VIDEO STRACULT! “MA SE LEI NON ESISTE, PERCHE’ SI TINGE I CAPELLI?” – 31 ANNI FA AL “MAURIZIO COSTANZO SHOW”, NEL MITOLOGICO “UNO CONTRO TUTTI” DI CARMELO BENE, DAGO MISE AL TAPPETO IL GRANDE ATTORE E REGISTA CON UNA DOMANDA-PROVOCAZIONE SUI SUOI CAPELLI – ROBERTO COTRONEO RICORDA QUELLA SERATA SU CUI LA FILOLOGA SALENTINA ANNALISA PRESICCE HA DECISO DI FARE UN LIBRO: “IL MIO DIALOGO CON CARMELO FU MOLTO PIÙ SERIO DI QUANTO POTESSE APPARIRE IN TRASMISSIONE. IN TUTTA QUELLA SERATA DA COSTANZO ERA EVIDENTE CHE BENE PRENDEVA IN GIRO TUTTI, E PRIMA DI OGNI COSA SÉ STESSO. POI NEGLI ANNI SUCCESSIVI CARMELO FU ASSAI POLEMICO CON ME PERCHÉ…” – LIBRO+VIDEO
Roberto Cotroneo per il “Corriere del Ticino”
Sono passati 31 anni, e da 31 anni mi sento chiedere, più spesso di quanto si possa supporre, di quella serata al Maurizio Costanzo Show quando Costanzo ospitò Carmelo Bene. E inventò una formula curiosa: L'uno contro tutti. Bene sul palcoscenico, da solo, assieme al conduttore. Nelle prime due o tre file della platea ospiti divario genere: scrittori, giornalisti, attori, registi, musicisti, intrattenitori, e altro e altro ancora.
Carmelo Bene con la sua aria ieratica e il suo voler essere a tutti i costi provocatorio e fuori dagli schemi, e una platea di persone che gli faceva domande, cercando di stupirlo, di blandirlo, raramente dimetterlo in difficoltà, quasi tutti consapevoli che la posizione, anche fisica di Carmelo Bene,
li faceva partire svantaggiati, in una sorta di disfida che disfida non poteva mai essere perché da una parte c'era un uomo, ma soprattutto un attore e regista sul palcoscenico, e dall'altra persone che con il palcoscenico avevano poca dimestichezza, tantopiù di fronte a un genio del palcoscenico come Carmelo Bene.
Sono anni che tutti gli spezzoni di quella serata, il 27 giugno 1994 (ce ne fu poi un'altra circa un anno dopo, con una platea diversa, ma meno rilevante, non poteva diventare una formula, valeva la prima, come di solito si dice) sono sul web, visibili attraversoYouTube, e sono anni che qualcuno mi dice: ti ho visto nell'Uno contro tutti. Come fosse quella, prima di qualsiasi altra, la mia vera medaglia al valore.
La cosa però che rende ancora più curioso il tutto è questa: non me ne parlano vecchi frequentatori del teatro d'avanguardia, anziani ammiratori di Carmelo Bene, che e ne erano ammiratori da sempre.
Me ne parlano giovani (con gli amici dei miei figli ho sempre ricevuto grande rispetto per questa mia comparsata), me ne parla gente che Carmelo Bene non lo ha mai visto in teatro, eppure hanno quasi un mito delle sue parole, del suo immaginifico modo di parlare, della sua eloquenza, e persino del suo (apparente) scarso rispetto nei confronti dei suoi interlocutori.
Ora, una brava studiosa e filologa salentina, Annalisa Presicce, ha deciso di fare un libro, un testo di quelle serata. Il volume, firmato da Carmelo Bene e Maurizio Costanzo, si intitola Nessuno contro tutti, ed è edito da Luni Editrice. E riporta la trascrizione esatta delle due serate, con i testi che ora si possono leggere, e un prezioso lavoro filologico e di note, che spiega citazioni, riferimenti e biografie dei personaggi intervenuti. Il mio dialogo con Carmelo fu molto più serio di quanto potesse apparire in trasmissione. Poco prima che si aprisse il sipario con l'Uno contro tutti ero andato nel camerino di Costanzo, in quel programma ero assiduo, e conoscevo bene quel mondo.
Chiacchierai una decina di minuti con Maurizio, anche per capire il clima, non volevo si trasformasse in un gioco paradossale. Mi disse: «ha un grandissimo rispetto per te, vedrai che sarà molto attento e molto misurato».
Carmelo Bene è stato un genio del teatro italiano, al pari di Dario Fo e di Eduardo De Filippo. Ma aveva un vezzo divertente, citava autori in modo non esattamente preciso, e sospetto ancora oggi che molti di loro non li avesse mai letti.
Era teatro, il suo, non conferenze universitarie, era stare sulla anzi era l'opposto: istinto, presenza fisica e voce, soprattutto voce. Trovo bello che siano state messe in pagina tutte quelle parole.
Poi negli anni successivi Carmelo fu assai polemico con me. Avevo, da critico, contestato il fatto che gli avessero dedicato un volume di tutte le sue opere in una collana di classici. Ritenevo, ed era la mia opinione, che la sua grandezza stava e restava esclusivamente sul palcoscenico.
Lui si offese e andò in una trasmissione televisiva solo per demolire la mia tesi Ma dentro di sé sapeva che il suo mestiere non era quello dell'intellettuale o del filosofo ma quello dell'attore. Di un attore capace di divertirsi come nessuno.
In tutta quella serata da Maurizio Costanzo era evidente dal suo sguardo, dal suo ammiccare, che prendeva in giro tutti, e prima di ogni cosa sé stesso. Capivi che più aveva un tono ieratico e più doveva trattenere il riso. Più si fingeva serissimo e più traspariva la sua voglia di seppellire tutti con una risata.
Fino alla celebre domanda di Roberto D'Agostino che lo mise al tappeto come un gancio di un peso massimo del pugilato: «Mi scusi, ma se lei non esiste, perché si tinge i capelli?». Non seppe più cosa rispondere. Ma è esistito eccome Carmelo Bene, nella sua grandezza, nelle sue debolezze e nelle sue vanità, e persino nelle sue fragilità. E il suo ricordo, ancora oggi, è tutt'altro che oblio.
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