cacciari abbate

FULVIO ABBATE: “DOPO LA CADUTA DI RENZI, E’ DURA SCOPRIRE CHE PERFINO CACCIARI NON CE L’HA PIÙ LUNGO DEGLI ALTRI. IL SUO SGUARDO NON VA OLTRE LA SUA BARBA, LE SUE PAROLE SONO UNA SORTA DI ‘VICKS VAPORUB’ DIALETTICO, E’ UN ‘DEFIBRILLATORE’, VULCANIZZATORE, KIT DI MONTAGGIO E SALVAVITA D’OGNI POSSIBILE SUGGERIMENTO E AVVERTIMENTO POLITICI: TUTTI COMUNQUE FALLIMENTARI”

FULVIO ABBATEFULVIO ABBATE

Fulvio Abbate per “il Dubbio”

 

Massimo Cacciari non ce l’ha più lungo degli altri. Ormai è un dato certo, la complessità non fa sconti neppure ai filosofi con la barba. Mi riferisco al suo sguardo sulle cose, sulla politica. I suoi studi su “Angelus Novus”, cioè il messaggero della storia visto attraverso la metafora di Paul Klee e Walter Benjamin, evidentemente non bastano per intuire con pienezza gli esiti e soprattutto gli umori dell’Altro, della realtà quotidiana, della pancia e delle interiora che hanno luogo dall’altro lato della palizzata del mondo e della realtà sociale.

 

Cacciari e l'acqua di rubinettoCacciari e l'acqua di rubinetto

Cacciari, del cui pensiero assai acuto per definizione i talk show non fanno mai a meno, è sovente chiamato in causa come una sorta di porto soccorso filosofico, a maggior ragione tenendo conto che l’uomo, il professore, il pensatore dalla fascinosa barba cardata ha addirittura avuto la sua personale “repubblica platonica” amministrando il comune di Venezia, città miraggio, capitale assoluta d’ogni estetica che voglia farsi cartolina sia pop sia d’autore, da Tiziano e Canaletto a Sorrentino e Alberto Sordi gondoliere, dunque Cacciari Sa quel che dice, Sa ciò che pensa, forte del fatto d’avere un plusvalore di intelligenza e appunto di saperi che gli giungono appunto dalla storia del pensiero: filosofia più annona, competenza e narcisismo degno dello schnauzer del poeta Rilke, maestro dell’Indicibile.   

 

MASSIMO CACCIARI OSPITE DI SERVIZIO PUBBLICO MASSIMO CACCIARI OSPITE DI SERVIZIO PUBBLICO

Grazie a queste prerogative Cacciari mostra d’avere un salvacondotto particolare che si avvicina alla più celebre affermazione-esclamazione del compianto campione di ciclismo Gino Bartali: “Gl’è tutto sbagliato, gl’è tutto da rifare!” In verità, nonostante le sue molte lauree, Cacciari fa risuonare un assai più prosaico “ma che cazzo state dicendo?!”, riuscendo così a mettere l’altro in una posizione di evidente minorità, nel senso che se a darti dell’incapace è un filosofo non può non esserci qualcosa di vero, no?

 

CACCIARI SMORFIE CACCIARI SMORFIE

Il grande talento di Cacciari va comunque oltre il dato contingente, sembra infatti che nelle sue considerazioni l’incapacità o addirittura l’inettitudine altrui dipendano soprattutto dal non averlo preventivamente consultato, e tutto ciò è davvero imperdonabile se, come abbiamo già fatto notare, Massimo Cacciari è per chiara fama una sorta di “defibrillatore”, vulcanizzatore, kit di montaggio e salvavita d’ogni possibile suggerimento e avvertimento politici: tutti comunque fallimentari.

 

Il quotidiano della bella gente dei ceti medi riflessivi, “la Repubblica”, per esempio, non fa trascorrere mai più di una sessantina di giorni senza fare dono ai lettori del verbo  del professore veneziano confermando così l’idea del suo plusvalore, quasi che tutti noi ci si debba sentire assai inadeguati rispetto alla gittata dialettica e le capacità di carotaggio degli strati geopolitici dell’ex cognato di Nanni Moretti.

Cacciari OrsoniCacciari Orsoni

 

Il pensiero, le parole di Cacciari ovviamente sono sempre percepite come una possibile bussola sul destino e il cammino stesso della Sinistra, una sorta di ideale “Vicks Vaporub” dialettico, e questo non da ora, c’è infatti da ricordare i suoi non meno preziosi inascoltati contributi perfino nei giorni del travagliatissimo scioglimento del Partito comunista italiano e ancora nelle settimane non meno problematiche dei governi dell’Ulivo.

 

Soltanto in una circostanza la proverbiale incontenibilità dialettica cacciariana ha smentito se stessa: è accaduto quando Silvio Berlusconi, in una pubblica occasione, nell'ottobre del 2002, insieme al presidente di turno dell’Ue, il danese Anders Fogh Rasmussen, disse: “Rasmussen è il primo ministro più bello dell’Europa. Penso di presentarlo a mia moglie perché è anche più bello di Cacciari. Con tutto quello che si dice in giro… Povera donna…”. Già, lo citò come possibile frequentatore di sua moglie, Veronica Lario; la risposta del diretto interessato tagliò la testa a tutti i possibili tori del gossip: “Non l'ho mai vista”.

 

Paolo CacciariPaolo Cacciari

Anche i giorni del “cupio dissolvi” renziano non potevano non farci dopo delle certezze apodittiche del filosofo prêt-à-porter mediatico, egli infatti ospite in diretta da Lilli Gruber a “Otto e Mezzo” su La7, ha tuonato così: “Anche un cieco, un sordo, un handicappato capirebbe che in Italia c’è bisogno di un governo in questo momento”.

 

Dove l’offesa, mi perdoneranno gli amici degli autistici che ha stigmatizzato l’accaduto sul loro sito come riportato da Dagospia, non è riferita a un insieme umano comunque ridotto, no, in questo caso Cacciari ci ricorda la nostra inadeguatezza globale a comprendere i pesi della politica, neppure se, come lui, si è laureati in filosofia e si conosce questa massima di Walter Benjamin: “L’angelo della storia ha il viso rivolto al passato.

 

Montezemolo e CacciariMontezemolo e Cacciari

Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta”.

 

Che immenso dolore, dopo la caduta di Matteo, scoprire che perfino Massimo non ce l’ha più lungo degli altri. Già, il suo sguardo custodisce tutti i limiti dell’umano, e forse non va oltre la sua barba. Chissà poi se il povero l’Angelus Novus ha mai ricevuto l’accredito per la “Leopolda”? 

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO