alfonso signorini

SIGNORE E SIGNORINI, SI VA IN SCENA! - IL DIRETTORE DI “CHI” SI CIMENTA CON LA REGIA DELLA “TURANDOT” AL FESTIVAL PUCCINI A TORRE DEL LAGO - SU ALFONSINA LA PAZZA PIOVONO CRITICHE E PREGIUDIZI A SCATOLA CHIUSA: PERCHÉ NON SFORZARSI DI ASSISTERE ALLO SPETTACOLO PRIMA DI GIUDICARE? 

Piera Anna Franini per “il Giornale”

 

ALFONSO SIGNORINIALFONSO SIGNORINI

Alfonso Signorini, il direttore del settimanale Chi, si dà alla regia? Entra nelle sacre stanze della lirica cimentandosi con Turandot di Giacomo Puccini? Quando è arrivato in sala prove, il re degli scoop ha trovato una cortina di ferro. «I cantanti si chiedevano che ci fa qui? Ho raccolto la prevenzione. Ma poi, quando hanno visto che sono andato al pianoforte, ho preso lo spartito e ho iniziato a suonare, sono rimasti a bocca aperta», confessa Signorini, al suo debutto come regista d' opera.

 

È sua la regia di Turandot, titolo che venerdì inaugura il 63° Festival Puccini di Torre del Lago (in replica il 23 luglio, 4 e 12 agosto) con le scene di Carla Tolomeo, i costumi di Fausto Puglisi e Leila Fteita, e nella buca d' orchestra Alberto Veronesi. Nel ruolo protagonistico, Martina Serafin, accanto a lei Carmen Giannattasio (Liù) e Stefano La Colla (Calaf). Quando il tuo mestiere consiste nel raccogliere sfide, non puoi che sentirti a tuo agio nella fossa dei leoni. Ebbene sì.

TURANDOT TURANDOT

 

Signorini è in pace con sé perché sa di aver fatto «un lavoro approfondito, di grandissima ricerca vocale, fedele al testo e musica: sono partito da lì. Il regista non deve imporre il suo ego nella lettura dell' opera. Tutto deve muovere dalla conoscenza».

 

Pur sulle ali della creatività. Scavando nella partitura, cogliendo certi accostamenti di colore di Puccini, Signorini - per esempio - ha deciso di portare alla ribalta l' eroismo di Liù. E nella scena degli enigmi, sarà proprio lei a suggerire a Calaf la risposta al quesito consegnando così l' amato alla principessa Turandot. Che a sua volta, alla fine pone una corona sul capo della fanciulla morta riconoscendone la statura e forza d' animo. Il tutto in una Cina da favola, disneyana, molto pop.

 

ALFONSO SIGNORINI ALFONSO SIGNORINI

Una cornice rassicurante dove fanno capolino momenti alla Kubrick, come nel secondo atto, nella scena con i tre ministri Ping Pong Pang: «lunare, con luci caravaggesche, molti blu e neri. Una scena da Kubrick».

 

E la critica? Questa Turandot ne offre di spunti per agitarsi. «La cosa che preoccupa meno è la prevenzione. Chissenefrega. Quel che conta è la bellezza della musica. Poi dico la verità, io stesso se facessi il critico musicale e mi trovassi come regista quello che va a condurre con Ilary Blasi il Grande Fratello, storcerei il naso. Io non chiedo di non avere queste prevenzioni, ma di sospendere il giudizio e vedere lo spettacolo. Può piacere, come no». Offre più gratificazioni la regia o il giornalismo?

 

TURANDOTTURANDOT

«Sono soddisfazioni diverse, Chi è profondamente legato al mio modo di essere, anche questa settimana esco con uno scoop fantastico, torno alla ribalta con la politica. E' un giornale che mi sono un po' cucito addosso, dà tante soddisfazioni perché consente di esplorare tutti i campi e soggetti. Quella della regia lirica è una grande scoperta. Era da anni, almeno 15, di cui 11 e passati a Chi, che non provavo emozioni così forti e coinvolgenti. E questo perché si lavora con la musica.

 

E' stato intrigante cercare di capire se ci fossero ancora zone inesplorate in Turandot». E ammette che nel frattempo è nata «una squadra compatta, straordinaria, solidale come mai sono riuscito a trovare nel giornalismo». Anzi. La prossima settimana uscirà con un reportage dedicato al secondo cast, «nel primo ci sono le stelle, ma è nel secondo dove vedi lavorare professionisti bravissimi ma che guadagnano poco nonostante siano così dediti, entusiasti per quello che fanno. E' giusto occuparsi anche di loro. E noi giornali dovremmo farlo sempre di più. Dovremmo dare sempre più spazio alla cultura».

 

GIACOMO PUCCINIGIACOMO PUCCINI

Perché Turandot ha insegnato una cosa a Signorini. Non che ignorasse i fatti, ma vissuti sulla propria pelle assumono una consistenza diversa. «In queste settimane ho appurato cosa voglia dire lavorare con pochi mezzi. Questo governo, e pure quelli che l' hanno preceduto, non ha fatto altro che tagliare i fondi alla cultura.

 

Non è certo una critica alla Fondazione di Torre del lago, anzi qui c' è un brand fortissimo, il problema è generale. Fare prodotti di qualità, dignitosi, con questa scarsità di mezzi, è difficile. Dobbiamo fare attenzione ai bottoni che cuciamo sui costumi. Ti ritrovi a fare i conti della serva». Confessione che prende spunto da una riflessione sulla storica Bohème di Franco Zeffirelli passata recentemente alla Scala, «la più bella che ci sia, d' una poesia assoluta. Ha momenti di arte pura», frutto del genio registico ma anche dei mezzi a disposizione per farlo brillare.

 

Curiosità. Chi sono gli artisti della classica che potrebbero far vendere copie di Chi?

signorinisignorini

«Mancano personaggi come la Callas o Pavarotti, persone disposte a vivere di emozioni anche nel privato. Sono tutti un po' borghesucci o casalinghi. Forse Anna Netrebko è la più interessante, aldilà del valore artistico, è un personaggio anche nella vita. Ma aldilà di questo, credo che noi giornalisti dovremmo investire di più nella classica e lirica. E' bello investire sulla cultura. Si continuerà a parlare delle tette di Belen, ma deve esserci anche dell' altro».

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…