hefner

1. CAMILLE PAGLIA: “HUGH HEFNER È STATO UNO DEI PIONIERI DELLA RIVOLUZIONE SESSUALE, E LA STORIA GLIENE RENDERÀ MERITO. RIDEFINÌ LA MASCOLINITÀ, MOSTRANDO UOMINI CHE NON ERANO SOLO PRONTI ALLA GUERRA MA AMAVANO LA SARTORIA, LA MODA, LA CUCINA, IL SESSO” 2. GIAMPIERO MUGHINI: ''UNO DEI GIORNALI CHE HANNO TRASMUTATO LA STORIA DEL MONDO, UN GRAN CAZZOTTO IN FACCIA ALL’IDEA CHE LA VITA DOVESSE ESSERE RINUNCIA E SOFFERENZA E CHE IL BEL VIVERE FOSSE ROBACCIA DI CUI VERGOGNARSI O DA NASCONDERE A TUTTI I COSTI" 

HUGH HEFNERmarilyn vs hugh hefner

ANSA - E' morto Hugh Hefner, fondatore di Playboy. Aveva 91 anni. Playboy ha diffuso un comunicato informando che Hefner è morto per cause naturali mercoledì sera nella sua casa, circondato dai suoi familiari. Con la creazione della rivista, nel 1953, Hefner diede il via alla costruzione di un marchio ad oggi inconfondibile in tutto il mondo e ha lasciato il segno nella cultura della seconda metà del Ventesimo secolo incarnando una delle espressioni della rivoluzione sessuale.

 

hugh hefner

Così le 'conigliette' di Playboy - geniale intuizione di Hefner nate anche come un veicolo per irridere il puritanesimo americano - hanno fatto la storia del costume, ed il ruolo è stato impersonato anche da numerosissime star di Hollywood. Hefner verrà ricordato anche per il suo look: in vestaglia di seta e con la sua inseparabile pipa, circondato da modelle, nella sua 'Playboy Mansion'.

 

monroe su playboy

 

HEFNER, PIONIERE SESSUALE

Camille Paglia: «Hugh Hefner è stato uno dei pionieri della rivoluzione sessuale, e la storia gliene renderà merito. Inoltre ridefinì la mascolinità, mostrando uomini che non erano solo pronti alla guerra ma amavano la sartoria, la moda, la cucina, il sesso”.

 

QUANDO LE IDEE CAMMINAVANO SULLE GAMBE DELLE CONIGLIETTE

Giampiero Mughini per Libero quotidiano – articolo del 30/10/2012

darine stern prima nera su playboy

 

HUGH HEFNER

C’è stato un tempo in cui mettevi una ragazza discinta a sfolgorare sulla copertina a rotocalco di un giornale che compravi in edicola, e tutto del nostro vivere e del nostro immaginare ne veniva cambiato e arroventato. Arroventato in meglio, nel senso di più libertà e più intelligenza e più fantasia erotica messe a disposizione di tanti.

 

È una gran bella data quella del novembre 1972, giusto quarant’anni fa, quando nelle edicole apparve il primo numero del Playboy italiano, il mensile che ricalcava il titolo e i contenuti di uno dei giornali che hanno trasmutato la storia del mondo, il Playboy fondato a Chicago nel 1953 dall’americano Hugh Hefner. Uno che in quel momento aveva 600 dollari in tasca e ci provò a inventarsi una cosa che non esisteva e ci riuscì. Una filosofia e un’idea del vivere ancor più che un giornale.

zoo alla playboy mansion

 

L’apologia delle belle ragazze discinte, ma non solo quella. Piuttosto la libertà di ognuno dire quanto erano belle e desiderabili quelle ragazze apparentemente spudorate, e com’era migliore la vita di noi tutti senza veti e recinti opposti all’immaginazione, e l’ammettere lealmente che era un gran cosa bere un buon whisky a fine serata o comprare una camicia cheti piaceva e che volevi esibire con amici e amiche, o ascoltare la tua musica preferita su un impianto stereo di qualità. Era un gran cazzotto in faccia all’idea che la vita dovesse essere rinuncia e sofferenza e che il bel vivere fosse robaccia di cui vergognarsi o da nascondere a tutti i costi.

 

vestaglia di hefner

È appena uscito in Italia un libro in cui due scrittori italiani, il siciliano Leonardo Sciascia e il calabrese Mario La Cava, per trent’anni (dalla fine dei Cinquanta alla fine degli Ottanta, quando morirono uno dopo l’altro a distanza di un anno) si scambiano lettere intense e amicali in cui ci fanno capire che cos’era l’Italia di mezzo secolo fa. Il calabrese La Cava scrive a Sciascia che nel suo paese i partiti della sinistra avevano raccomandato di non andare ai funerali dei ricchi. Se erano ricchi, vuol dire che erano malvagi e zozzi, che non meritavano commozione e pietà. Solo i poveri meritavano commozione e pietà, alla luce di quel bigottismo feroce e spietato.

 

telefono vintage playboy mansion

Questa era l’Italia ma fors’anche una buona parte del mondo di quando Hefner scaraventa nelle edicole dell’Occidente il primo numero del suo Playboy americano, e divenne leggendario il numero di un anno successivo in cui una giovane attrice americana di nome Marilyn Monroe si torceva nuda sotto gli scatti di un fotografo che era salito su una scala per centrarla e immortalarla dall’alto. Foto che a Marilyn verranno pagate 50 dollari e che diventeranno icone del Novecento.

 

crystal mccahill

Il Playboy italiano nacque vent’anni dopo, nel novembre 1972, il ritardo medio che la cultura italiana aveva sulla trionfante cultura americana del secondo dopoguerra, quando la buona parte della pittura e della letteratura e del cinema portava il marchio by America. Il direttore editoriale di quella primissima edizione italiana ne era il mezzo milanese e mezzo romano Oreste del Buono, un intellettuale polivalente e di grande personalità che li fece tutti i saliscendi tra cultura alta e cultura bassa: è stato il direttore per eccellenza del mensile Linus, quello che a partire dai primi anni Sessanta ci ha convinto che i raccontatori a fumetti americani o italiani non erano inferiori ai raccontatori per iscritto della grande letteratura riconosciuta e acclamata.

lorella boccia playboy

hefner e conigliette

 

Del Buono lo sapeva d’istinto che le belle ragazze discinte e i bei racconti di Vladimir Nabokov o Italo Calvino non è che si litigassero fra loro, tutt’altro. Lo sapeva e lo ha conclamato per tutta la sua lunga vita di giornalista e editore e romanziere che l’alto e il basso della cultura si stringono forte l’uno all’altro e si trasmettono emozioni e modi della comunicazione.

 

le playmate di playboy ieri e oggi 2

Quel che adesso, nell’era di Internet, è dato per ovvio da tutti: non fosse che il basso della comunicazione ha serrato al collo l’alto, e sono in milioni a venerare la piccantissima Belen Rodriguez e pochissimi a leggere gli scrittori che stanno alla letteratura contemporanea come Nabokov stava alla letteratura degli anni Cinquanta, quando decine e decine di editori avevano detto no al «Lolita» cui lui aveva lavorato così tanto tempo e che alla fine venne accettato solo da un editore francese di libri pornografici.

 

jet di hugh hefner 70

Quarant’anni da quel primo numero del Playboy italiano, un mensile che per lungo tempo ha corso - affiancato al suo cugino di primo grado, il Playmen fondato nel 1967 a Roma da Adele Tattilo e che arrivò a vendere 450 mila copie a botta - , e poi ha zoppicato e poi si è interrotto.

 

Nel dicembre 2003 e per cinque anni nessun numero, sino al 2008. Quando ha ricominciato con una nuova veste editoriale, una veste di cui l’attuale direttore Marco Basileo ci dice che avrà adesso un nuovo soprassalto grafico, e per quanto sia difficile in tema di immagini e di comunicazione competere con i clic sul computer o sull’iPad che ti svelano in un istante oceani di parole e suggestioni e viaggi nel mondo e silicone femminile a iosa e Melissa Satta stradiscinta e tutto quel che sapete. Che sapete quanto sia divenuto ovvio e prevedibile, e laddove il Playboy americano del 1953 o quello italiano del 1972 erano una novità e una rivoluzione. Tanto erotica quanto elegante. E ho detto erotica, ma avrei dovuto dire culturale.

 

un party nella mansion nel 2007

 

le playmate di playboy ieri e oggi 1

 

Ultimi Dagoreport

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)