1. A 94 ANNI, IL VENERABILE DELLA P2 LICIO GELLI È ANCORA IN GRADO DI MANDARE MESSAGGI 2. “PRESIDENZIALISMO, UN’IDEA MIA. NAPOLITANO E LETTA VINCERANNO. GIÀ NEL ’75, LUI ASSIEME AD ARRIGO BOLDRINI E ALTRI, PREPARÒ UN PROGETTO INSURREZIONALE COMUNISTA, NON IL SISTEMA DEMOCRATICO CHE SUSCITÒ IL PRESIDENTE LEONE. CRAXI E L’ATTUALE INQUILINO DEL QUIRINALE AVEVANO UN CONCRETO ASSE DI SOLIDARIETÀ PER CREARE I PRESUPPOSTI DI UNA REPUBBLICA PRESIDENZIALE” (CHISSÀ RE GIORGIO COME APPREZZERÀ) 3. SE TUTTO FILA COME DEVE FILARE, SENTENZE PER IL CAINANO E VAGONCINO PIOMBATO DELLE RIFORME, RESTA SOLO DA SISTEMARE QUEL ROMPICOJONI DI MATTEUCCIO RENZI

a cura di Colin Ward e Critical Mess (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - LA GRANDE MONNEZZA
Li hanno portati in gita di classe da Re Giorgio, che ha fatto loro il predicozzo iniziale invitandoli a "non diffondere pessimismo", e poi li hanno ficcati sul vagoncino piombato delle riforme costituzionali con l'obbligo di fare i compiti entro ottobre. Da oggi i 35 "saggi" sono al lavoro, gratis e con la consegna di tenere la bocca chiusa. Devono preparare la grande riforma presidenzialista, o semi-presidenzialista, mentre noi ci dobbiamo bere le soavi parole di Re Giorgio e Lettaenrico, che si dichiarano "neutri" sui contenuti delle riforme.

Cioè, loro vorrebbero le riforme per le riforme, senza un preciso obiettivo. E noi ci dobbiamo credere se no è vilipendio. Intanto anche il Banana, ipnotizzato o rassicurato in qualche modo sulle sentenze, s'imbarca nel lungo viaggio delle riforme e rischia di legarsi le mani sulla durata del governo. Era un esecutivo di emergenza istituzionale, roba da 18 mesi al massimo? Abbiamo scherzato, qui si fanno le riforme e serve l'intera legislatura.
Il Corriere delle larghe intese ci consegna i famosi moniti di Re Giorgio: "Fare presto e bene. Non possiamo fallire. Napolitano esorta governo ed esperti: situazione grave, ineludibile ripensare l'ordinamento.

Il capo dello Stato respinge le accuse sui suoi poteri: mai posti termini al governo" (p. 5). Peccato che domenica fosse stato lui a parlare di "una scelta eccezionale e senza dubbio a termine", facendo titolare tutti i giornali in prima pagina su questo termine di 18 mesi al governo. Scrive Antonio Padellaro sul Cetriolo Quotidiano: "Che Napolitano si comporti come un monarca capriccioso non può sorprendere, visto che il governo delle larghe intese lo ha inventato lui miracolando Pd e Pdl che alle ultime elezioni hanno perso insieme dieci milioni di voti" (p. 1). In ogni caso Lettaenrico ha già detto alla Gruber che vuole durare cinque anni e cinque anni siano. Con le riforme costituzionali si passa meglio il tempo.

Sulla Stampa, tutta la furbizia democristiana del premier: "Letta: sui contenuti il governo resterà neutrale. Ma spiega: ‘Stavolta non possiamo permetterci fallimenti'" (p. 5). E il Messaggero, nel suo retroscena, parla di "carta coperta di Letta: senza intesa interverrà il governo" (p. 2). Interessante il retroscena del giornale della Fiat sui malumori nel centrodestra: "Ma i falchi del Pdl attaccano: Alfano segue troppo il premier".

Il tentativo è quello di mettere lo scalpitante Raffaele Fitto al posto di segretario, convincendo il Banana che questa storia delle riforme è una trappola per legargli le mani (p. 4). Però sul Giornale di Feltrusconi arrivano segnali di pace sul fronte interno: "Il Cav dà l'euro-agenda a Letta e placa il Pdl sulle riforme. Berlusconi: ‘Sulla moneta serve un braccio di ferro con la Merkel oppure ridiscutiamo l'Ue'. Costituzione e saggi, è rivolta tra gli azzurri. Fronda contro il progetto del governo". Ma il Banana avrebbe risposto così: "Le riforme costituzionali vanno fatte, come pure si deve arrivare all'elezione diretta del Presidente della Repubblica" (p. 6). Almeno lui ha parlato chiaro.

2 - LA BENEDIZIONE DI LICIO GELLI
Il Cetriolo Quotidiano gioca pesante e va a sentire il Gran Maestro della P2, che benedice da par suo il trenino delle riforme, mettendoci il cappello con parole più o meno oscure: "Presidenzialismo, un'idea mia. Napolitano e Letta vinceranno. Già nel '75, lui assieme ad Arrigo Boldrini e altri, preparò un progetto insurrezionale comunista, non il sistema democratico che suscitò il presidente Leone. Craxi e l'attuale inquilino del Quirinale avevano un concreto asse di solidarietà per creare i presupposti di una Repubblica presidenziale" (p. 4). A 94 anni, Licio Gelli è ancora in grado di mandare messaggi. Chissà Re Giorgio come apprezzerà.

3 - SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
Se tutto fila come deve filare, sentenze per il Cainano e vagoncino piombato delle riforme, resta solo da sistemare quello scocciatore di Matteuccio Renzi. Poi, certo, ci sarebbero quei fastidiosi dettagli della crisi economica e della disoccupazione, ma vuoi mettere la soddisfazione del popolo a sapere che prima o poi avremo una Costituzione nuova di zecca? Ultime dall'allegro condominio piddino: "Letta e Renzi, patto sul ‘tandem'.

Enrico vede bene Matteo segretario, la premiership viene dopo. Il fattore Zingaretti", scrive Maria Teresa Meli sul Corriere (p. 5). Su Repubblica, spazio al casino: "Pd, scoppia la rivolta contro le correnti. Zingaretti attacca. Epifani: la piaga c'è. E le mosse di Renzi agitano il partito". Poi ecco l'ennesima benedizione dell'Ingegner Cidibbì: "Il sindaco rappresenta il cambiamento e può anche convivere con Letta" (p. 4). A Repubblica prendano nota.

4 - IL PIZZINO DI EPIFANI SU SFIGMECCANICA
Il compagno Epifanio Epifani si fa beccare e (ingrandire) un appunto in cui c'è scritto "nomine" e poi, accanto, "scelte radicali". Seguono le annotazioni "Zampini", "Cdp" e "Sogin". "Verosimilmente - scrive Sergio Rizzo sul Corriere - "Zampini" è Giuseppe Zampini, amministratore delegato di Ansaldo Energia, fiero oppositore di Giuseppe Orsi, il precedente amministratore delegato della Finmeccanica.

Il suo nome, insieme a quello di Orsi e dell'attuale amministratore delegato Alessandro Pansa, era finito nella terna dei nomi proposti nel 2011 al governo di Silvio Berlusconi per il posto di capo della holding pubblica. Senza fortuna. Ma ora la situazione è completamente cambiata, e il nome di Zampini è tornato a circolare per una delle posizioni di vertice della Finmeccanica" (p. 5). Certo, se Epifani lo fa circolare così il successo è proprio assicurato. Lottizzatori della domenica.

5 - UN, DUE, TRE, GRILLINO!
Anche ieri hanno dato spettacolo, i vispi seguaci di Grillomao. Repubblica: "La paralisi dei Cinquestelle in Parlamento. ‘Gruppi a rischio, altri se ne andranno. I soldi della diaria andranno allo Stato. Nuti: bonifico in 10 giorni. Ma ancora non si sa a chi" (p. 4). "Giunta elezioni, 5Stelle spaccati. Crimi assente e i suoi lo attaccano. Il capogruppo grillino: non trovavo il posto. Fico alla Vigilanza". E il deputato Mario Giarrusso lancia accuse surreali: ‘Nel Movimento infiltrati pro-Silvio" (p. 6). Intanto, prime interviste per il Fico di Viale Mazzini: "Il canone si paghi in base alle fasce di reddito. Vorrei essere l'ultimo presidente di questo organismo" (Stampa, p. 7). Ottimi propositi, specialmente il secondo.

6 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Non adeguatamente informati sulle nostre riforme costituzionali, i mercati vanno per i fatti loro. Anche perché c'è chi fa del disfattismo. "Draghi: ‘Ripresa più lontana'. Borse giù, decolla lo spread. Bce: proroghe al deficit solo eccezionali. Crollano i consumi" (Repubblica, p. 12). Ma per fortuna c'è il governo con i suoi piani: "Lavoro. Piano giovani da 4,5 miliardi tra sconti, tirocini e formazione. Obiettivo: dirottare per tre anni i fondi europei. Tra il 2007 e il 2013 i soldi sono finiti in 600 mila progetti per opere frammentate e poco efficaci" (Repubblica, p. 13).

Sulla Stampa, Attilio Befera parla di tasse e crisi: "Chi non paga l'Iva spesso non ha soldi'. Befera: l'evasione aumenta anche per la crisi. Recuperati 12,5 miliardi. ‘Il problema vero è scovare i furbi e lasciare in pace gli imprenditori sani'. Nascosti 120-180 miliardi all'anno. La quota recuperata resta una goccia" (p. 24).

7 - ULTIME DAL VENTENNIO A COLORI
Rischia di essere un autogol il video della polizia in cui si incolpa un manifestante con l'ombrello per la botta in testa al sindaco di Terni. Non tornano le distanze e il dottore parla di un oggetto contundente "largo e massiccio", descrizione compatibile con un manganello. Intanto l'operaio finisce indagato e protesta: "Il sindaco non l'ho colpito io" (Messaggero, p. 13). Prime grane per il nuovo capo della polizia, Alessandro Pansa.

8 - NONNA PINA FOR EVER
"Solidarietà e grande partecipazione alla famiglia Cucchi", dice nonna Pina Cancellieri il giorno dopo la sentenza (Corriere, p. 23). Sempre coraggiosa e di cuore. Ha solo dimenticato che farebbe il ministro della Giustizia.

9 - ANCHE GIGGETTO TIENE FAMIGLIA
Vele amare per Giggetto de Magistris, l'impareggiabile sindaco di Napoli. "Coppa America a Napoli, indagine sugli atti spariti e sul fratello di de Magistris. Il sindaco: ‘Claudio e gli altri corretti'. Sotto accusa anche il capo di gabinetto del Comune, Attilio Auricchio. Secondo le denunce 10 milioni stanziati per le manifestazioni sono finiti ad ‘aziende amiche'" (Corriere, p. 20). Questa notizia per Repubblica vale un boxino di 13 righe a pagina 11.

10 - SILENZIO, PARLA IL TRONCHETTO DELLA FELICITA'
Quando il gioco si fa duro i duri si fanno intervistare da Raffaella Polato. Marco Tronchetti sceglie il Corriere delle banche finanziatrici per far arrivare il suo verbo ad azionisti, regolatori e ammiratori. La giornalista ci rassicura subito così sul ricambio generazionale in Pirelli: "Nessun parente in avvicinamento, dunque, nel gruppo che Tronchetti in questi anni ha rivoltato al punto da trasformarlo in una case history di indubbia attrattiva per gli investitori".

Poi arriva la domanda sul riassetto Camfin, guidato da Intesa e Unicredit: "Si è parlato di ‘operazione di sistema', intendendo ‘vecchio sistema', e di vero e proprio salvataggio". Risposta dell'Afeffato: "Vorrei che si riflettesse sul lavoro fatto. Ripeto: vorrà dire qualcosa se il 34% dei soci Pirelli sono stranieri arrivati nel gruppo negli anni - gli ultimi tre - in cui i capitali esteri in Italia non venivano o se c'erano fuggivano. Gli investitori, semplicemente, hanno capito che le tensioni non avevano ancora toccato Pirelli ma rischiavano di farlo. E sono rimasti con chi gestiva l'azienda" (p. 13).

Repubblica risponde con un pezzaccio irrispettoso: "Patto Pirelli e comunicazioni al mercato, tutti i dubbi sul riassetto di Tronchetti. Gilberto Benetton resterà azionista della Bicocca e impedirà future scalate al gruppo" (p. 27).

11 - LINGOTTI IN FUGA
Le famiglie Elkann-Agnelli in gita di piacere a Maranello, con i più giovani a provare i bolidi sulla pista di Fiorano e Luca Cordero di Monteprezzemolo a fare gli onori di casa. Mentre stamattina sarà Marpionne a illustrare strategie e fusioni del gruppo. Tutto una meraviglia in casa Fiat se non ci fosse quella fastidiosa ordinanza del tribunale che obbliga la cassaforte di famiglia "Dicembre", che controlla la "Giovanni Agnelli" a rendere pubbliche le proprie carte. I giornali stanno alla larga dalle dispute ereditarie di casa Agnelli e Repubblica annega la notizia in un pezzo così: "Agnelli a Maranello per la fusione con Chrysler. Via a Cnh-Industrial, da camion e trattori scompare il nome Fiat. Moody's penalizza il titolo. Voci su una futura alleanza anche con Gm" (p. 26).

12 - VILLA A VILLA
Bruno Vespa, l'imperatore di Porta a Porta, è nei guai per la ristrutturazione della sua villa a Ponza. Francobollo sul Corriere: "Abusivismo, indagato Bruno Vespa". Pare che abbia pasticciato con un cunicolo nella roccia. Bruneo risponde che "si tratta di un intervento di consolidamento statico in una intercapedine di aerazione preesistente, posta in una zona sovrastante l'abitazione e interna alla roccia" (p. 21). Urge plastico della villa e dei lavori in stile Cogne.

 

LETTA E napolitano Antonio Padellaro SILVIO BERLUSCONIANGELA MERKEL E SILVIO BERLUSCONI jpegLicio Gelli x letta LICIO GELLI CARTA IDENTITA craxi napolitanoMATTEO RENZI CON LA MOGLIE AGNESE Nicola Zingaretti Renzi epifaniLICIO GELLI BERLUSCONI giuseppe zampiniALESSANDRO PANSAMARIO MICHELE GIARRUSSO BEPPEGRILLO MARIO DRAGHI ATTILIO BEFERAAnnamaria Cancellieri Luigi De Magistris

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