PATRIOTA" DI SALVINI E LO ZOCCOLO DURO DI FRATELLI D'ITALIA GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...